💹 LE MALETESTE 💹
5 ago 2024
Le startup israeliane che producono droni suicidi, pistole “intelligenti”, cani robot e sistemi di sorveglianza, utilizzati contro i palestinesi durante il massacro di Gaza, stanno accumulando finanziamenti per miliardi di dollari - di MICHELE MANFRIN
di Michele Manfrin
4 Agosto 2024 - 10:30
Le startup israeliane che producono droni suicidi, pistole “intelligenti”, cani robot e sistemi di sorveglianza, utilizzati contro i palestinesi durante il massacro di Gaza, stanno accumulando finanziamenti per miliardi di dollari.
Questa è l’altra faccia del genocidio: la Striscia è stata trasformata in un gigantesco showroom a cielo aperto, dove vengono messe in mostra le più avanzate tecnologie di sorveglianza e di morte.
Questa gigantesca campagna pubblicitaria ha fruttato alle aziende israeliane di armi due miliardi di dollari solo tra aprile e maggio 2024, coinvolgendo anche il resto del mondo. Infatti, se i finanziamenti crescono in questo modo, è perché i governi di molti altri paesi desiderano dotarsi degli stessi strumenti utilizzati da Tel Aviv.
Come scrive Antony Loewenstein, autore di The Palestine Laboratory, un libro fondamentale sulle esportazioni di armi israeliane in tutto il mondo: «Israele non vuole sprecare l’opportunità a Gaza di mostrare il suo equipaggiamento militare a un mercato globale eccitato». I conti di questo mercato li ha fatti direttamente Ctech, un quotidiano israeliano specializzato in economia, pubblicando la lunga
lista
di finanziamenti che le startup israeliane hanno incamerato dall’inizio dell’anno.
Tra gennaio e febbraio, i finanziamenti hanno raggiunto quasi 2 miliardi di dollari, mentre ad aprile e maggio questa cifra è stata superata. A giugno e luglio sono stati raccolti quasi altrettanti fondi, per un totale che si aggira attorno ai 6 miliardi di dollari, introitati dalle startup israeliane attive nel campo tecnologico-informatico, parte del complesso militare-industriale.
Who Profits Research Center, centro di ricerca indipendente dedicato a denunciare il coinvolgimento commerciale di società israeliane e internazionali nell’occupazione illegale della Palestina, spiega che le università israeliane collaborano con il Ministero della Difesa per condurre attività di ricerca e fornire programmi come Atuda, o Atuda Accademica.
Questo è un programma delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) che consente ai diplomati delle scuole superiori di rinviare la leva e frequentare l’università prima del servizio militare. Un altro programma fornito è Talpiot, che garantisce un addestramento d’élite alle reclute dell’IDF che hanno dimostrato eccezionali capacità accademiche nelle scienze e potenziale di leadership.
Un ulteriore programma è Havatzalot, volto a formare ufficiali dell’intelligence altamente qualificati per ruoli chiave nella Direzione dell’Intelligence Militare israeliana. In una nazione militarizzata, il complesso militare-industriale ha un ruolo predominante, legando gli apparati pubblici, orientati tutti alla difesa, con i privati che intendono soddisfare la domanda di prodotti utilizzabili per scopi militari.
La “nazione delle start-up”, come viene chiamata Israele (che ha uno dei più alti numeri di start-up pro capite al mondo), è sostenuta dall’interesse del governo allo sviluppo di tecnologie adatte a gestire l’occupazione, come sistemi di sorveglianza e difesa, fisica e digitale, e a perpetrare il genocidio contro i palestinesi, con tecnologie di attacco e distruzione. L’occupazione ha permesso allo Stato di avere un’esperienza inestimabile nel controllo di una popolazione “nemica”, i palestinesi. In tal modo, Israele ha perfezionato l’architettura del controllo, usando i territori palestinesi occupati come terreno di prova per armi e tecnologia di sorveglianza che poi esporta in tutto il mondo.
fonte: lindipendente.online - 4 agosto 2024