
✅ LE MALETESTE ✅
3 apr 2025
Vendetta ad orologeria. "Finché non saremo tutti e tutte libere non sarà finita" - ASSOCIAZIONE A RESISTERE e MAMME IN PIAZZA PER LA LIBERTA' DI DISSENSO (Torino)
di Mamme in piazza per la libertà di dissenso
2 aprile 2025, 17.53
𝗩𝗘𝗡𝗗𝗘𝗧𝗧𝗔 𝗔 𝗢𝗥𝗢𝗟𝗢𝗚𝗘𝗥𝗜𝗔
Eravamo ancora in cerca delle parole con cui esprimere la felicità per la sentenza del processo Sovrano, e non sarebbe stato facile.
La sbornia di emozioni che si è scatenata da quando abbiamo udito le parole in aula: “𝑉𝑖𝑠𝑡𝑜 𝑙’𝑎𝑟𝑡𝑖𝑐𝑜𝑙𝑜 530 𝑑𝑒𝑙 𝑐𝑜𝑑𝑖𝑐𝑒 𝑝𝑒𝑛𝑎𝑙𝑒 𝑎𝑠𝑠𝑜𝑙𝑣𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑐ℎ𝑒́ 𝑖𝑙 𝑓𝑎𝑡𝑡𝑜 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑢𝑠𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑟𝑒𝑎𝑡𝑜 𝑎 𝑙𝑜𝑟𝑜 𝑎𝑠𝑐𝑟𝑖𝑡𝑡𝑜 𝑐𝑎𝑝𝑜 1“ che in termini giuridici significa: “𝑛𝑒𝑠𝑠𝑢𝑛𝑎 𝑎𝑠𝑠𝑜𝑐𝑖𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑖𝑛𝑞𝑢𝑒𝑟𝑒” è stata inimmaginabile.
Per 2 lunghissimi anni, per oltre 50 udienze, il cappio dell’associazione a delinquere e la prospettiva di lunghi anni di pene detentive si era stretto attorno al collo dei 28 imputati, soffocandone la vita e le scelte.
L’assoluzione finalmente libera tutti e tutte!
E non solo, libera di fatto tutte le lotte sociali che con quella sentenza avrebbero dovuto fare i conti. Le lotte sociali sono dunque ancora lecite in questo paese. Possono essere conflittuali e antagoniste ma non criminali, non è cosa da poco quando un Parlamento sta decidendo di approvare il DDL Sicurezza.
La giudice prosegue la lettura del dispositivo per gli altri capi d’accusa: i reati riconosciuti sono pochi e le condanne molto ridimensionate. E’ difficile stare in silenzio per i 20 minuti di lettura dell’intero dispositivo, l’enorme ansia che stava macerando tutti i presenti, gli imputati e un foltissimo pubblico, è finalmente esplosa con altissime grida di giubilo, applausi, cori e qualche sfottò alla PM che ha imbastito l’intero teorema.
E mentre PM e Digos scivolano via in silenzio noi tutti ci riversiamo in strada e ci uniamo al resto di una folla giubilante e festante, che subito diventa corteo. Finalmente risentiamo la voce di Dana che riprende parola e vigore, liberata dallo spettro di finire in carcere per ogni parola detta in un megafono. C’è uno splendido sole che ci accompagna attraverso la città fino all’Aska dove continua la festa.
𝗖’𝗲̀ 𝗶𝗹 𝘀𝗼𝗹𝗲, 𝗶 𝗿𝗮𝗴𝗮𝘇𝘇𝗶 𝗲 𝗹𝗲 𝗿𝗮𝗴𝗮𝘇𝘇𝗲 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗹𝗶𝗯𝗲𝗿𝟯, 𝗹𝗲 𝗹𝗼𝘁𝘁𝗲 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗹𝗶𝗯𝗲𝗿𝗲, 𝗼𝗴𝗴𝗶 𝗲̀ 𝗯𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝘂𝗻 𝟮𝟱 𝗮𝗽𝗿𝗶𝗹𝗲!!!
Pensavamo che mentre noi si festeggiava qualcuno nelle stanze istituzionali avrebbe dovuto farsi un esame di coscienza: quanto tempo/lavoro di poliziotti, digossini, magistrati, cancellieri del tribunale sono stati utilizzati per questa inchiesta e questo processo? Quanti soldi pubblici sono stati buttati? Forse non sarebbe il caso di fermarsi a riflettere su come orientare il lavoro della Procura?
Lo pensavamo noi, che siamo gente che pensa al bene comune e alla collettività.
𝗟𝗼𝗿𝗼 𝗵𝗮𝗻𝗻𝗼 𝘀𝗼𝗹𝗼 𝗽𝗲𝗻𝘀𝗮𝘁𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝘃𝗲𝗻𝗱𝗲𝘁𝘁𝗮.
Manco un giorno ci hanno messo, il tempo di tirare fuori le carte dai cassetti e farle firmare. La giustizia ad “orologeria” è un altro classico della nostra questura: quante volte in occasione di avvenimenti come manifestazioni importanti o Festival organizzati dai militanti, o quando è stato annunciato il percorso “Aska Bene Comune”, sono arrivate con inquietante puntualità denunce e misure cautelari.
Siamo al giorno due e alle 6 di questa mattina la digos si presenta a casa di 8 militant3 di Askatasuna con 8 denunce e applicazione di misure cautelari: 4 ai domiciliari e 4 agli obblighi di firma, per la loro presenza ad un corteo del 9 gennaio in occasione delle proteste per l’uccisione di Ramy.
Gli scontri davanti ad un commissariato sono violenti, i/le ragazz3 hanno sfogato una profonda rabbia sociale.
Ma i/le ragazz3 presenti erano davvero tanti, una moltitudine appartenente a diversi collettivi e organizzazioni, come ormai da molti mesi in questa città.
Com’è possibile allora che gli unici identificati a cui sono state notificate le misure siano i “soliti noti”: militanti molto attivi di Askatasuna? Che forse erano semplicemente presenti?
Ad oggi non possiamo saperlo, le carte non sono pubbliche e si attende l’interrogatorio di garanzia.
A noi resta il dubbio di una vendetta orchestrata e di un centro sociale che si vuole eliminare, in un modo o in un altro.
fonte: https://www.facebook.com/mammeinpiazza - 2 apr. 2025
di notav.info
31 Marzo 2025, 17:46
Il comunicato di Associazione a Resistere
Oggi il Tribunale di Torino ha pronunciato la sentenza in primo grado per il processo “Sovrano”: tutti e tutte assolti per il capo di associazione a delinquere! Le pene per i reati singoli sono stati ridimensionati. Un passaggio epocale per le lotte di tutto il Paese.
Questo non ci basta, di seguito accenniamo ad alcune considerazioni a caldo.
La storia dei movimenti sociali voleva essere negata sul palcoscenico in cui va in scena la giustizia. Il tentativo della questura e della procura della città di Torino viene squalificato e rimandato al mittente.
Quella che conosciamo oggi è una giustizia finalizzata a garantire lo status quo, atta ad alimentare la disuguaglianza sociale, tutelando gli interessi borghesi pronti a volersi riprodurre sulla pelle di chi non ha gli stessi privilegi.
Per questo, finché non saremo tutti e tutte libere non sarà finita.
Le misure preventive indicate dalla procuratrice generale Lucia Musti in occasione dell’udienza di oggi mostrano ostentatamente il disprezzo e la repulsione nei confronti di chi in questo Paese ha il coraggio di non girarsi dall’altra parte, oltre alla volontà di creare un clima di tensione e allarmismo.
Un teorema basato su fantasie morbose di alcuni individui pronti a tutto pur di fare carriera, come dimostra la promozione del dirigente della digos Carlo Ambra che ha diretto le indagini, non viene accolto. L’Askatasuna, il Movimento No Tav e lo Spazio Popolare Neruda non sono un’associazione a delinquere.
Ora non c’è più tempo per perdere tempo.
Se oggi l’ostinazione del potere è una condizione con cui dover fare i conti in maniera sempre più stringente, ancor più urgente diventa ambire a un orizzonte differente, radicalmente diverso. E praticarlo.
L’associazione a resistere non è uno slogan ma è l’espressione effettiva delle lotte che autonomamente sono capaci di incidere nel proprio ambito.
Non si può fermare, perché associazione a resistere é chi mette a rischio se stesso per difendere un pezzo di territorio, é chi partecipa a un picchetto, chi a uno sciopero, l’associazione a resistere é chi occupa una scuola, é chi vuole costruire per sé e per tutti un futuro migliore, associazione a resistere é chi blocca una nave piena di armi, é chi si organizza per non lasciare nessuna da sola. Non si può circoscrivere, perché ogni giorno c’è chi resiste al ricatto del lavoro, alla perdita della propria terra, allo sfruttamento delle menti.
Le scadenze che si susseguiranno nei prossimi mesi saranno la risposta a una fase generale di guerra e criminalizzazione del dissenso che, a testa alta, dovrà venire messa in campo. Contro la guerra, contro il riarmo, contro la militarizzazione della società, alimentando la possibilità di una società più giusta a fronte di governi che ci vorrebbero inerme carne da cannone.
Con la certezza nel cuore che i compagni e la compagne colpite dalla condanna per i reati singoli non saranno mai lasciati indietro, guardiamo avanti perché la responsabilità di assolvere nel miglior modo possibile il compito storico dei militanti politici oggi, per tutti coloro che si riconoscono in una scelta che antepone gli interessi collettivi a quelli individuali, é prioritaria.
L’associazione a resistere sta nel sogno realizzato che quotidianamente viene costruito collettivamente, per questo non ci farete più perdere tempo.
fonte: notav.info - 31 mar. 2025