Nella Milano del 2014 che si preparava all'Expo, come ogni anno si preannunciavano contestazioni contro le politiche del governo alla prima della Scala.
In un clima volutamente tenuto ad alti livelli di tensione, la Banda degli Ottoni a Scoppio, banda di strada dalla lunga storia di impegno sociale e musicale, riconosciuta dallo stesso comune di Milano con l'assegnazione del 2012 della Benemerenza Civica, anche lei era in piazza, e dalla parte di chi voleva esprimere un dissenso.
Lo ha fatto usando la musica come strumento di azione e interposizione nei confronti di chi invece, in quella piazza cercava a tutti i costi lo scontro per criminalizzare la contestazione.
La banda vive da più di trent’anni per dar voce a chi non ce l'ha, a fianco di tutte quelle categorie che hanno come unico strumento di rivendicazione "l'urlo" della banda. A sostegno dei più deboli, di chi lotta per la casa, per il lavoro, per la salute e l'ecologia, i diritti sociali e contro le ingiustizie.
"Suoniamo da trent’anni per dar voce agli ultimi, agli indifesi, sempre vicino alla gente, al fianco dei lavoratori, nelle manifestazioni antifasciste in quelle per i diritti e per la pace, in molti momenti della vita politica pubblica a Milano e nel mondo.
Come banda solidale suoniamo da sempre a titolo volontario convinti che la musica possa cambiare la vita delle persone e la società .
Abbiamo sostenuto e accompagnato migliaia di persone (sono tante!) e (forse) Milano senza la Banda degli Ottoni a Scoppio sarebbe una città più triste".
IL PROCESSO.
MILANO, 15 DIC. 2020 - Sono stati condannati a 5 mesi, con sospensione e non menzione della pena, Roberto D'Ambrosio e Giancarlo Aprea (alias Spinash e J. C.), musicisti dell'associazione 'Banda degli ottoni', accusati di resistenza a pubblico ufficiale aggravata e di favoreggiamento per i disordini avvenuti durante la manifestazione davanti al Teatro alla Scala in occasione della Prima, il 7 dicembre del 2014.
Lo ha deciso la sesta sezione penale del Tribunale milanese che ha emesso altre tre condanne a 4 mesi, 7 mesi e 6 mesi e 15 giorni per altri tre manifestanti.
"Noi siamo innocenti - hanno detto i due musicisti dopo il verdetto - rifaremmo tutto e non ci pentiamo di nulla, ricorreremo in appello, ringraziamo per la solidarietà che abbiamo avuto da tutta Milano e questa è una sentenza politica".
Le indagini erano state portate avanti dal pm Piero Basilone e tra i difensori nel processo figuravano gli avvocati Eugenio Losco, Giuseppe Pelazza e Guido Guella. I giudici hanno riconosciuto a tutti e cinque gli imputati le attenuanti generiche. (ANSA).
*** 15 dic. 2020, giorno della sentenza: IL VIDEO davanti al Palazzo di Giustizia
Guido Tassinari, musicista della Banda degli Ottoni a Scoppio, ha scritto un libro "Ma in fondo, delle note, chissenefrega".
Il ricavato della vendita del libro sarà utilizzato per sostenere le spese legali
Raccontata da Guido Tassinari in questo libro edito da Meltemi, scivola la storia di un gruppo molto particolare, dove a prevalere tra le 226 pagine è lo scalpitio di una banda “che te le suona”. Un ensemble aperto, in movimento, itinerante, che ha preferito il suono on the road al palco (anche se qualche volta ci è salita), a proprio agio fra megafoni e slogan nei cortei, nei presidi, nelle proteste di piazza. Fiati e dare fiato a chi non ha voce, agli ultimi, ai dimenticati, agli invisibili; un ‘avvicinamento’ militante non ortodosso ma con aromi di gioia e rivoluzione (magari stemperando tensioni quando salgono).
(...) Basta curiosare nel loro “songbook/booknotes” per avere una mezza idea di come questo gruppo di musicisti riesce ad unire sacro e profano, impegno e divertimento: La società de li magnaccioni, La pappa col pomodoro, Addio Lugano bella, Cara moglie, La malarazza, La Titina, La cumparsita, L’Internazionale, Enola Gay, Fischia il vento, Luglio agosto settembre (nero), I Just Can’t Get Enough e via così..
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