🌿 LE MALETESTE 🌿
2 gen 2025
Idee e contributi AUDIO-VIDEO dall'Incontro Internazionale di Ribellioni e Resistenze 28 dicembre 2024/2 gennaio 2025 convocato dall'EZLN. Ha ripreso la parola anche il capitàn Marcos - RADIO ZAPATISTA e IL MANIFESTO
Incontro internazionale di ribellioni e resistenze
Oventik, Chiapas.
1° gennaio 2025
Il 28 dicembre è iniziato l'Incontro Internazionale delle Ribellioni e della Resistenza convocato dall'EZLN in Chiapas.
Sabato e domenica 28 e 29 dicembre si sono tenute presentazioni e tavoli di discussione presso il CIDECI/Universidad de la Tierra, a San Cristóbal de Las Casas.
E da lunedì 30 dicembre a mercoledì 2 gennaio, nel Caracol di Oventic si svolgerà il Festival Culturale Zapatista e dei firmatari della Dichiarazione di Vita.
Il Subcomandante Insurgente Moisés, nel suo discorso in commemorazione del 31° anniversario della rivolta armata del 1994, ha spiegato che, sebbene il sistema capitalista cerchi di imporre la violenza, esiste un'altra via, che è pacifica. «Per questo è necessario organizzarsi per difendersi. Perché non smetteranno mai di sfruttarci", ha avvertito.
«Nella lotta pacifica scopriamo due armi, che sono: Resistenza e Ribellione. La lotta politica pacifica è possibile con la resistenza e la ribellione", ha affermato il portavoce, zapatista, in un discorso rivolto ai compagni caduti e a coloro che continuano a lottare.
«Non vogliamo la guerra, cosa che fa il sistema capitalista. Lottiamo per la vita. Dopo 31 anni dimostriamo concretamente ciò che stiamo costruendo. Il sistema capitalista non ci costringerà a fare la guerra”, ha sottolineato Moisés. "Non è giusto che vogliano ucciderci, che vogliano farci la guerra, per costruire la libertà, la giustizia e la democrazia per il popolo", ha aggiunto.
«Ma vogliamo anche far capire che siamo pronti a difenderci. Non stiamo minacciando, stiamo dicendo la verità. Ci difenderemo se verranno ad attaccarci. "Siamo migliaia", ha affermato il subcomandante.
«Sappiamo che non ci lasceranno liberi di costruire la vita che desideriamo. Perché siamo il cattivo esempio per i cattivi governanti e per i ricchi... Ciò che abbiamo adesso non lo otteniamo gratuitamente. "È stato con il sangue dei nostri compagni caduti", ha ricordato.
«Un anno fa dicevamo che insieme dobbiamo costruire la nuova vita, la nuova società. Conoscevamo già i mali del sistema. Adesso dobbiamo fare il cambiamento”, ha aggiunto il ribelle del Chiapas. "Pensiamo a come vogliamo una nuova vita... Torniamo a organizzarci, a riunirci, a pensare", ha invitato.
«La Madre Terra è la fonte della vita. Il denaro non compra la vita. La terra è la fonte di vita per le generazioni future, quindi dobbiamo assumerci la responsabilità di prendercene cura... Vi invitiamo ad organizzarvi per la nuova società Noi sfruttati sappiamo come vogliamo una nuova vita. Ciò richiede organizzazione”, ha spiegato Moisés.
«Vediamo che non c'è più vita nel capitalismo... È necessario condividere le conoscenze e che ciascuno veda ciò che gli può servire nel proprio territorio... Avanti, compagne e compagni del Messico e del mondo. "Lunga vita a coloro che lottano per un mondo nuovo!", ha concluso il Subcomandante in un messaggio che è stato tradotto in modo coordinato in varie lingue originarie del Chiapas.
VIDEO
con gli interventi del Subcomandante Insurgente MOISES e del Capitàn Insurgente MARCOS
Fonte: (MEX) radiozapatista.org - 1 gen. 2025
Traduzione dallo spagnolo a cura de LE MALETESTE
Ezln, 31 anni di rivolta. Torna Marcos: «Vogliamo un mondo plurale»
I festeggiamenti in Chiapas e l'apertura della nuova fase «Comune»
di Andrea Cegna
Città del Messico, 1 gennaio 2025
«Distruggere il sistema capitalista costruendo alternative» è l’idea che emerge dai festeggiamenti per i 31 anni della rivolta, iniziata il 1 gennaio del 1994, dall’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale. Donne e uomini dell’Ezln hanno ribadito che la loro è una lotta per la vita, che non vogliono la guerra, rifiutano la violenza ma allo stesso tempo sono pronti a difendersi dagli attacchi che governi, crimine organizzato e interessi economici portano alle comunità indigene in resistenza del Chiapas.
Al caracol di Oventik la festa è iniziata a mezzogiorno del primo gennaio con opere di teatro e spettacoli musicali che poi han lasciato spazio al discorso del Comitato clandestino rivoluzionario indigeno letto dal Subcomandate Moises.
Prima della festa ci sono stati tre giorni di incontri e dibattiti a San Cristobal de Las Casas, che hanno aperto ad una nuova fase dell’Ezln.
Zapatiste e zapatisti resistono perchè sono capaci di re-inventarsi continuamente, fanno dell’organizzazione la loro forza, della determinazione la loro utopia. E come diceva Eduardo Galeano l’utopia permette di camminare, e loro non si fermano.
L’Ezln si è preso del tempo, ha chiuso i Caracol durante il covid e non li ha mai riaperti al pubblico. 200 militanti dell’organizzazione hanno viaggiato per l’Europa, affrontato il governo di Andres Manuel Lopez Obrador (e ora di Claudia Sheinbaum) e così le politiche di sussunzione del mondo artistico, intellettuale e associativo che la «Quarta Trasformazione» e «l’umanesimo messicano» (così Morena, il partito di Amlo e Sheinbaum, chiamano i propri fondamenti teorici) opera.
Così come le politiche che alimentano lo scontro inter-comunitario per lo sfruttamento dei terreni: il progetto “Sembrando Vita” che gli Zapatisti hanno rinominato “Sembrando Morte”.
Hanno deciso di cambiare il loro modello organizzativo e per fare questo hanno scelto la via del silenzio e dello studio facendo i conti con errori interni, allontanamenti, aumento della violenza nello stato e le stanchezze che 31 anni di ribellione si portano dietro.
Hanno deciso di raccontarsi, lo hanno fatto in maniera collettiva con la voce dei comandanti e delle comandanti, e hanno ridato la parola in pubblico a Marcos.
Il subcomandante «è un’arma tattica» che permette di attirare media e militanti dal Messico e dal mondo. L’indubbia, e forse unica, capacità di Marcos, tornato ad essere capitano come nel 1984 – quando entrò in clandestinità arrivando nella Selva Lacandona – di trasformare il pensiero collettivo delle donne e degli uomini dell’Ezln in poesia, rende codificabile e comprensibile la proposta politica a chi appartiene all’universo campesino così come a quello urbano. La capacità di scrivere e comunicare di Marcos ha permesso all’Ezln di invadere gli spazi della comunicazione, ma lo zapatismo è molto più ampio e complesso e purtroppo, nonostante siano passati 31 anni, l’attenzione ricade ancora sul personaggio e sul singolo.
La nuova fase della rivoluzione zapatista si chiama “Comune”: una proposta di pace che prevede, tra le altre cose, l’uso collettivo, non solo di chi fa parte dell’organizzazione, dei campi recuperati con l’inizio dell’insurrezione. E così una nuova strutturazione, più democratica, partecipativa, mutualistica e orizzontale, dell’autogoverno inaugurato nel 2003. Il “comune” è quindi una proposta di governo del territorio anti-capitalista, dove la madre terra viene preservata e proprietà privata e privilegi saranno superati.
Una nuova fase che propone di mettere in relazione, a livello internazionale, lotte e resistenze, valorizzando le differenze.
L’Ezln inviterà, in estate, ribelli e resistenti di tutto il mondo per discutere, alla pari. Riconoscendo, come detto da Marcos, che «siamo molto diversi, non possiamo aspirare a egemonizzarci a vicenda: è inutile, non ne vale la pena e un mondo omogeneo non è il mondo che vogliamo». Vogliamo «un mondo fatto di tanti mondi, dove ci siamo anche noi».
Fonte: ilmanifesto.it - 2 gen. 2025