
LE MALETESTE
24 ago 2025
Gli ultimi comunicati dell'ONG e il video con la dichiarazione di disobbedienza civile
16 / ago / 2025
È partita la nuova missione di Mediterranea con la nuova nave. "Unire le forze per soccorrere più persone in mare”.
Questa mattina, al largo di Trapani, fuori dalle acque territoriali italiane, si è svolto un incontro simbolico e profondamente significativo tra le due navi di Mediterranea Saving Humans: la Mare Jonio e la nostra nuova nave “Mediterranea”.
18 / ago / 2025
I miliziani libici tentano di intimidire Mediterranea in acque internazionali
Nelle foto scattate dall’equipaggio di MEDITERRANEA si possono riconoscere i colori blu e rosso caratteristici della General Administration for Coastal Security (GACS) già nota per innumerevoli violente operazioni di intercettazione e cattura in mare di persone in fuga dalla Libia.
21 / ago / 2025
Gettati in mare dai miliziani libici. Soccorse 10 persone in acque internazionali al largo di Tripoli
Mediterranea ha soccorso dieci persone gettate in mare, in acque internazionali a 30 miglia dalle coste della Libia, da un gommone di tipo militare, che si è subito allontanato a grande velocità. Hanno rischiato di affogare: in pericolo di vita, sono state recuperate in mare dal nostro Rescue Team.
23 agosto 2025, 17.56
PROTEGGIAMO LE PERSONE SOCCORSE. DISOBBEDIAMO AD UN ORDINE INGIUSTO.
La nostra nave fa rotta sul porto di Trapani perché i superstiti soccorsi a bordo devono al più presto ricevere cure mediche e psicologiche a terra.
Le 10 persone, cittadini kurdi di Iran e Iraq, egiziani e siriani, tra cui tre minori non accompagnati di 14, 15 e 16 anni, già duramente provati dalle condizioni di detenzione e da violenze e torture subite durante la permanenza in Libia, sono pesantemente traumatizzate dalle condizioni in cui è avvenuto il loro soccorso.
Infatti, imbarcati con la minaccia delle armi, non appena partiti dalle coste libiche, hanno assistito alla sparizione in mare di quattro compagni che viaggiavano con loro e poi, come noto, sono stati violentemente gettati in mare dai miliziani trafficanti che conducevano l’imbarcazione.
È inumano e inaccettabile che il Ministero dell’Interno voglia costringere queste dieci persone a sostenere ancora tre giorni di navigazione per raggiungere il lontano porto di Genova.
Con uno straordinario atto di disobbedienza civile la Ong Mediterranea ha sfidato apertamente governo e ministero dell’Interno ed è sbarcata questa sera nel porto di Trapani - invece che nella lontanissima Genova - con a bordo dieci migranti, tra cui tre minori.
Il governo, con un atto di sadismo istituzionale, aveva indicato Genova come “porto sicuro”, a 1000 chilometri di distanza, ma l’equipaggio si è opposto in nome del diritto del mare e, soprattutto, della Costituzione italiana.
Il comandante Paval Botica e il capomissione Beppe Caccia si sono assunti la “piena responsabilità” di questa scelta con parole a cui non siamo più abituati.
da LORENZO TOSA (pagina facebook - 23 agosto, 23.57)
“Non possiamo tollerare giochetti politici sulla pelle di dieci ragazzi che stanno male e devono essere curati, gettati in mare a calci e pugni, di notte, dai miliziani libici, con onde oltre il metro e mezzo, come fossero rifiuti. Che il governo se la prenda con noi, non con i naufraghi superstiti. Disobbediamo a un ordine ingiusto e inumano del ministero dell’Interno. Ma così facendo obbediamo al diritto marittimo, alla Costituzione italiana e alle leggi dell’umanità”.
IL VIDEO
(click sul punto interrogativo e poi click su immagine per visualizzare)
24 / ago / 2025 - h. 15.11
Alle ore 20:45 di ieri, Mediterranea ha attraccato al porto di Trapani, disobbedendo all’ordine del Viminale di dirigersi a Genova per far sbarcare con urgenza le dieci persone che abbiamo soccorso.
Ora sono al sicuro e potranno ricevere le cure mediche e psicologiche adeguate.
Nonostante l’ordine del Viminale che ci ha assegnato come porto di sbarco Genova, abbiamo deciso di attraccare a Trapani.
Siamo consapevoli delle conseguenze che questa decisione può comportare in un contesto in cui le operazioni di soccorso vengono sanzionate e criminalizzate, mentre i trafficanti di esseri umani e le violazioni sistematiche dei diritti umani restano impunite.
Tuttavia non possiamo accettare una visione del mondo in cui gli esseri umani sono trattati come merce.
Resistere a questa deriva significa difendere la nostra stessa umanità. E noi, come sempre, abbiamo scelto di farlo.
Fonte: mediterranearescue.org