# LE MALETESTE #
2 mar 2023
Siamo consapevoli dell’importanza della manifestazione del 25 per tutto il movimento contro le guerre. Ma sappiamo anche che è stato un passaggio importante e se sarà l’inizio di un percorso di massa che non si deve fermare in quel giorno.
CALP Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali
1 marzo 2023, h. 21.15
Genova. La manifestazione contro la guerra indetta dal Comitato Autonomo dei Lavoratori Portuali (CALP) si snoda, imponente, lungo le vie del porto . E’ un momento importante anche simbolicamente: per la prima volta si infrangono divieti che impediscono l’ingresso di cortei nelle zone dei Terminal.
Superati i cancelli del varco Etiopia ora siamo dentro, in migliaia, con bandiere, striscioni, cartelli, megafoni. Il furgone che apre il corteo spara musiche, contestazione.
Tante le bandiere : quelle dei sindacati di base che hanno proclamato lo sciopero, i drappi rossi delle realtà sociali e politiche antagoniste, quelli delle lotte antimilitariste e ambientali. Un grande striscione ci ricorda che Alfredo sta morendo di 41 bis.
Ci sono anche le nostre bandiere NO TAV, scese dalla Valle contro il treno della guerra e della morte.
E’ bello ritrovarci, riscoprirci nei volti cari dei tanti con cui, in Valle e in tutto il Paese, abbiamo condiviso lotte e istanze di liberazione.
Avanziamo in mezzo a muri di container, gru e mezzi-movimento immobili, come abbandonati: lo sciopero è totale, i lavoratori del porto sono con noi, in prima fila, ad aprire la manifestazione dietro lo striscione “STOP AL TRAFFICO DI ARMI NEI PORTI”. Il loro NO alla guerra ha la materialità dell’azione reale, quella che servirebbe davvero sui posti di lavoro, sui territori, nei luoghi in cui ,giorno dopo giorno, la vita ci viene negata dal sistema assassino.
Arriviamo ai piedi della Lanterna, l’antico faro, simbolo di Genova. Si erge, snella ed elegante, sopra uno zoccolo di roccia e arbusti, anomala tra tanto ferro e asfalto, e ci parla di un mare vicino eppure invisibile, inodore.
L’ uscita dal porto è nei pressi delle grandi navi da crociera che emergono in fondo a piazzali intasati di auto. Qui il mare è poco più che un bacino di palude, ma la brezza carica di salmastro ci porta il messaggio degli aperti orizzonti.
Quello che il porto oggi racconta, attraverso le voci dei portuali di Genova, Livorno, Trieste, Venezia, sono i carichi d’armi, verso tutte le guerre del Nord del mondo, sotto l’egida della NATO e del Patto Atlantico, per esportare una “democrazia” a suon di bombe ed importare enormi profitti per i padroni di sempre.
E il mare ci parla delle vittime: i poveri di quel Sud sfruttato dai colonialismi vecchi e nuovi, donne e uomini di tutte le età n fuga dalla fame e dalla guerra su imbarcazioni di fortuna, intere famiglie inghiottite dalle onde dei naufragi. Di loro, sulle spiagge del mondo da cui speravano accoglienza, arrivano i poveri resti, insieme ai relitti delle loro vite, bagagli, peluche dei bambini, indumenti, qualche documento che ci riporta un volto, un nome, un luogo di provenienza, il punto di partenza di una speranza negata...
Nella manifestazione che dal porto sale verso la città si alzano le voci che, insieme alla necessità di sabotare concretamente la guerra esterna, raccontano storie di ingiustizie e di sfruttamento: sono i lineamenti orridi di una guerra interna che si fa precarietà, negazione dei diritti, sfruttamento, morti sul lavoro, devastazioni sociali e ambientali.
Domani i mass media di regime, supini alle veline ufficiali che esaltano la partecipazione italiana alla “guerra umanitaria”, taceranno su di queste donne e questi uomini che non si adeguano alle menzogne ufficiali e riprendono voce e azione in una ricomposizione di lotte concrete.
La manifestazione si conclude in piazza De Ferrari. Sono i compagni portuali a concludere con un saluto che non è un congedo, ma l’appuntamento alla lotta comune e senza deleghe, la sola, vera possibilità di salvare un futuro vivibile per tutti.
Le parole di Rosa, assassinata dalla guerra, risuonano più che mai attuali e profetiche:
“Il militarismo che nel suo complesso rappresenta uno sperpero di forze produttive economicamente pienamente assurdo, che per la classe operaia significa una riduzione del suo livello di vita economico ai fini del suo asservimento sociale, costituisce per la classe capitalistica economicamente il più splendido, insostituibile tipo di investimento come socialmente e politicamente il migliore sostegno del proprio dominio di classe”.
da: https://www.facebook.com/NicolettaDosioEU
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Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali
25 febbraio 2023
Dopo un lungo percorso condiviso con associazioni, sindacati, organizzazioni, collettivi, lavoratori e studenti il 25 febbraio a Genova 10000 persone hanno attraversato per la prima volta nella storia il Porto di Genova.
Ci arriviamo dopo due assemblee tenute a Genova (il 28 gennaio e il 17 febbraio) partecipate, costruite con tutti i soggetti coinvolti. Ci arriviamo partendo da un lavoro che, come lavoratori del Porto di Genova, portiamo avanti da anni contro il traffico di armi nel porto di Genova, percorso che ci ha portato a bloccare più volte le navi che trasportavano ordigni verso i fronti di guerra che abbondano sul territorio e che, purtroppo, si stanno allargando. Il nostro lavoro è stato poi condiviso da altri lavoratori non solo nei porti italiani ma in tutta l’Europa coinvolgendo le strutture sindacali e politiche che combattono contro le guerre e le distruzioni causate dai guasti di un sistema capitalista in crisi profonda. La guerra infatti altro non è che un tentativo di scaricare sui popoli e sui lavoratori un disastro che avviene proprio mentre chi sulla guerra specula continuando a macinare profitti e affari.
In questi mesi, non ci siamo mai fermati, consapevoli di essere dalla parte giusta, consapevoli di rappresentare un sentimento diffuso nelle classi popolari. Sappiamo anche che le risposte contro le guerre non arriveranno da parlamenti che rappresentano interessi opposti ai nostri. Che se vogliamo incidere a favore della pace e dell’eguaglianza sociale e fra i popoli, la risposta non può che stare nelle lotte e nelle mobilitazioni dal basso.
Il 25 febbraio, ci hanno accompagnato anche manifestazioni che si sono tenute dalla Sicilia a Niscemi, fino alla Sardegna con una manifestazione a Cagliari fino a Berlino, Londra e Parigi dove associazioni pacifiste internazionali hanno deciso di accompagnare una lotta che deve essere internazionale e internazionalista.
Siamo consapevoli dell’importanza della manifestazione del 25 per tutto il movimento contro le guerre. Ma sappiamo anche che è stato un passaggio importante e se sarà l’inizio di un percorso di massa che non si deve fermare in quel giorno.
Guerra alla guerra. Giù le armi su i salari
Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali
Genova, 27 febbraio 2023
da: https://www.facebook.com/CalpGe