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SCHIAVI DEI DIVANI di Forlì. Dopo una settimana, lo sciopero paga; i lavoratori raggiungono l’accordo con l’azienda

SCHIAVI DEI DIVANI di Forlì.  Dopo una settimana, lo sciopero paga; i lavoratori raggiungono l’accordo con l’azienda

🚧 LE MALETESTE 🚧

14 dic 2024

Contratti a tempo indeterminato, una soluzione abitativa per i dipendenti costretti a vivere in un dormitorio. Il Sudd Cobas: "Premiato il coraggio dei 17 che si sono ribellati a un sistema di sfruttamento" - di FLORA ALFIERO

Contratti stabili e stipendi più alti

La protesta degli "schiavi dei divani" si conclude con la firma in prefettura che prevede anche una soluzione abitativa per i dipendenti costretti a vivere in un dormitorio. Il Sudd Cobas: "Premiato il coraggio dei 17 che si sono ribellati a un sistema di sfruttamento"


di Flora Alfiero

13 Dicembre 2024


Dopo quasi una settimana di sciopero e presidio permanente, i lavoratori della Sofalegname Srl, fornitrice del Gruppo 8, hanno ottenuto una vittoria storica. In prefettura è stato firmato un accordo che prevede contratti a tempo indeterminato, una soluzione abitativa per i dipendenti costretti a vivere nel dormitorio di Via Meucci a Forlì e un accordo integrativo migliorativo del contratto collettivo nazionale del settore legno artigianato. Negli ultimi giorni anche i sindacati Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil hanno sostenuto i lavoratori.


“Una vittoria importantissima – dichiara Sarah Caudiero di Sudd Cobas – che premia il coraggio di 17 lavoratori che hanno deciso di ribellarsi a un sistema di sfruttamento che prevedeva 12 ore di lavoro al giorno per 6 giorni a settimana. Qualcuno diceva che queste cose non si risolvono così, ma questo sciopero dimostra il contrario: la sindacalizzazione è la chiave per garantire l’applicazione dei contratti e delle norme sul posto di lavoro”.


L’accordo va oltre la semplice regolarizzazione. Prevede anche miglioramenti economici e normativi sul contratto nazionale, riconoscendo che lo sfruttamento non si combatte solo eliminando il lavoro nero, ma anche affrontando il problema del lavoro povero, spiegano i sindacalisti. “Paghe inferiori ai nove euro l’ora non sono dignitose – aggiunge Caudiero – ed è fondamentale costruire un’alternativa per tutti i lavoratori sfruttati”.


Questo risultato si inserisce nel contesto del movimento 8×5 portato avanti dal sindacato che punta a garantire turni di 8 ore per 5 giorni lavorativi, un obiettivo che ora diventa realtà anche a Forlì. “Il movimento 8×5 non si limita a conquistare diritti e dignità, ma costruisce strumenti e comunità – spiega ancora Caudiero – per liberare il territorio da condizioni inumane di sfruttamento e di vita”. L’assemblea dei lavoratori ha espresso gratitudine a tutti i solidali di Prato e Forlì che hanno sostenuto lo sciopero, sottolineando come questa vittoria rappresenti un modello per altre battaglie.


 

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Dietro le condizioni denunciate dai lavoratori si nasconde una rete di sfruttamento organizzata, sostiene Sudd Cobas. Gruppo 8: "Non c'entriamo con la gestione dei dipendenti di Sofalegname"


di Flora Alfiero

12 Dicembre 2024


La protesta degli “schiavi dei divani” di Forlì va avanti e la situazione resta tesa e irrisolta. Gli operai, organizzati dal sindacato Sudd Cobas, continuano a presidiare lo stabilimento di via Meucci dove da otto mesi vivono in un magazzino trasformato in dormitorio. La richiesta è chiara: applicazione del contratto nazionale, turni di 8 ore per 5 giorni, pagamento dei contributi INPS e una soluzione abitativa dignitosa.


Tuttavia, la trattativa con l’azienda si è interrotta martedì pomeriggio, quando la direzione ha respinto le richieste sindacali. Sul luogo del presidio è intervenuta anche la polizia per identificare i manifestanti, in quello che i sindacalisti vedono come un tentativo di intimidazione. “Non stiamo chiedendo la luna – spiega Sarah Caudiero di Sudd Cobas – sui diritti minimi e la legalità non trattiamo”.


Dietro le condizioni denunciate dai lavoratori si nasconde una rete di sfruttamento ben organizzata, sostiene Sudd Cobas. Al vertice, ci sarebbe la multinazionale HTL International, con sede a Singapore; al centro, Gruppo 8, un’azienda italiana che concede in uso gratuito i propri stabilimenti a Sofalegname Srl, un piccolo appaltatore con appena 1.000 euro di capitale.


“Gli operai Sofalegname lavorano in esclusiva per Gruppo 8, sotto la direzione del suo personale: siamo davanti a un caso di intermediazione illecita di manodopera”, è la grave accusa Sudd Cobas. Che Gruppo 8 respinge affermando che “esiste una distinzione netta con Sofalegnami” e che “l’azienda non sappia nulla di quello che avviene in Sofalegname, che è contoterzista del gruppo, committente del lavoro”. Ma, sostiene ancora il loro legale, “non ha nulla a che fare con la gestione dei dipendenti”.


Le condizioni dei lavoratori, in ogni caso, sono pesanti: turni di 12 ore al giorno, sei o sette giorni a settimana, su macchinari privi di dispositivi di sicurezza per accelerare la produzione. Per le altre 12 ore, gli operai, per lo più di origine pakistana, dormono in un magazzino freddo e insalubre, senza servizi adeguati.


Secondo il sindacato, lo sfruttamento non è casuale, ma una conseguenza diretta di appalti al massimo ribasso. “Quando chiedi di produrre sotto costo, quel risparmio lo pagano i lavoratori, con condizioni indegne o evasione fiscale”, aggiunge Caudiero. Nonostante le difficoltà, lo sciopero prosegue a oltranza. “Questo sistema di sfruttamento è un cancro che rischia di espandersi”, avvertono i sindacalisti, che chiedono anche il supporto della cittadinanza.


Fonte: ilfattoquotidiano.it - 12 e 13 dic. 2024

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