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ANTIGONE. Presentato "Senza respiro", il XXI° rapporto sulle condizioni di detenzione in Italia

👨🏻‍⚖️ LE MALETESTE 👩🏻‍⚖️

29 mag 2025

Esplodono le carceri minorili mentre, in generale, almeno in trenta istituti gli spazi per i detenuti si riducono a celle da meno di tre metri quadri per ogni persona - ANTIGONE e ANSA

di ANTIGONE

Giovedì, 29 maggio 2025


È stato presentato oggi a Roma il XXI Rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione in Italia, intitolato “Senza respiro”. Un titolo che non è una metafora, ma una fotografia lucida di un sistema penitenziario al collasso, dove protetto, operatori e istituzioni sono sempre più in affanno.


Nel 2024 l'Osservatorio di Antigone ha visitato 95 istituti penitenziari per adulti e la maggior parte degli istituti penali per minorenni in tutta Italia, da Bolzano ad Agrigento. Il quadro emerso è drammatico: sovraffollamento record, carenza di personale, diritti compressi e una deriva punitiva che mette a rischio la tenuta costituzionale del sistema.


Al 30 aprile 2025 i detenuti in Italia erano 62.445, a fronte di una capienza regolamentare di 51.280 posti. Ma considerando i posti non disponibili (oltre 4.000), il tasso reale di affollamento è del 133%, con circa 16.000 persone che non hanno un posto regolamentare. 58 carceri su 189 hanno un tasso di sovraffollamento superiore al 150%. Gli istituti più affollati al momento sono Milano San Vittore (220%), seguito da Foggia (212%) e Lucca (205%). In tutti e tre i casi ci sono più del doppio delle persone che quelle carceri potrebbero e dovrebbero contenere. 


Negli ultimi due anni la popolazione detenuta è cresciuta di oltre 5.000 unità, mentre la capienza effettiva è diminuita di 900 posti. Negli ultimi mesi ogni sessanta giorni sono entrati in carcere 300 persone in più. Dinanzi a quanto sta accadendo l'unica risposta dell'Esecutivo passa da un piano per l'edilizia penitenziaria che, proprio per i numeri e per la loro crescita, non può essere in alcun modo la soluzione. Considerando che mediamente un istituto in Italia ospita 300 persone, ogni due mesi aggiungere un nuovo carcere al piano di edilizia. 


Questo anche a fronte di un attivismo penale del governo che ha un impatto diretto e drammatico sul carcere. Con il decreto sicurezza, approvato ad aprile 2025 e in discussione in Parlamento per la sua conversione in legge, è stato introdotto tra gli altri un nuovo reato che punisce anche le proteste pacifiche e non violente con pene più alte di quelle previste per i maltrattamenti in famiglia, escludendo le persone detenute anche dal possibile accesso alle misure alternative, come avviene per i reati di mafia e terrorismo. Se si considera che dal nel 2024 si sono contati 1.500 episodi di protesta, coinvolgendo almeno 6.000 persone detenute, se ognuna di loro fosse stata condannata in media a 4 anni di carcere, si rischierebbero 24.000 anni di carcere in più per chi sta già scontando una pena.


Proteste che generalmente riguardano le persone detenute più fragili, quelle con più problematiche e che si sanno fare meno la galera: tossicodipendenti, senza dimora, stranieri senza difesa legale, persone con problemi psichiatrici. Categorie che rappresentano anche la maggior parte di chi ha pene brevi. Al momento il 51,2% dei detenuti con condanna definitiva ha meno di tre anni da scontare, soglia che consente – almeno teoricamente – l'accesso a misure alternative. Più di 1.370 persone sono in carcere per pene inferiori a un anno.


Ma il sovraffollamento non colpisce solo le carceri per adulti. Per la prima volta nella storia interessa anche gli istituti penali per minorenni dove sono 611 i ragazzi detenuti (di cui 27 ragazze). Un record storico che ha caratteri preoccupanti se si pensa al fatto che alla fine del 2022 negli Ipm c'erano 381 persone. Frutto del decreto Caivano che ha fatto crescere enormemente i numeri, soprattutto dei ragazzi in custodia cautelare (il 65% dei minorenni è infatti recluso senza una condanna definitiva).


Di fronte a questa situazione Antigone ha avanzato tre proposte che si possono rendere immediatamente operative: Un atto di clemenza per i detenuti con residuo pena inferiore ai 2 anni; provvedimenti collettivi di misura alternativa decisi dai Consigli di disciplina da riunirsi in forma straordinaria per discutere grazie e altri provvedimenti per detenuti che abbiano meno di un anno di pena; divieto di nuove carcerazioni, se non in casi eccezionali, se non vi è un posto regolamentare disponibile.


Durante la presentazione Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, ha chiamato ad una grande alleanza costituzionale. "Di fronte a tutto questo - ha detto - dobbiamo costruire una grande alleanza di tutti coloro che intendono muoversi nel solco dell'articolo 27 della Costituzione, a partire dalle Università, dalle associazioni, dal mondo delle professioni e dai sindacati. Il carcere non va trasformato in una trincea di guerra. Chi usa toni militareschi o guerrafondai per orientare e gestire la vita carceraria commette un gravissimo atto di insubordinazione costituzionale che renderà durissima la vita degli stessi poliziotti. É necessario che a partire dal linguaggio si ridefinisca un senso comune della pena e quanto meno non si metta mai in discussione la necessità di tutelare sempre la dignità di tutte le persone private della libertà. Le parole forti di Papa Francesco per una pena mite e mai disumana, nonché il suo discorso contro i mercanti della paura, speriamo restino un monito per tutti".



Il rapporto completo è disponibile al link qui sotto, dove si possono trovare anche i passati rapporti.



Fonte: antigone.it - 29 maggio 2025




Emergenza carceri: tre metri quadrati di spazio a testa, record di detenuti minori

Negli istituti quasi una persona su 2 fa uso di sedativi o ipnotici. Il report di Antigone, in 58 istituti tasso di affollamento oltre 150%


ROMA, 29 maggio 2025, 13:35

di Lorenzo Attianese


Esplodono le carceri minorili mentre, in generale, almeno in trenta istituti gli spazi per i detenuti si riducono a celle da meno di tre metri quadri per ogni persona.


È 'Senza Respiro' il titolo del dossier diffuso da Antigone: una sintesi che punta a descrivere così l'attuale situazione nei penitenziari italiani.

Secondo i numeri raccolti nel rapporto, il sovraffollamento con la carenza di strutture adeguate resta uno dei problemi principali, connesso alla mancanza di un adeguato supporto psicologico e dell'effettivo reinserimento nel mondo del lavoro fuori dagli istituti. Con oltre 62mila detenuti - in lieve calo rispetto all'anno precedente - anche tenendo conto dei posti non disponibili per inagibilità o ristrutturazioni, il tasso medio effettivo di affollamento è almeno del 133%: in due anni la capienza effettiva è diminuita di 900 posti mentre i detenuti sono cresciuti di 5mila unità. Solo 36 carceri su 189 non sono sovraffollate: 58 hanno invece un tasso superiore al 150%.


Su questo dato la maglia nera va all'istituto di San Vittore, seguito da quelli di Foggia e Lucca. E in trenta istituti sui 95 visitati dai rappresentanti di Antigone "c'erano celle in cui non erano garantiti tre metri quadri calpestabili per ogni persona, in 12 c'erano celle senza riscaldamento e in 43 carceri celle senza acqua calda".

Non va meglio, secondo l'associazione, per i nuovi padiglioni prefabbricati in arrivo: "Sono sovraffollati già da progetto, ossia poco più di 5 metri quadri a persona".


Nel 2024 - rileva ancora il report - si sono verificati circa 1.500 episodi di protesta collettiva non violenta nelle carceri. Invece dallo scorso 12 aprile, ovvero da quando il decreto sicurezza è stato pubblicato, fino alla fine dello stesso mese ci sono stati cinque episodi di proteste collettive, che hanno coinvolto circa 80 detenuti. Il numero dei reati per ogni detenuto è pari a 2,4: i più commessi sono quelli contro il patrimonio.

Continuano a calare i detenuti in custodia cautelare: quelli con sentenza passata in giudicato, che erano il 71,7% alla fine del 2023, sono saliti al 73,5% alla fine del 2024. Dunque le persone in attesa di giudizio e presunte innocenti sono il 26,5%. Sono 9.475 quelli in attesa di primo giudizio, con la custodia cautelare che pesa maggiormente sugli stranieri. Il carcere è comunque la misura cautelare più usata (28,9%) e nel 12% dei casi - stando agli attuali esiti sui provvedimenti - il soggetto non viene condannato. Negli istituti gli infra venticinquenni alla fine del 2024 rappresentavano il 6,4% delle presenze.


Sono invece quasi 10mila le persone condannate in sentenza per scontare una pena inferiore ai tre anni. Dal focus sul sistema minorile emergono "rischi di implosione tra sovraffollamento e tensioni" e un record negativo: sono 611, di cui 27 ragazze (al 30 aprile scorso) i giovani detenuti in questi istituti, con una crescita del 54% in due anni (metà sono minori stranieri non accompagnati) mentre 189 ultra-diciottenni sono stati trasferiti nei penitenziari per gli adulti. Inoltre 9 Ipm su 17 sono sovraffollati: al Beccaria di Milano e a Cagliari il tasso è del 150%.


Riguardo alle circa 2.700 donne detenute, l'80% è in sezioni femminili all'interno di carceri maschili. Sono undici i bambini che vivono in carcere con le loro madri, di cui nove straniere. Ad ottobre 2023 erano 66 gli uomini detenuti che avevano formalmente dichiarato la propria omosessualità. Di questi, la metà in "sezioni protette promiscue", ossia nelle sezioni destinate ad autori di reati che provocano disapprovazione sociale (ad esempio, i reati sessuali), o in sezioni comuni. Le donne trans erano invece 70, tutte detenute in carceri maschili.


Secondo Antigone lo 0,4% degli stranieri in Italia è in carcere, questi rappresentano il 31,6% della popolazione detenuta: Lombardia (20,8%) e Lazio (9,8%) le regioni dove sono più presenti. È minimo il numero dei mediatori culturali: 1,7 ogni cento detenuti stranieri. In generale sono sono 963 gli educatori, in media meno di uno ogni 64 detenuti, mentre mancano 96 direttori di carceri. Lavora meno di un detenuto su tre, quasi tutti per il Dap e solo lo 0,4% (249) è impiegato per aziende private. Altri dati drammatici riguardano la salute mentale in carcere: nel 2024 l'autolesionismo è aumentato del 4,1% rispetto al 2023. Il 2024, con 91 suicidi, è l'anno con più morti in carcere di sempre.



Fonte: ansa.it - 29 maggio 2025, 13.35

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