Dallo scorso 17 marzo (2020, NdR) Maria Edgarda Marcucci vive da Sorvegliata Speciale.
In appello, lo scorso dicembre, il tribunale di Torino riconferma le misure di prevenzione attribuendo, de facto, piena legittimità all'impianto accusatorio imbastito dalla Procura di Torino, dalla Pm Pedrotta e dalla Digos. Riconferma dunque l'intento squisitamente politico dietro questo procedimento giudiziario e ne svela la radicata necessità di censura nei confronti di chi, senza meccanismo di delega, si rende protagonista della difesa dei propri diritti, impegnando la propria vita nella costruzione di una società più giusta e libera.
Eddi è dunque pericolosa e lo sarà fino al 2022. Prima di quel momento le è vietato partecipare a ritrovi con più di tre persone, ad assemblee e presidi, le è imposto il divieto di uscire dalla propria abitazione dalle 21.00 alle 7.00 e il ritiro di patente e passaporto. Come se non bastasse questo, si aggiunge l'obbligo di portare sempre con se un libretto rosso sul quale ogni appartenente alle forze dell'ordine può annotare appunti sul suo comportamento.
Perché tutto questo?
La risposta a questa domanda logora e ferisce. La risposta a questa domanda provoca rabbia e necessità di ribellione. La risposta a questa domanda è che Eddi è stata colpita per il suo attivismo politico sul territorio, è giudicata perchè parte di quella società, numerosa e coraggiosa, nei confronti della quale la repressione è feroce e violenta. Quella parte di società consapevole che si organizza per far fronte alle ingiustizie di questo tempo.
Eddi nel 2018 ha combattuto ad Afrin nelle YPJ(in curdo: Yekîneyên Parastina Jin; in italiano: Unità di Difesa delle Donne), per proteggere le popolazioni sotto attacco da jihadisti e Turchia. Ha contribuito alla difesa di un rivoluzionario esperimento sociale che faticosamente cerca oggi di sopravvivere nei territori della Siria del Nord-est. Eddi ha combattuto contro Isis, per anni dichiarato nemico numero uno d'Europa e d'Occidente, ma Eddi in Italia è pericolosa!
Eddi ha coraggio e questo per una società che si vuole ordinata, silenziosa e asservita non va bene. Eddi è un esempio di come si voglia utilizzare la punizione di una per educare altre ed altri a tenere la testa bassa.
Non ci facciamo spaventare, noi continuiamo a camminare al fianco di Eddi, siamo con lei perché facciamo parte della stessa società. Quella società incomprensibile agli occhi di magistrati, giudici e poliziotti. Noi siamo quella società che non potranno mai tacere, mai silenziare, mai spegnere. Noi siamo un futuro diverso.
Forza Eddi
SOGGETTI PERICOLOSI, il documentario (su facebook, 26 gennaio 2021)
estratto dal video "Soggetti pericolosi" (il documentario)
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