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PRATO. Aggrediti e picchiati operai dell'Alba Srl in sciopero

PRATO. Aggrediti e picchiati operai dell'Alba Srl in sciopero

LE MALETESTE

17 set 2025

Gli operai presi a cazzotti (VIDEO) non lavorano per una confezione cinese, ma cuciono e stirano capi di abbigliamento di importanti brand della moda, quelli che in negozio arrivano a costare quanto un loro stipendio - SUDD COBAS, Prato/Firenze

di Sudd cobas Prato Firenze

13 settembre 2025, 20.47


Terzo giorno di presidio ai cancelli per i lavoratori de L'Alba Srl, stireria e confezione di Montemurlo (PO) .

Lo sciopero è iniziato giovedì per difendere i posti di lavoro e i diritti conquistati.

Fino allo scorso gennaio, infatti, gli operai erano sfruttati e formalmente assunti dalla Forservice Srls, sebbene lavorassero nello stabilimento L'Alba e sotto la sua direzione.

A loro era applicato il CCNL Pulizie - nonostante si trattasse di addetti allo stiro e al cucito - e alle paghe da fame si sommavano straordinari non pagati (erano costretti a lavorare gratuitamente tutti i sabati) e precarietà.


Prima della Forservice Srls erano stati dipendenti della ReStiro Srl, che dopo alcuni mesi era sparita senza pagare TFR, tredicesime, quattordicesime e istituti.


Da subito abbiamo contestato che si trattasse di "società schermo" - indistinguibili tra loro - dietro cui si nascondeva sempre lo stesso imprenditore. Un sistema di "scatole cinesi" per risparmiare sul costo del lavoro.


Dopo i primi scioperi, a febbraio veniva raggiunto un accordo che portava all'assunzione diretta dei lavoratori da parte de L'Alba Srl, alla loro stabilizzazione con contratti a tempo indeterminato e all'applicazione del CCNL Tessile Industria. L'obiettivo dell’accordo era quello di chiudere la stagione dei finti subappalti e del lavoro irregolare.


Ma le preoccupazioni sono tornate subito, quando nel mese di aprile una parte delle macchine da cucire e delle commesse di cucitura è stata spostata da via delle Lame in un nuovo stabilimento a pochi passi, in via Lecce.

C’è voluto poco a scoprire che era intestato alla stessa ForService.


La testimonianza che ci è arrivata dai lavoratori impiegati è drammatica: reclutati anche in altre città da un caporale e costretti a turni di dodici ore al giorno oltre che a vivere in una sorta di segregazione tra la fabbrica e l'alloggio fornito dallo stesso caporale.


A dirigere la produzione nello stabilimento di via delle Lame sono andati alcuni dei responsabili L'Alba. Per questo, oggi, via Lecce è uno dei due picchetti in corso.


In questi mesi l'azienda non ha saputo darci spiegazioni né rassicurazioni. Ad oggi è diventato evidente che esiste un progetto di subappaltare le commesse a società controllate dalla stessa L'Alba, svuotando progressivamente lo stabilimento di via delle Lame e andando a cancellare i posti di lavoro regolari per sostituirli con manodopera a basso prezzo, per aggirare l’accordo sindacale “esternalizzando” il sistema che prima dell’accordo di febbraio si svolgeva tutto internamente allo stabilimento di via delle Lame.


In queste settimane, infatti, abbiamo registrato l'apertura di un terzo stabilimento di stireria in cui sono state trasferite non solo le commesse e le merci, ma anche alcuni responsabili del reparto stireria di L'Alba. Abbiamo documentato come gli stessi titolari de L'Alba abbiano coordinato l'allestimento del nuovo stabilimento. Ciò che ad Aprile è successo per il reparto cucitura, avviene oggi sul reparto stiro.


 L'ipotesi di una imminente chiusura "di soppiatto" dello stabilimento di via delle Lame sembra confermata dal fatto che l'azienda, secondo le informazioni in nostro possesso, ha smesso di pagare da mesi il canone di affitto, mentre apriva questi altri due stabilimenti (sebbene intestati a diverse ragioni sociali).


L'azienda ha inoltre pensato di strumentalizzare la bomba d'acqua di fine agosto, lasciando da tre settimane i lavoratori a casa per un asserito danneggiamento delle macchine da cucire. Nonostante le nostre ripetute richieste, l'azienda non ha mai fornito documentazione attestante i danni alle macchine, non ha mai attivato la Cassa Integrazione e non fatto nulla per permettere la ripresa produttiva del reparto.


Si tratta di una situazione grave, che rischia di bruciare decine di posti di lavoro regolare sostituendoli con altrettanti posti di sfruttamento.


Questo non avviene nelle filiere del pronto moda "cinese". Ma nella filiera di noti marchi di abbigliamento, anche di alta fascia. Senza soluzioni, siamo pronti a coinvolgere i committenti nella vertenza.


Chiederemo nei prossimi giorni anche l'intervento dell'ispettorato del lavoro. E chiediamo alle istituzioni locali di intervenire in questa vertenza. C'è un modo di fare impresa che va sradicato da questo distretto, garantendo diritti e tutele del lavoro. È necessario che questo territorio si stringa agli operai per difendere posti di lavoro dignitosi, e mettere uno stop ai subappalti senza diritti.



IL VIDEO DELL'AGGRESSIONE AGLI OPERAI



di Sudd cobas Prato Firenze

16 settembre 2025, 11.41


L’ALBA SRL: VIOLENTA AGGRESSIONE AGLI OPERAI IN SCIOPERO

La titolare della fabbrica che distrugge i gazebi del presidio sindacale e prende a pugni e calci gli operai. Poi una macchina con dentro persone arrivate per picchiare gli operai dell'Alba Srl in sciopero a difesa dei loro posti di lavoro e dei loro diritti. Un lavoratore è rimasto a terra dopo essere stato colpito più volte. L’hanno dovuto portare via in ambulanza.


Ad un anno dall'assalto a bastonate al presidio di Seano, ancora scene di violenza contro chi esercita il diritto di sciopero.


Gli operai presi a cazzotti non lavorano per una confezione cinese, ma cuciono e stirano capi di abbigliamento di importanti brand della moda, quelli che in negozio arrivano a costare quanto un loro stipendio.


Diritti negati, società che chiudono e riaprono sotto altri nomi e violenza contro chi protesta: succede questo nella giungla di appalti e subappalti della moda Made In Italy.


I brand committenti non pensino di essere estranei. Quello che è accaduto all'Alba Srl li riguarda direttamente.

Prato non può più essere la città dei diritti negati e della violenza contro chi sciopera.

Facciamo appello a tutta la cittadinanza, alla società civile e alle istituzioni a reagire. Siamo pronti alla mobilitazione.



Fonte: https://www.facebook.com/SuddCobasFirenze - 13-16 settembre 2025

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