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USB. 20 giugno, sciopero generale per Gaza contro l'economia di guerra

USB. 20 giugno, sciopero generale per Gaza contro l'economia di guerra

👷‍♂️ LE MALETESTE 👷‍♂️

19 giu 2025

Bologna, Catania, Firenze, Frosinone, Genova, Livorno, Milano, Napoli, Pescara, Pisa, Roma, Torino e Trieste. SCIOPERO GENERALE USB e altre sigle sindacali di base

“Giù le armi, su i salari”: per Gaza e contro l’economia di guerra venerdì sarà sciopero generale



Domani, venerdì 20 giugno, si terrà uno sciopero generale contro il riarmo e il genocidio in Palestina.


Lo sciopero è stato annunciato lo scorso maggio, mettendo al centro proprio la questione palestinese: «Il governo Meloni continua a girarsi dall’altra parte di fronte ad un genocidio conclamato ed ormai sfacciatamente rivendicato dal governo Netanyahu», si legge nel comunicato di lancio. In generale, i lavoratori che scenderanno in piazza venerdì protesteranno per gli aumenti di salario e contro le politiche di riarmo della NATO, del governo Meloni e dell’Europa. Malgrado debba ancora iniziare, lo sciopero sta già sortendo i primi effetti: la compagnia aerea Ita Airways ha infatti annunciato la cancellazione di oltre 30 voli, invitando i clienti che hanno acquistato un biglietto per la giornata dello sciopero a verificare lo stato del proprio volo prima di recarsi in aeroporto. Previsti, in generale, ritardi e cancellazioni in tutto il settore dei trasporti.


Lo sciopero generale contro il riarmo e il genocidio è stato annunciato lo scorso 22 maggio dalla Unione Sindacale di Base (USB) congiuntamente ad altri sindacati di base tra cui Cub, Sgb, Fisi, Flai e Si-Cobas. USB ha deciso di dedicare le prime parole proprio alla Palestina, per chiedere al governo Meloni di interrompere le relazioni diplomatiche e commerciali con Israele. In generale, lo sciopero intende «opporsi alle politiche belliciste del Governo Meloni» e contestare «la corsa al riarmo, per la difesa comune europea e l’aumento della spesa per la NATO fino al 5% del PIL», che starebbero «portando il nostro Paese al collasso». I rinnovi contrattuali, si legge nell’ultimo comunicato, «non coprono l’inflazione, le crisi industriali si aggravano e moltiplicano, le lavoratrici ed i lavoratori sono sempre più poveri». Lo sciopero di venerdì precederà di un giorno una manifestazione nazionale per la Palestina che si terrà a Roma, e alla quale hanno aderito gli stessi sindacati di base, ma anche altre sigle sindacali, partiti politici, movimenti sociali e associazioni culturali.


Venerdì i lavoratori protesteranno Bologna, Catania, Firenze, Frosinone, Genova, Livorno, Milano, Napoli, Pescara, Pisa, Roma, Torino e Trieste. A Milano e Roma sono previsti due diversi raduni; nella capitale, di preciso, uno dei due presidi si terrà sotto la sede di Leonardo SPA. Come Roma, anche Catania, Firenze, Napoli e Torino scenderanno in piazza contro Leonardo davanti alle rispettive sedi dell’azienda bellica. A Genova, invece, la manifestazione inizierà dal porto, dove i lavoratori si sono già mobilitati contro il traffico di armi destinate all’esercito israeliano. In generale, il settore che dovrebbe essere maggiormente colpito è quello dei trasporti: dalle 21 di giovedì alle 21 di venerdì potrebbero verificarsi ritardi e cancellazioni di treni, mentre dalle 22 di giovedì alle 21:59 di venerdì potrebbero esserci interruzioni nei servizi autostradali. Verranno coinvolti anche i mezzi pubblici delle maggiori città, il trasporto merci, il settore marittimo e quello aeroportuale: per ora, Ita Airways ha annunciato la cancellazione di 34 voli nazionali e internazionali.





Sciopero generale

Sciopero generale del 20 giugno 2025 per la Palestina, per il disarmo, per il salario, per lo stato sociale: a Firenze presidio alla Leonardo alle 10:00 e a Pisa in Piazza Vittorio Emanuele alle 11:00


Firenze, 16/06/2025 13:41


Il 20 giugno, l'Unione Sindacale di Base, insieme a CUB e SGB, ha proclamato uno sciopero generale nazionale di tutte le categorie del lavoro pubblico e privato.


Lo sciopero ha l’obiettivo di permettere alle lavoratrici e ai lavoratori di fermarsi per un giorno:

- per opporsi al massacro ad opera dello Stato genocida d’Israele;- per mostrare solidarietà alle atroci e intollerabili sofferenze del popolo palestinese;- per accusare la folle corsa al riarmo decisa dall’Unione europea - accettata servilmente dal governo Meloni;- per denunciare la devastazione sociale prodotta da decenni di moderazione salariale ad opera dei governi filo-padronali del nostro Paese.


Lo sciopero è dunque una risposta necessaria e urgente all’aggravarsi delle condizioni sociali, economiche e democratiche di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori, vittime di politiche che continuano a favorire le grandi imprese e il complesso militare-industriale.


Il sempre più crescente coinvolgimento della nostra economia nella costruzione di nuovi armamenti, comporta la moltiplicazione dei settori lavorativi chiamati a collaborare con le operazioni belliche. Dai porti agli aeroporti; dalle ferrovie alla logistica; dalla ricerca alla scuola, sono migliaia i lavoratori e lavoratrici chiamate a farsi complici delle azioni militari e della logica di guerra.


USB Firenze e USB Pisa invitano le lavoratrici e i lavoratori dei rispettivi scali aeroportuali a partecipare ai due presidi provinciali che il 20 giugno si terranno alla Leonardo S.p.A. di Campi Bisenzio (Via delle Officine Galileo 1) a partire dalle ore 10.00, e in Piazza Vittorio Emanuele a Pisa, a partire dalle ore 11.00.


Inoltre, i presidi provinciali di USB Pisa e USB Firenze rappresenteranno un momento per riflettere sulle recenti mozioni approvate dal Consiglio regionale e dalle dichiarazioni del presidente Eugenio Giani a proposito dell’interruzione delle relazioni tra la Regione Toscana e il governo e le istituzioni israeliane.

Una volta sancita la cessazione di tali relazioni diplomatiche ed economiche, ci chiediamo: com’è possibile che il presidente del consiglio di amministrazione di Toscana Aeroporti S.p.A. sia il Console Onorario di Israele in Italia?


Ricordiamo che la Regione Toscana detiene ancora una quota, seppur simbolica, del capitale di Toscana Aeroporti; dunque, evidenziamo la problematicità del fatto che al vertice del sistema aeroportuale toscano ci sia una persona con un ruolo di rappresentanza dello Stato di Israele.

Oltre che a festeggiare i dieci anni di Toscana Aeroporti e le capacità di brandizzare (leggi: fare profitto su) il diritto costituzionale alla mobilità, il presidente Marco Carrai deve condannare pubblicamente le atrocità perpetrate dal governo di Benjamin Netanyahu, prendendone le distanze, marcando così la cruciale differenza che risiede tra l’essere un silenzioso sostenitore della colonizzazione sionista e l’essere un democratico cittadino di fede e cultura ebraica.

Infine, sottolineiamo che la recente sospensione del tavolo regionale per gli aeroporti voluta da Toscana Aeroporti segna la fine delle garanzie richieste da lavoratrici e lavoratori al termine dell'atto di vendita di Toscana Aeroporti Handling. E lascia intendere che l'ombrello delle tutele del gestore aeroportuale è giunto al capolinea. Ed è un peccato, perché le scarse condizioni lavorative che caratterizzano l’operatività del settore dell’handling toscano, che da anni portiamo all’attenzione delle autorità competenti - e che già da sole giustificherebbero le ragioni di uno sciopero (fatiscenza delle infrastrutture, inadeguatezza del parco mezzi, aumento dei carichi di lavoro, forzature interpretative del CCNL) - meriterebbero attenzione anche da parte dell'istituzione regionale. Considerato che, senza le braccia dei lavoratori e delle lavoratrici dell’handling, non esisterebbe un servizio aeroportuale. E non si registrerebbe nessun record di passeggeri da celebrare.


USB Firenze e USB Pisa

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