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ITALIA MOVIMENTI. Stretta repressiva prende di mira il movimento delle donne e quello della difesa ambientale

📢 LE MALETESTE 📢

3 mar 2024

Roma, Gruppo di giovani femministe di Non Una Di Meno scrive sui muri «Sorella non sei sola» contro la violenza di genere: fermate in 50. / Giustizia climatica. L'Onu denuncia: 'anche in Italia nuove leggi ad hoc, repressive contro gli attivisti del clima'.
di LUCIANA CIMINO e FEDERICA ROSSI

Roma, scrivevano sui muri «Sorella non sei sola»: fermate in 50


LA REPRESSIONE. L’azione, organizzata nell'ambito dell'8 marzo, è avvenuta nelle stazioni Atac. Le attiviste hanno anche segnato il numero anti violenza 1522. Per le forze dell'ordine si è trattato di vandalismo


di Luciana Cimino, ROMA

3 marzo 2024


Di buono c’è che tre vagoni della metro di Roma sono stati finalmente puliti. Per il resto, nella cronaca della «Passeggiata indecorosa» organizzata da Assemblea Aracne nelle stazioni della metropolitana capitolina, finita con il trattenimento di una cinquantina di minorenni, non ci sono che elementi inquietanti.


Giovedì scorso un gruppo numeroso di ragazze dell’organizzazione transfemminista studentesca, che fa parte della rete di Non Una di Meno, ha manifestato per la sicurezza nei mezzi pubblici nell’ambito delle iniziative previste per lo sciopero dell’8 marzo. «Armate di bombolette spray», come riferito dalle forze dell’ordine, hanno lasciato sui vagoni e nelle stazioni scritte rosa con il numero antiviolenza 1522 e lo slogan «Sorella non sei sola».


In via Marmorata sono state circondate da due blindati e decine di poliziotti in tenuta antisommossa, solo l’intervento dell’assessore di Si del Municipio Roma 3, Luca Blasi, ha evitato l’identificazione delle ragazze, che però sono state trattenute fino a tarda sera. «Non ho mai visto un tale spiegamento di forze dell’ordine per qualche scritta sui muri riportante il numero dei centri anti violenza», ha denunciato Blasi.


Di certo alla Passeggiata Indecorosa, che si tiene a Roma da anni, non è mai successo un episodio simile. In serata l’Atac ha comunicato: «L’azienda inizierà subito le operazioni di pulizia e riordino di mezzi e stazioni ma, oltre ai costi provocati da questi comportamenti incivili, vi è il rischio di non avere domani i treni a disposizione per il servizio».


«Ridicolo, l’Atac non si è mai espressa sulle molestie che avvengono quotidianamente sui mezzi, in pieno giorno, e ora addita le donne come vandale – denuncia Vanessa di Nudm -. Sarebbe da rispondere che finalmente hanno pulito i treni ma inquieta il racconto dei media su quello che è successo: inserire le proteste nel quadro del ‘vandalismo’ serve a giustificare la repressione».


Per il collettivo transfemminista è in atto «un ribaltamento della realtà come nelle manifestazioni per la Palestina o le occupazioni studentesche, che vengono infantilizzate e punite per neutralizzarne le istanze».


Non Una Di Meno, con Cgil e associazioni antiviolenza, dà appuntamento per lo sciopero in occasione della Giornata Internazionale della Donna: «Vogliamo trasformare la potenza del 25 novembre (quando a Roma manifestarono oltre 500mila persone, ndr) in blocco della produzione e della riproduzione, contro il governo che tratta la violenza di genere come problema securitario».

Contro il lavoro precarizzato e lo smantellamento di welfare e sanità pubblica, per il cessate il fuoco su Gaza: «Scioperare contro il patriarcato è scioperare contro la guerra».


 

L’Onu: anche in Italia nuove leggi repressive contro gli attivisti del clima


L'ANALISI. Un rapporto denuncia il tentativo di silenziare gruppi come Extinction ribellion e Ultima generazione. Dopo aver diffuso volantini, a 15 è stato vietato di entrare a Torino per due anni


di Federica Rossi

1 marzo 2024


Difendere il territorio sì, difendere il territorio no. Il governo italiano sembra confuso di fronte alle manifestazioni per l’ambiente: alcune le incoraggia, come i trattori; altre le reprime con il carcere. Come se non importasse tanto il cosa, ma il chi. L’Onu con il nuovo rapporto «Repressione delle proteste ambientaliste e disobbedienza civile» firmato da Michel Forst, l’inviato speciale per i difensori dell’Ambiente e dei Diritti umani, punta i riflettori sullo stato di violazione del diritto di protesta.


Un fenomeno esteso a macchia d’olio nel democratico occidente in cui l’Italia fa da capofila. Si fa riferimento alla recente legge eco-vandali, entrata in vigore a gennaio, che può punire anche con il carcere coloro che danneggiano non solo le opere d’arte, ma anche i materiali di rivestimento, come il basamento di una statua. Proprio i target delle proteste dei gruppi ambientalisti. Più che legge contro dei reali vandali, è ormai chiaro anche all’Onu il carattere di legge ad hoc contro le azioni di chi si schiera contro l’emergenza climatica.


Nel lavoro, frutto anche di consultazioni dirette con Extinction Rebellion e Amnesty International, l’Onu riporta l’uso del codice antimafia per reprimere le proteste ambientaliste. Tra queste i fogli di via, che vietano la permanenza in una città alla persona che li riceve, anche se è lì che si vive. Sono nominati in particolare i casi di Torino della scorsa estate: a quindici attivisti di Xr, dopo aver distribuito dei volantini, è stato vietato di entrare nel capoluogo piemontese anche per due anni.


L’indagine di Forst è durata oltre un anno in diversi paesi e ha concluso che la repressione con la quale gli stati fronteggiano le proteste degli eco attivisti rappresenta una minaccia grave per la democrazia e per il rispetto dei diritti umani.


Secondo lo special rapporteur «l’emergenza ambientale che stiamo affrontando collettivamente e che gli scienziati documentano da decenni non può essere affrontata se coloro che lanciano l’allarme e chiedono un’azione vengono criminalizzati per questo». E ancora «L’unica risposta legittima all’attivismo ambientale pacifico e alla disobbedienza civile a questo punto è che le autorità, i media e il pubblico si rendano conto di quanto sia essenziale per tutti noi ascoltare ciò che i difensori dell’ambiente hanno da dire».


Nel rapporto non mancano passaggi in cui Forst sottolinea il ruolo negativo dei media che criminalizzano lo proteste degli eco-attivisti, spesso definendo le loro azioni come «terroristiche».


Il caso della legge contro gli «eco vandali» in Italia è tutt’altro che isolato. Nel rapporto viene affiancato al Police, Crime, Sentencing and Courts Act del 2022 e al Public Order Act del 2023 nel Regno Unito, così a come le recenti disposizioni che in Germania vietano qualsiasi forma di protesta pacifica, sit-in compresi. In Spagna nella relazione per l’anno 2022 della procura, Extinction Rebellion viene citata come una delle organizzazioni del «terrorismo internazionale».

Eppure, fa notare amaramente Forst, tutte le nazioni ispezionate e citate nel rapporto aderiscono alla Convenzione di Aarhus, in base alla quale le proteste pacifiche per l’ambiente sono un esercizio legittimo del diritto a partecipare al processo decisionale, coloro che vi partecipano dovrebbero essere protetti.


fonte: il manifesto.it - edizioni del 1 e 3 marzo 2024

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