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OMSU. Il 4 novembre non è la nostra festa: la scuola non si arruola

LE MALETESTE

22 ott 2025

4 novembre 2025: Convegno Nazionale – Formazione online “La Scuola non si arruola”, per mettere fuori la guerra dalla storia e dalla scuola - OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E DELLE UNIVERSITA'

Il 4 novembre non è la nostra festa! Contro la militarizzazione della cultura, contro il riarmo e le politiche di guerra, per sostenere la Palestina. Costruiamo l’alternativa.

Convegno nazionale online iscriversi su piattaforma SOFIA (ID corso 101607) o tramite link: Clicca qui

Con la legge n. 27 del 1 marzo 2024 è stata istituita, il 4 novembre, la Giornata dell’unità nazionale e delle forze armate, data in cui i/le docenti delle scuole di ogni ordine e grado vengono invitati/e ad accompagnare i propri studenti e studentesse a celebrazioni che esaltano i valori della patria e del sacrificio, con particolare riferimento al primo conflitto mondiale.

«Si intende ricordare, in special modo, tutti coloro che, anche giovanissimi molto giovani, hanno sacrificato il bene supremo della vita per un ideale di Patria e di attaccamento al dovere: valori immutati nel tempo, per i militari di allora e quelli di oggi», recita la legge.


Si tratta invece, a nostro avviso, di un salto di qualità della ideologia militarista che porta dentro le scuole di ogni ordine e grado una forte ventata di nazionalismo, attraverso la retorica del compimento dell’unità nazionale, e di militarismo, con ampio ricorso alla retorica del sacrificio. La storia ci ricorda invece che la Prima Guerra Mondiale fu, per il nostro Paese, oltre che un atto di aggressione, una vera e propria carneficina.


Simili celebrazioni – la prima guerra Mondiale venne preceduta da aggressioni coloniali dell’Italia monarchica e liberale che cercava di entrare nel novero delle grandi potenze – rappresentano dunque un ulteriore passo avanti rispetto al processo di normalizzazione della guerra, in un contesto Europeo e mondiale che, con i progetti di riarmo e l’investimento di ingentissime risorse nella difesa e nella sicurezza, avrà presto ripercussioni dirette sulle spese sociali, sul welfare, sull’istruzione, sulla sanità.


Questo anno poi è purtroppo tragicamente automatico parlare del genocidio in Palestina, espressione più evidente di quel riordinamento economico-politico-militare mondiale che non può prescindere dalla guerra e dal colonialismo. Un Genocidio in diretta e in corso, che il mondo della scuola non vuole appoggiare ma vuole anzi in ogni modo contrastare.


Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle Università consideriamo il 4 novembre non una giornata di festa e da celebrare, ma piuttosto una giornata di lutto. Una narrazione falsa che tace sulla violenza e le distruzioni della guerra, che marginalizza la cultura della pace e l’educazione improntata sulla risoluzione pacifica dei conflitti.


Ci opponiamo con forza e determinazione al militarismo e alla guerra e a gran voce diciamo “Il 4 novembre non è la nostra festa!”, invitando così i/le docenti a disertare le iniziative ad esso legate, a denunciarle e a partecipare al convegno che abbiamo organizzato per il mattino e alle mobilitazioni previste per il pomeriggio in tutta Italia.


Per questi motivi, insieme al CESTES, l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università ha organizzato per il 4 novembre 2025 un convegno nazionale online valido come corso di aggiornamento e formazione con il seguente programma:

8.15-8.30 ACCOGLIENZA IN PIATTAFORMA

Roberta Leoni, docente e presidente Osservatorio contro la militarizzazione
delle scuole e delle università, Cultura della difesa e militarizzazione dell’istruzione

Luciano Vasapollo, direttore CESTES, Università La Sapienza Roma, Una politica culturale del sociale per il mondo multipolare della pace

Antonio Mazzeo, docente e giornalista, Rearm Europe e militarizzazione
del sapere

Marco Meotto, docente e ricercatore, Sguardi coloniali. Il genocidio
nella didattica della storia: dall’inizio del Novecento
alla Palestina odierna

Mjriam Abu Samra, ricercatrice e attivista italo-palestinese, Critica decoloniale dell’accademia neoliberale: la conoscenza
non marcia

Raffaele Spiga, BDS Italia, Boicottare il pensiero unico militare

Tommaso Marcon, studente, OSA, La militarizzazione della formazione, tra scuola gabbia e Valditara

Leonardo Cusmai, studente universitario Cambiare Rotta, L’università ai tempi della crisi
tra militarizzazione, repressione
e riforme

Roberta Leoni, Conclusioni

Modera: Lorenzo Giustolisi, CESTES

Direttore del corso: Michele Lucivero, docente e promotore dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università


Modalità di iscrizione: È possibile iscriversi su piattaforma SOFIA (ID corso 101607) o tramite link: Clicca qui
Modalità di partecipazione: Il link con cui connettersi verrà inviato via mail.

Il CESTES è ente accreditato al MIM, per il corso si può fruire di un permesso giornaliero
per formazione ai sensi del’ art. 36 del CCNL 2019/21Per info:
 scrivere a info@formazione-cestes.it
 o telefonare a Silvia Bisagna 349/7221900


Fuori i militari, il militarismo e la guerra dalla scuola!

Cosa possiamo fare se il 4 novembre siamo individuati come accompagnatori/trici a iniziative per la giornata delle forze armate?

1) Iscriverci al convegno organizzato dall’Osservatorio per la mattina del 4 novembre (consulta il sito dell’Osservatorio per prendere visione del programma e scaricare il modulo di domanda da produrre alla scuola); la formazione è un diritto: come docenti abbiamo 5 giorni all’anno di permesso retribuito per la formazione e se il preside dovesse fare problemi nella concessione del permesso, si può scrivere all’Osservatorio (osservatorionomili@gmail.com) e avrete il supporto, anche normativo, necessario;

2) Presentare una dichiarazione di indisponibilità o una rimostranza (in allegato o da scaricare dal sito dell’Osservatorio); si tratta di un documento in cui si ribadisce la propria obiezione di coscienza relativamente alla presenza dei militari in ambiente scolastico; il preside potrebbe o individuare un/a sostituto/a oppure procedere con ordine di servizio oppure tacere; nel secondo e terzo caso consigliamo di procedere con la procedura prevista per la rimostranza che comunque può essere presentata anche indipendentemente dalla dichiarazione di indisponibilità.


Ricordiamo che, in ogni caso, se l’attività prevista per il 4 novembre si tenesse fuori dalla scuola, non sussiste alcun obbligo per il docente di accompagnare la classe (le uscite didattiche sono svolte sempre su base volontaria); Presentare un atto di rimostranza, un atto perfettamente legale e previsto dalla normativa in base al quale un dirigente della pubblica amministrazione non può impartire ordini con vizi legislativi.

Se vi viene chiesto di accompagnare una classe a una qualche forma di parata militare senza che questa attività sia stata deliberata dal Collegio Docenti e/o dal Consiglio di Classe, potete opporvi.

Di fronte a una circolare che vi individua come accompagnatori/trici dovete richiedere (per scritto) un ordine di servizio; quando arriva l’ordine di servizio potete utilizzare il modello di atto di rimostranza scaricabile dal sito dell’Osservatorio (meglio protocollare il tutto nella segreteria della scuola).

Di fronte a una rimostranza, il preside ha due strade:

a) Non risponde; a questo punto la rimostranza si intende accolta e non sussiste più l’obbligo previsto dalla circolare o dall’ordine di servizio su cui la rimostranza stessa è stata prodotta;

b) Il preside reitera l’ordine di servizio; a questo punto il lavoratore ha due scelte: o ottempera oppure decide di resistere con la consapevolezza che può incorrere in provvedimenti disciplinari (sui quali l’Osservatorio dà la massima disponibilità a dare l’eventuale copertura legale).



IL PDF del Convegno dell'OMSU




Fonte: https://osservatorionomilscuola.com/2025/10/21/4-novembre-2025-convegno-nazionale-formazione-online-scuola-arruola/














comunicato USB Scuola

USB Scuola

USB Scuola, insieme all'Osservatorio contro la Militarizzazione delle scuole e delle università, invita i propri iscritti, simpatizzanti e tutti i docenti interessati a partecipare alla giornata di formazione del 4 novembre





Il percorso verso il 4 novembre: revoca sciopero, mobilitazioni e convegno nazionale


L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università nell’assemblea nazionale dello scorso maggio aveva deciso di indire una giornata di sciopero nazionale per i comparti scuola e università per il giorno 4 novembre, festa nazionale delle forze armate; tale scelta scaturiva dalla necessità di segnare in modo forte una data che, alla luce della Legge del 1 marzo 2024 n. 27, coinvolge direttamente il mondo dell’istruzione.


A seguito di quella decisione, com’è abitudine delle partiche orizzontali che ci siamo dati sin dall’inizio, si è aperta un’interlocuzione con tutti i sindacati di base presenti nell’Osservatorio nonché con le associazioni e i singoli che in questi anni hanno aderito; abbiamo svolto dunque più di una riunione per valutare insieme l’opportunità o meno dello sciopero.


Nonostante le perplessità da subito emerse soprattutto da parte del mondo sindacale, l’Osservatorio aveva comunque deciso di mantenere la giornata di sciopero.


Qualcosa però è cambiato nell’ultimo mese e la nostra riflessione ci ha portati a modificare tale scelta. Nel Consiglio di Gestione dello scorso 14 ottobre (come sempre aperto a tutti e a tutte gli/le aderenti) abbiamo deciso di sospendere lo sciopero (che sarà confermato solo se il Decreto Gasparri dovesse arrivare in porto a ridosso di quella data).

Queste le motivazioni principali che ci hanno portato a questa decisione.

Il movimento imponente che si è manifestato nel Paese a partire dal 22 settembre ha modificato profondamente la situazione: quando l’Osservatorio aveva pensato allo sciopero del 4 novembre vedeva in quella data anche la necessità di aprire in modo forte la questione della guerra e della militarizzazione della società; crediamo che oggi la questione della guerra sia un patrimonio diffuso anche tra i lavoratori e le lavoratrici della scuola, che infatti sono stati una delle categorie che più massicciamente ha partecipato agli scioperi del 22 settembre e del 3 ottobre.


Proprio l’ampia partecipazione del personale della scuola a due scioperi è stato un altro elemento preso in considerazione, perché chiedere un’ulteriore giornata di sciopero (a cui si dovrà una molto probabile quarta giornata di sciopero generale contro la finanziaria di guerra che si prospetta) ci sembrava una richiesta economicamente poco sostenibile.


Inoltre, e forse soprattutto, abbiamo valutato come l’Osservatorio sia parte di un movimento molto più ampio che sulla guerra si sta manifestando nel Paese e dentro al quale l’Osservatorio vuole lavorare, nel segno dell’unità delle forze, per contribuire al suo rafforzamento.


Confessiamo che la decisione non è stata facile e anzi decisamente sofferta, perché come Osservatorio stavamo lavorando da mesi a questa scadenza e rinunciarvi significa per noi fare un passo indietro rispetto alla nostra identità; abbiamo avuto anche difficoltà nelle modalità di decisione perché sin dall’inizio l’Osservatorio ha avuto ben chiaro come le forme, anche interne, delle organizzazioni facciano oggi la differenza e dunque mai abbiamo deciso con la formula maggioranza/minoranza.

Dopo lunga discussione siamo perciò arrivati alle conclusioni che qui abbiamo riportato e procederemo alla costruzione delle mobilitazioni del 4 novembre insieme a tutte le altre forze che hanno espresso questa volontà cercando di caratterizzare la giornata come lotta alla militarizzazione dei luoghi del sapere e consentire ai territori di manifestare l’impegno di chi batte per una scuola “libera dalla retorica bellicista”.


Siamo convinti che la giornata del 4 novembre debba essere una data forte del movimento pacifista e antimilitarista.


Il 4 novembre, nel pomeriggio, saremo insieme alle forze migliori del Paese per continuare a implementare la forza che si è espressa negli scioperi del 22 settembre e del 3 ottobre, mentre in mattinata abbiamo organizzato un Convegno di formazione e aggiornamento dal titolo “La scuola non si arruola“, al quale è possibile iscriversi a questo link.


Avanti insieme per mettere fuori la guerra dalla storia e dalla scuola!


Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università



Fonte: https://osservatorionomilscuola.com/2025/10/22/percorso-4-novembre-revoca-sciopero-mobilitazioni-convegno-nazionale/

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