📢 LE MALETESTE 📢
19 mag 2023
Reportage a cura del Collettivo Autogestito LE MALETESTE
+ foto e video esclusivi
«Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un'arma contro la rassegnazione, la paura e l'omertà. All'esistenza di orrendi palazzi sorti all'improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l'abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore».
Così pensava Peppino Impastato.
Imparare la bellezza, come bene di Resistenza. La bellezza della natura, la bellezza dei rapporti sani, la bellezza del ragionamento, della scoperta, la bellezza nella natura umana, la bellezza di un sorriso, la bellezza non fine a se stessa ma quella che aiuta a ragionare.
Scrive Stefano Benni in una sua poesia, "Anima", in modo non dissimile dalle parole che usava Peppino per definire la bellezza:
".. Anima, ci sono belle animein corpi ridicolie fotomodellecon anime orribilie fanghiglia d'animadentro molti politiciè nascosta l'anima..."
Peppino ha visto molta “fanghiglia d'anima”, talmente tanta che ha finito per denunciare quanta fanghiglia ci fosse nel suo paese e anche all’interno della sua famiglia. Talmente tanta che è stato ucciso.
Sono passati 45 anni da quel 9 maggio 1978, quando Giuseppe “Peppino” Impastato è stato assassinato dalla mafia per ordine di Gaetano Badalamenti, il “Tano Seduto”, come lo chiamava lui stesso durante le dirette radiofoniche di “Onda pazza” a Radio Out.
Ricordare Peppino Impastato e sua madre Felicia è un dovere, è preservare la bellezza.
E quindi, noi Maleteste abbiamo voluto partecipare anche quest’anno, nel 45° Anniversario del suo assassinio, alla manifestazione in onore di Peppino, quella che, partendo da Radio Out di Terrasini, si snoda fin sotto il balcone di casa sua, diventata “Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato”, a Cinisi.
Parcheggiata l'auto, la mattina ci s’incammina di buona lena da Cinisi verso Terrasini, all’incontrario, distanza 4 km all’incirca.
La strada qui o non ha marciapiede o ha un micro-marciapiede da camminarci giusto in fila indiana e con i piedi in bilico, uno a malapena dietro l'altro, per non essere investiti.
A rinfrancarci ogni tanto lo spirito, e dopo un passaggio a livello per fortuna aperto, ci troviamo davanti ad un campo di fiori spontanei e vari giardini rigogliosi, pieni di colori sgargianti, sotto una leggera pioggerellina che ci tiene compagnia per quasi tutta la camminata.
Una prima bella sorpresa la riceviamo davanti al Liceo di Terrasini intitolato a Peppino Impastato, quando sulla sua facciata ci appaiono gli striscioni fatti dagli studenti. Ci fermiamo a fotografarli, ed è allora che due ragazze, affacciatesi ad una finestra semiaperta al piano-terra della scuola, nel vederci lì, zaini in spalla e abbigliati “non-convenzionali”, ci salutano festose, con noi che contraccambiamo, sfoggiando i nostri sorrisi più belli e un più che complice svolazzar di mani. Siamo a casa.
Ma andiamo avanti, c’è da arrivare a Terrasini. Ci arriviamo che è ormai ora di pranzo, “Mah, che si fa? Si passa prima a salutare la panchina di Rosa Balistreri?”, e così ci ritroviamo ben presto a passeggiare sul lungo-mare, e che mare! Bellissimo!
E le sorprese non sono evidentemente destinate a finire se, entrati in un posto per rifocillarci, una coppia seduta ad un tavolo d'angolo ci guarda, accennando un sorriso; ma sì, li riconosciamo "Erano ieri sera al cinema… (per il Premio “Musica e Cultura” - Nota Extra)" e scatta anche per noi il sorriso. "Anche voi qui per la manifestazione!?". Altro sorriso.
Dopo di che, una famigliola di tre persone, si accomoda al tavolo dietro a noi. Ci guardiamo. Dai modi di fare, anche loro sicuramente fanno parte della "nostra famiglia", e così facciamo subito conoscenza: "Lui è Luca, un fotografo che l’anno scorso ha presentato qui il suo libro-reportage sull’apartheid in Palestina, Gaza, e Irlanda del Nord...è bellissimo". "Piacere! Lo cercheremo senz’altro….e…. allora ci rivediamo tutti tra un po’ alla manifestazione!?...". Sorrisi a volontà. Bellissimo!
Le chiacchiere a tavola si confondono e ci fanno perdere in mille pensieri. Ormai non ci resta più molto tempo. Subito, direzione-Radio Out! Ad accoglierci è lo striscione dei compagni di Peppino già fissato contro il muro. Cominciano ad arrivare le prime persone, studenti soprattutto..
Le scuole organizzano tanti incontri assieme a Casa Memoria, e vedere tutti questi ragazzi che arrivano da diverse parti d'Italia fa davvero bene all'anima.
Alle 16 parte il corteo, evvai di bandiere! Bandiere di associazioni, di sindacati, bandiere antifasciste, antirazziste, due di Democrazia Proletaria che hanno un successone tra i giovani, una bandiera Anarchica completa di gatto nero, la nostra di bandiere, quella de Le Maleteste che, così sventolante, suscita, con nostro malcelato orgoglio, parecchia curiosità attorno.
Il corteo è ben nutrito, i giovani sono la maggioranza (finalmente!!!), addirittura giovanissimi delle elementari con maestre e genitori al seguito, tutti di queste parti. Bellissimo!
Ci sono i vecchi compagni di Peppino che aprono con lo striscione storico, quello fatto per i funerali del ‘78, e bisogna dire che questo ci fa venire un forte nodo alla gola; diminuiscono i compagni di Peppino, ogni anno se ne perde qualcuno, però l'associazione “Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato” sta lavorando davvero bene; lavora tanto tutto l'anno per tenere viva la "memoria" e portare avanti le lotte e le idee di questo per noi immenso uomo e di sua madre, una donna straordinaria che è stata figlia del suo stesso figlio.
Si canta "Uno due tre dieci cento passi.." dalla colonna sonora del film "I cento passi" che tanto ha fatto e fa ancora per ricordare e far conoscere Peppino a un pubblico più vasto. Bellissimo!
"Peppino è vivo e lotta insieme a noi, le nostre idee non moriranno mai" scandiscono a centinaia e centinaia le voci.
Un signore da un balcone, applaude, alza il bicchiere e brinda al nome di Peppino, poi cala ai manifestanti una bottiglia di spumante per un cin-cin a distanza; l'anno scorso, ricordiamo, dallo stesso balcone un bambino salutava anche lui, battendo a tempo le mani.
Arriviamo a Cinisi, e lì le finestre ci sembrano ancora troppo chiuse, peccato!, tranne un paio; però, c’è una bellissima anziana signora che ci rivolge il suo applauso e il suo sorriso, mentre qualcun altro si affaccia dai pochi negozi lungo la via.
Ma sono soprattutto i ragazzi, i bambini che affollano la strada che fanno ben sperare che, magari tra qualche anno, qualche finestra in più potrà essere aperta così da far ‘vivere’ anche qualche balcone in più.
E proprio dal balcone di “Casa Memoria” parlano in tanti; ma i due interventi più toccanti per noi risulteranno essere quello di Luisa Impastato “(…) La storia di Peppino ci insegna, inoltre, che ogni lotta non esclude le altre, per questo abbiamo parlato di intersezionalità, soprattutto con le nuove generazioni che ci dimostrano quanto sia necessario ascoltarle, dare loro fiducia ed accogliere la richiesta di salvaguardare il proprio futuro. Perché hanno più diritto di tutti gli altri di essere incazzati e ancora ottimisti nello stesso tempo. Abbiamo accolto diverse esperienze di lotta e impegno sociale:
le lotte operaie di Taranto, per il diritto di non dover scegliere tra il lavoro e la salute; le lotte dei braccianti; dei lavoratori della Gkn, le lotte contro il fascismo, le discriminazioni e contro la guerra.
Ma abbiamo anche provato e proveremo a ricordare quanto, accanto all’impegno sociale, anche quello culturale sia altrettanto determinante per la costruzione di un pensiero critico e libero, perché un processo di emancipazione passa sempre anche da una rivoluzione culturale”.
e quello di Graziella Accetta, madre di Claudio Domino, ucciso a 11 anni con un colpo di pistola tra gli occhi da un killer della mafia. Ed è questa testimonianza dura e giustamente arrabbiata di una madre che si sente abbandonata dallo Stato, che ha dovuto sapere una parte della verità sulla morte del figlio da tv e giornali, che è una bestialità.
E adesso tiriamo le somme, siamo alla fine.
Questo corteo è stato senz’altro Bellezza, perché ha urlato, ha cantato, ha manifestato apertamente, e Peppino è stato davvero ricordato con tanto amore e infinita riconoscenza da parte di tantissimi cuori, quelli che non battevano ancora in quel lontano 1978, e quelli dei compagni che hanno raccolto e portato avanti la sua lotta per una mafia fuori dallo Stato. BELLISSIMO!
E….al prossimo anno!
Collettivo Autogestito “LE MALETESTE”
19 maggio 2023
LE ALTRE CRONACHE DAL SOTTOSUOLO, QUI: