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TESS (Transizione Energetica Senza Speculazione). Una coalizione che si ribella contro le pale eoliche

🌳 LE MALETESTE 🌳

5 dic 2024

Decine di associazioni e comitati non solo locali contestano i progetti di pale eoliche proposti da aziende private. Sotto accusa in particolare le gigantesche torri previste sulla dorsale appenninica: «Questo è business, non transizione» - di SERENA TARABINI

di Serena Tarabini

5 dicembre 2024


Gli obiettivi climatici fissati dall’agenda 20230 sono piuttosto impegnativi; per raggiungerli in Italia si sono individuati diversi scenari dentro cui fonti rinnovabili come fotovoltaico ed eolico giocano un ruolo chiave. In relazione a quest’ultimo in particolare, si rende necessario il raggiungimento di una capacità eolica fissato a 26 GW per l’onshore e 2,1 GW per l’offshore.

Il Recovery Plan approvato nel 2021 ha destinato 35,9 miliardi di euro per nuovi progetti per l’area di intervento «rivoluzione verde e transizione ecologica» e questa ondata di investimenti sia per il settore pubblico che privato hanno portato a un proliferare di progetti di installazione ormai su tutta la penisola che se da una parte, su grande scala, rappresenta un andamento ancora lento e insufficiente per compiere la transizione energetica, dall’altra, dal punto di osservazione dei territori che devono ospitare questi impianti, rappresenta una vera e propria invasione e devastazione ecologica. Il paradosso è che da una parte e dall’altra, ci sono ragioni di ordine ambientalista.


UN PARADOSSO CHE SI SCIOGLIE NEL MOMENTO in cui si osserva il conflitto da una prospettiva di scala: una trasformazione ambientale assume significati concreti e simbolici diversi a seconda della scala di grandezza da cui viene osservata e narrata; inoltre spesso gli spazi dove vengono assunte delle decisioni su un territorio non sono gli stessi in cui le situazioni vengono vissute; tradotto: ciò che a livello macroscopico è visto come un’opportunità, a livelli microscopici può essere un handicap.


DALLA SARDEGNA ALLA SICILIA, dalla Toscana alla Puglia, la cronaca restituisce proteste locali che partono tutte proprio dal mancato coinvolgimento delle comunità interessate, che solo a giochi conclusi vengono a conoscenza di un progetto che non tiene conto di quelle specificità e necessità di cui proprio gli abitanti sono i depositari.


LA DORSALE APPENNINICA E’ UN’AREA GEOGRAFICA dove diverse aziende private hanno presentato progetti di nuove pale eoliche, fortemente contestati da comitati che dicono no a quello che ritengono più un mero business a scapito di zone fragili e incontaminate che una strategia per la transizione energetica.

La particolare concentrazione delle torri sui rilievi dell’Appennino a cavallo fra Toscana, Emilia Romagna e Marche, oltre a innumerevoli progetti in corso di autorizzazione, con batterie di accumulo e pannelli fotovoltaici, ha portato alla creazione di una rete dal nome Coalizione TESS (Transizione Energetica Senza Speculazione), un’iniziativa che riunisce 36 realtà, tra associazioni di importanza internazionale, nazionale e comitati locali, preoccupati per l’impatto delle nuove installazioni su terreni agricoli e sulle aree naturali.

Tale coalizione ha redatto con la consulenza di esperti un documento scientifico dove sono stati evidenziati molto dettagliatamente i rischi non trascurabili legati al consumo di suolo agricolo, al dissesto idrogeologico, all’abbattimento di boschi e alla perdita di biodiversità delle aree naturali. Una serie di ragioni ben documentate che vanno assai oltre quelle legate alla modificazione del paesaggio e i danni al turismo.


FRA I PROGETTI CHE DESTANO MAGGIORE PREOCCUPAZIONE vi è il parco eolico del Giogo di Villore, nel Mugello. Si tratta di un impianto di sette aerogeneratori alti 168 metri che dovranno produrre 80 milioni di kilowattora all’anno, realizzato dalla multiutility a capitale pubblico dei Comuni di Verona e Vicenza, Agsm Aim.

Ancora prima dell’impianto, è problematica la strada di collegamento tra il Comune di Corella ( Fi) e il crinale appenninico da cui dovranno transitare i camion che porteranno i materiali necessari alla costruzione del parco eolico, la cui costruzione ha determinato il taglio di 5 ettari di bosco ricco di castagni e faggi secolari, e lo sbancamento di una parte di montagna che ha reso impercorribile un sentiero Cai che si snoda in marronete patrimonio dell’umanità.

Una «macelleria ambientale» l’hanno definita i membri del Coordinamento dei comitati delle Cinque montagne scioccati dagli escavatori, ruspe e futura cementificazione a ridosso del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.


UN ALTRO TERRITORIO IN SUBBUGLIO è la Val di Cornia, in provincia di Livorno, dove insistono ben 6 progetti su grande scala che tra fotovoltaico a terra, agrivoltaico e pale eoliche occuperanno più di 200 ettari; le aziende coinvolte sono Sorgenia Renewables Srl, Iren Green Generation Tech Srl, Nicola Energia Srl. «Queste imprese- scrivono dal Comitato Terre di Val Cornia- si rivolgono direttamente ai proprietari dei terreni offrendo somme pari a 4-5 volte il valore di mercato dei terreni agricoli arrivando in qualche caso a pagare fino a 170 mila euro all’ettaro per realizzare stazioni di stoccaggio elettriche. I progetti presentati fanno emergere uno scenario folle, che se venisse avallato porterebbe la Val di Cornia a trasformarsi in pochi anni da un territorio a forte vocazione agricola e alto valore paesaggistico ad una vasta zona industriale per la produzione di energia elettrica».


APPENA UN PO’ PIU’ A SUD, IN MAREMMA, si parla invece di «far west energetico» in riferimento agli «almeno quattro progetti per complessive 48 torri eoliche in una zona ricca di emergenze ambientali, archeologiche e storico-culturali, nonché di grande richiamo turistico», spiega l’associazione ecologista Gruppo Giuridico, sempre membri di TESS, che per ogni progetto ha formulato degli atti di intervento nei relativi procedimenti di VIA. Fra di essi, il parco eolico Energia Sorano proposto dalla società romana Olsen Renewables Italy Srl fra Sorano, Pitigliano, Manciano e Ischia di Castro, che prevede 8 aerogeneratori con un’altezza massima complessiva di circa 200 mt .


IL PROGETTO E’ CONTIGUO A QUELLO della Wind che prevede altre 8 pale eoliche nella zona di Montauto, dove si trova «il cielo più buio d’Italia»: offre infatti condizioni di purezza e oscurità per l’osservazione del cielo tali per cui sono state installate 11 cupole che, da remoto, vengono monitorate da astrofisici in tutto il mondo per la visione di costellazioni e galassie. «Una mostruosità- si sfoga il sindaco – come si può pensare di installare un parco eolico in questa zona?».


ANCHE IN ROMAGNA E MARCHE GLI AMMINISTRATORI locali insorgono e fanno fronte comune contro i progetti che da Rimini a Urbino inasprirebbero il dissesto idrogeologico reso evidente dalle ultime alluvioni. I progetti previsti per quella zona sono saliti a 9, per un totale di 52 pale alte 180 metri, ubicate sulla dorsale appenninica e per larga parte in territorio ma al confine con l’Emilia-Romagna, che subirebbe in modo particolare l’impatto ambientale nel vedere il paesaggio modificato da queste torri. Due i comitati che sono sorti e che in forma esplicita stanno dimostrando la propria contrarietà: l’uno si chiama Appennino Sostenibile e l’altro Crinali Bene Comune.


IL DOCUMENTO REDATTO DALLA COALIZIONE indica anche, numeri alla mano, le modalità attraverso cui è possibile raggiungere gli obiettivi del PNIEC al 2030 senza consumare altro suolo, senza degradare gli ambienti naturali e il paesaggio, includendo le superfici artificiali già edificate o urbanizzate, come le coperture degli edifici, i parcheggi, i siti industriali e artigianali, ed evitando aree protette e sottoposte a tutela.

Nel caso della Toscana ad esempio, recita il documento, si potrebbero raggiungere gli obiettivi con 39 km di superficie piana da dedicare al fotovoltaico. Riguardo all’eolico invece, essendo che la ventosità è generalmente scarsa in tutta l’Italia centro-settentrionale, si propongono torri eoliche in via eccezionale e si progettano installazioni sui crinali o sulle vette delle montagne dell’Appennino. Non si tratta quindi di ostruzionismo pregiudiziale, ma di un appello alla responsabilità e all’ascolto.


Fonte: ilmanifesto.it - 5 dic. 2024

Immagine: lavori sull'Appennino tosco romagnolo per la costruzione di pale eoliche

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