
LE MALETESTE
18 nov 2025
Incendi in Porto Vecchio, circostanze sospette: cittadin* e associazioni chiedono un’indagine accurata. L'appello e la solidarietà nelle testimonianze dei volontari da tutta Italia
Novembre 17, 2025
Nell’ultima settimana si sono verificati diversi incendi all’interno dell’area di Porto Vecchio. Alcune testate locali hanno attribuito l’origine dei roghi a fuochi “di fortuna” accesi da persone migranti per riscaldarsi.
Le informazioni raccolte sul posto e le testimonianze di chi vive negli edifici indicano, però, una dinamica differente: come appare dalle evidenze raccolte finora, diversi episodi presentano caratteristiche compatibili con l’ipotesi di incendi dolosi, appiccati con l’intento di danneggiare chi, a causa delle inadempienze istituzionali, è costretto a dormire nei magazzini dismessi dell’area portuale.
Gli incendi riportati dalla stampa risalgono al 10 e al 13 novembre. Ma chi abita nell’edificio segnala almeno cinque episodi nell’arco dell’ultima settimana: uno sotto la pensilina del varco automobilistico; due davanti agli ingressi al piano terra, in punti non utilizzati da chi vive stabilmente nell’edificio; uno al quarto piano, in una stanza dove trovavano riparo alcune persone (qui sono bruciati indumenti, sacchi a pelo e scarpe, senza alcuna traccia di un fuoco improvvisato per cucinare o scaldarsi); un ultimo episodio sul retro del magazzino 2A, dove qualcuno avrebbe tentato di incendiare materiale da costruzione, in particolare tubi in plastica corrugata. Quest’ultimo tentativo è stato bloccato da due persone afghane, che raccontano di aver messo in fuga due individui le cui intenzioni non parevano né la solidarietà, né la ricerca di un riparo.
Nella sola notte tra 15 e 16 novembre sono stati segnalati altri tre tentativi di incendio, avvenuti intorno alle 20:00, all’1:00 e alle 3:00 del mattino. Chi dorme stabilmente nell’edificio riferisce di aver allontanato anche in questa occasione persone estranee che, aggirandosi nei magazzini, erano arrivate fino all’ultimo piano e cercando di appiccare fuochi all’interno di stanze vuote.
Diversi elementi rendono fragile la ricostruzione del “fuoco accidentale”: in almeno due occasioni il fuoco è stato acceso al piano terra dei magazzini, in luoghi dove le persone migranti non dormono; le temperature attuali sono ancora miti e non richiedono l’accensione di fuochi per scaldarsi; lo scorso inverno si è verificato un solo incendio nei magazzini, mentre ora gli episodi registrati sono cinque in una sola settimana. A questo si aggiungono le testimonianze raccolte, che raccontano di alcune presenze sospette nelle ore in cui sono divampati gli incendi.
I vigili del fuoco sono intervenuti due volte insieme a personale dell’Arma, senza che venissero raccolte dichiarazioni da chi vive nelle strutture coinvolte. Nel frattempo le persone costrette a dormire nei magazzini del Porto Vecchio hanno iniziato turni di sorveglianza notturna, affiancate da cittadine e cittadini solidali, che si sono organizzati per mantenere una presenza attiva nella zona al fine di scoraggiare altri possibili incendi dolosi.
Alla luce della natura ripetuta e delle modalità degli episodi, le associazioni firmatarie ritengono necessario accertare con urgenza se si tratti di incendi dolosi e, in tal caso, se possano essere prefigurati i reati di danneggiamento, incendio doloso nonché tentate lesioni o tentato omicidio, dal momento che la gravità dell’incendio ha – in almeno un caso – messo in pericolo l’incolumità e la vita delle persone che trovavano rifugio all’interno dei magazzini.
Appare infatti plausibile l’azione di individui che mirano a fomentare allarme sociale, alimentando narrazioni che criminalizzano le persone migranti.
Link e tutte le fotografie dei roghi:
https://www.lineadombra.org/porto-vecchio/#iLightbox[gallery_image_1]/-1
Volontariɜ e attivistɜ solidali
ICS – Ufficio Rifugiati Onlus
Linea d’Ombra Odv
No Name Kitchen
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NOTE CORRELATE
dal diario su facebook di Pierluigi Ermini
Trieste, 15 novembre 2025, h.00.03
Trieste... Nella piazza del mondo l'incontro con l'associazione Linea d'Ombra ODV e con i migranti che raggiungono la stazione dopo aver attraversato la rotta balcanica...
Siamo venuti insieme agli amici della Misericordia Barberino Tavarnelle Sandra, Paolo, Laura, Stefano, Verusca, Letizia.
Ed eccoci alle 7 di sera nella piazza del mondo, insieme ad oltre 200 migranti e a Lorena Fornasir e Gian Andrea Franchi di Linea d'Ombra ODV pronti per distribuire cibo, coperte, cappelli, offrire cura e conforto in un clima di serenità e accoglienza.
Quella di oggi è uns serata particolare perché sono venuti nella piazza del mondo dei giovani volontari dell'associazione Menti Libere che da domani inizieranno a percorrer la rotra balcanica in senso inverso, cercando di raccogliere le sensazioni e i pensieri dei migranti che incontreranno lungo il loro cammino.
Stasera sono qui per raccogliere in un grande e lungo manifesto le frasi, i disegni, i pensieri dei migranti presenti in piazza, che numerosissimi desiderano lasciare impresse sulla carta le loro impressioni.
E mentre scrivono e disegnano ti spiegano cosa stanno facendo, felici e divertiti di esprimersi e un pò anche di giocare...
Si respira un clima di festa, di leggerezza, ed è bello ascoltare i loro racconti, stringere mani, dare abbracci, ricevere sorrisi...
Oggi pomeriggio sono arrivati circa 15 ragazzi che sono i primi ad essere curati, vestiti, rifocillati.
Il cibo viene distribuito con calma, senza fretta insieme al tè verde, a un pò di dolci e alla frutta...
Non avanza quasi niente e tutti hanno parole di ringraziamento e grandi sorrisi.
Hanno voglia di parlare questi ragazzi, di raccontarsi, soprattutto quelli che da più tempo sono qui.
Sono presenti anche alcuni mediatori culturali che danno informazioni soprattutto ai nuovi arrivati.
Intanto Lorena e altre donne curano i piedi agli ultimi arrivati e offrono assistenza a chi sta poco bene, ha qualche linea di febbre, o avverte dolore.
Dopo la cena inizia la distribuzione delle coperte e qualcuno dei più vecchi accompagna i nuovi verso un posto dove dormire...
Non tutti troveranno un alloggio, un dormitorio, una stanza in una parrocchia o un luogo caldo, qualcuno dovrà andare al vecchio porto, un posto umido, insalubre, dove non si ha un riparo sicuro, ma almeno non si dormirà da soli...
Lorena si è prodigata senza sosta seguendo soprattutto i nuovi arrivi... Per loro non sono mancate scarpe nuove, indumenti intimi e calze, oltre a giubbotti e pantaloni.
Gian Andrea ha parlato con tutti, senza mai sedersi, sempre con il sorriso sulle labbra, dedicando tanto tempo a quei ragazzi che scrivevano e disegnavano sul lungo manifesto, spiegando il significato delle loro lingue, i caratteti utiluzzati nella scrittura, ammirando le loro capacità e la loro fantasia...
La piazza intorno alle 10 di sera lentamente si svuota, e per ultimi se ne vanno Lorena e Gian Andrea, insieme ai volontari che anche questa sera hanno dato una mano.
Come Tito un insegnante marchigiano in pensione che ha deciso di venire a vivere qui per stare accanto ai migranti della piazza del mondo e che al mattino insegna italiano agli stranieri.
Tito vive in un appartamento in centro ma ormai da tempo non vive più solo, ma dà ospitalità a tre di questi ragazzi...
Domani assisteremo a una sua lezione in una stanza di una parrocchia qui vicino alla piazza del mondo...
Ma la sua lezione più importante è quella che sta dando a noi con il suo modo di essere e di stare accanto a questi ragazzi...
Anche queste cose accadono nella piazza del mondo, un luogo di condivisione di sogni e speranze, mentre intorno una città si muove quasi indifferente e disinteressata...
Ma di vita, quella vera, di amore e di condivisione, quella piazza è piena anche se tanti neanche se ne accorgono...
dal diario su facebook di Pierluigi Ermini
Trieste, 16 novembre 2025, h.23.06
L'ultimo giorno nella piazza del mondo a Trieste
Da quando l'amministrazione comunale di Trieste ha deciso lo scorso anno di chiudere i silos situati poco dopo la stazione ferroviaria, i migranti che non hanno la possibilità di vivere in un centro, o stare la sera in un dormitorio, si sono spostati nella zona del porto vecchio, l'altra parte della piazza del mondo...
Il porto vecchio si trova a poche centinaia di metri dalla piazza del mondo e ci accompagna alla visita Idris, un ragazzo afgano che lì ha vissuto per alcuni mesi.
La zona del porto vecchio è un insieme di vecchi edifici abbandonati, all'interno dei quali non ci sono acqua, corrente, non esistono bagni.
Ogni edificio è un insieme di enormi stanzoni trasformati in cucine e camerate.
Le cucine altro non sono che luoghi dove si accende un fuoco sul quale si mette una pentola sopra per cucinare qualcosa.
Non ci sono mobili, non ci sono tavoli e sedie e l'acqua per preparare il cibo deve essere presa dalle cannelle dei fontanelli pubblici distanti centinaia di metri.
Le camere altro non sono che coperte stese in terra, con alcuni materassini per i più fortunati, con un piumino per coprirsi e con accanto le scarpe e i pochi vestiti che si possiedono.
In alcune delle stanze la pipì viene coperta con della terra per attutire gli odori che si respirano.
Alcuni dei saloni sono pieni d'acqua mentre poco più in là si cucina da mangiare.
I pochi panni lavati, o gli asciugamani sono stesi sulle ringhiere delle terrazze.
I ragazzi ci accolgono con il sorriso, felici di parlare con noi, senza nessuna rimostranza o accuse verso nessuno.
Si avverte in loro la speranza ancora forte di poter migliorare la loro condizione di vita e con parole di ringraziamento per aver ricevuto la nostra visita.
Ci stringono le mani, accolgono le nostre pacche sulle spalle mentre qualcuno cucina il poco che hanno.
Lungo il porto vecchio sono in corso dei lavori di ristrutturazione che presto riguarderanno anche alcuni degli edifici oggi occupati da questi ragazzi che saranno costretti a lasciare questi stabili non si sa per dove...
Usciamo con gli occhi bassi, attoniti per il degrado che abbiamo visto, gli odori che abbiamo respirato che sono diventati parte della vita di questi giovani uomini.
Guardiamo il mare come per cercare un po' di sollievo da tanta desolazione e i miei occhi incrociano poco oltre il porto di Trieste una grande barca a vela con tre alberi ormeggiata al largo.
Mi viene da pensare alle enormi disuguaglianze e ingiustizie che viviamo in questa stagione della storia, talmente enormi che mi sento quasi impotente e uno sconfitto...
Avverto il fallimento delle nostre generazioni, di chi ha ricevuto tanto e fatto poco perché le nostre comunità non cadessero così in basso.
Ma penso anche ai sorrisi, agli abbracci, alle parole di speranza di chi ci ha raccontato un suo progetto, il sogno di un lavoro, l'impegno nel cercare di conoscere la nostra lingua, il desiderio di costruirsi un futuro e credo che non tutto è perduto e che questo paese possa offrire un'opportunità anche a chi oggi vive in un luogo come il porto vecchio...
Non so se la mia è una speranza o solo una illusione, ma spero che quanto visto, toccato, vissuto in questi tre giorni facciano scattare in me ancora un maggiore impegno per rendere migliori e più umane le nostre comunità...
Misericordia Barberino Tavarnelle
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Le parole di Lorena Fornasir di Linea d'Ombra OdV di Trieste
"C'è un gesto che non trova in me asilo ma solo tormento
E' il gesto della notte quando volto le spalle
E' semplice, brutale, insopportabile se ci penso.
Loro rimangono lì nella piazza del mondo, negli anfratti fatiscenti dove le pantegane di notte rodono i loro abiti.
Sono arrivati in cento e più dai monti scoscesi, fradici di pioggia. Tremano nei corpi ossuti, alcune sono quasi cadaverici.
Non hanno mangiato da 5 o 6 giorni, gli occhi rossi dallo sfinimento sono occhi di fame. Tendono le mani per un calzino, per una giacca. Tremendo.
Voltare la schiena e andare verso casa è il gesto più doloroso della mia giornata."
Fonte: LORENA FORNASIR (Facebook: https://www.facebook.com/lorena.fornasir) 15 e 16 novembre 2025
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