CHIESA CATTOLICA. Vicofaro, stop all’accoglienza: via il prete pro migranti
- LE MALETESTE
- 10 ago
- Tempo di lettura: 2 min

Sotto tiro della destra, l’ospitalità era autofinanziata e autogestita con i volontari
di Luca Kocci
10 agosto 2025
È stato rimosso dalla parrocchia di Santa Maria Maggiore a Vicofaro (Pistoia) don Massimo Biancalani, il prete che per quasi dieci anni ha ospitato nei locali parrocchiali centinaia di migranti, perlopiù giovani africani che vivevano in strada perché per loro non c’era posto nel sistema pubblico di “accoglienza”. La decisione del vescovo di Pistoia, Fausto Tardelli, è di pochi giorni fa.
Si tratta, secondo una consuetudine clericale piuttosto diffusa nelle curie, di una rimozione camuffata da promozione (promoveatur ut amoveatur). A Biancalani, infatti, mentre viene tolto l’incarico di parroco, è affidato un nuovo ruolo: direttore dell’ufficio missionario diocesano. Un modo per allontanarlo dalla parrocchia e non affidargliene un’altra, dove avrebbe potuto riprendere l’attività di accoglienza, eventualità che in curia guardano con preoccupazione. E per controllare più da vicino il prete dalla «attitudine disobbediente», come si esprime lo stesso vescovo nel decreto di rimozione, di cui non è stata data comunicazione pubblica ma che il manifesto ha potuto leggere grazie a proprie fonti interne alle diocesi della Toscana.
Si chiude così l’esperienza di accoglienza portata avanti da Biancalani che, con l’aiuto di un nutrito gruppo di volontari, ha aperto le porte della parrocchia di Vicofaro ai migranti ospitandoli anche in chiesa, ovvero prendendo sul serio l’invito di papa Francesco a fare della chiesa un «ospedale da campo». Negli anni ci sono stati gli attacchi della destra (dalla Lega di Salvini, che per primo criticò il parroco sui social, a Fdi, CasaPound, Forza Nuova), di sedicenti comitati di cittadini perbene preoccupati più del «decoro» che dell’umanità, e la sostanziale indifferenza della politica, dell’associazionismo e della Chiesa pistoiesi. Qualche momento di difficoltà e di tensione legato al sovraffollamento (il numero dei migranti ospitati in alcuni periodi ha raggiunto i 150), ma la situazione è sempre stata gestita da don Biancalani e dai volontari del centro di accoglienza, autogestito e autofinanziato.
A giugno la svolta, con il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi (in gioventù frequentatore di CasaPound, ora in Fratelli d’Italia e probabile candidato alla guida della regione Toscana per il centrodestra) che emana un’ordinanza di sgombero per le «gravi condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza» dei locali della parrocchia. Il vescovo finge di criticare l’ordinanza ma avvia, insieme alla Caritas, il trasferimento dei migranti in otto strutture diocesane che improvvisamente, dopo dieci anni di inerzia, si materializzano (anche grazie a cospicui finanziamenti arrivati e promessi dall’esterno). E contestualmente manda gli operai a sigillare con pannelli di legno i locali parrocchiali perché nessuno vi entri.
Il primo luglio il violento epilogo: reparti di polizia in tenuta antisommossa inviati dal ministro Piantedosi (che rivendica l’operazione sui social) fanno irruzione in parrocchia e portano via gli ultimi migranti che non avevano accettato il trasferimento (e che ora sono di nuovo in strada o nei Cpr).
Quindi l’ultimo atto con l’allontanamento di don Biancalani da Vicofaro. La Comunità cristiana di base dell’Isolotto di Firenze scrive al vescovo Tardelli: «Sarà la storia a giudicare chi ha operato nel senso umano ed evangelico di “ero straniero e mi avete accolto” e chi si è voltato dall’altra parte».
Fonte: ilmanifesto.it - 10 agosto 2025