ITALIA/Migranti. Sgomberata la chiesa di don Biancalani a Vicofaro - VIDEO
- LE MALETESTE
- 4 lug
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Lo sgombero del Centro di accoglienza di Vicofaro attuato in questi giorni con l’ampio dispiegamento delle Forze dell’ordine – alcune fatte venire perfino da Taranto – segna una ferita incancellabile nella coscienza di tutti coloro che hanno dato il loro impegno o hanno seguito con attenzione e solidarietà un’esperienza quasi unica nella generosa anomalia. E’ stato orribile vedere nei giorni scorsi gli agenti in assetto di antisommossa! Ma contro chi? Contro un sacerdote che si è voluto umiliare e contro alcuni “fragili”, che solo lui aveva accolto, dopo che erano stati rifiutati dalle associazioni, oggi improvvisamente “volenterose”.
Tutta l’operazione è stata pianificata e attuata in seguito a inconfessabili accordi tra il potere politico e quello religioso. Ormai alla politica come gestione della pòlis in quanto bene comune si è sostituita l’arrogante propaganda elettorale di una destra indecente, che liscia il pelo all’opinione pubblica spingendola a una gravissima regressione culturale, etica e umana, mentre sembra dominare – a Pistoia e non solo – la società dell’odio e dell’inimicizia verso i più deboli.
D’altra parte il comportamento del vescovo di Pistoia è stato ben lontano dal considerare la Chiesa come “l’ospedale da campo” di papa Francesco, il cui monito evangelico era stato invece seguito da don Massimo Biancalani per aprire le chiese di Vicofaro e di Ramini ai migranti, che spesso erano costretti a vivere in strada. E’ sorprendente che, mentre per più di nove anni “non c’era posto per loro”, in poche settimane la diocesi abbia trovato numerose strutture – peraltro in suo possesso – per il ricollocamento dei migranti di Vicofaro: forse le centinaia di migliaia di euro promessi dal Vaticano per tutta l’operazione hanno risvegliato la memoria?
Pur con la sincera speranza che i giovani africani possano trovare nelle strutture condizioni di pieno rispetto dei loro diritti, si deve costatare con amarezza che i poveri e lo stesso Cristo sono stati cacciati dalla chiesa di Vicofaro, con le porte pannellate e continuamente sorvegliata per giorni e giorni da decine di poliziotti.
Come ha sottolineato più volte don Biancalani, Vicofaro, nella sua complessità e con le inevitabili criticità, è stata una risposta profetica a un mondo che costruisce muri invece di ponti. E’ stata una cura alle ferite, un rifugio per chi è lasciato ai margini, un’anticipazione del Vangelo vissuto con gli ultimi.
Vicofaro ha cercato di mettere in pratica con le poche risorse a disposizione – fornite da privati e da associazioni, mai dalle istituzioni – di andare incontro all’umano nel bisogno, spesso anche sofferente. Così abbiamo avuto la fortuna o la grazia di incontrare in questi anni migliaia di persone. Molti dei giovani accolti oggi lavorano, si sono “sistemati”, fanno parte della nostra comunità che supera i confini tradizionali della parrocchia. In questa straordinaria esperienza umana – ma anche pastorale – nell’impegno generoso di servizio agli ultimi si sono superate le obsolete distinzioni tra credenti e laici.
Una sostenitrice con parole commoventi ha scritto indignata nei giorni passati che Vicofaro muore insieme ai facili slanci di umanità di tanti che finiscono al massimo con una lacrimuccia di circostanza quando sono ripescati cadaveri nel Mediterraneo, o si legge di bombe che macellano bambini. Con il loro impegno nei vari servizi, dalla segreteria per i documenti, all’assistenza medica e psichiatrica, all’insegnamento della lingua italiana, con il fornire alloggio e cibo, don Massimo e i volontari hanno voluto rifiutare la crescente disumanizzazione in atto nella società, cercando sempre di realizzare uno scambio di umanità condivisa nell’incontro con la persona migrante, che non è un “invisibile”, ma ha un volto, un nome, una storia, un progetto di vita. Come dice il sindaco di Riace Mimmo Lucano, certe battaglie non si finiscono mai di combattere, perché i Poteri cercheranno in ogni modo di bloccare un progetto di uguaglianza, dignità e riscatto degli ultimi.
Come cristiano, come cittadino impegnato nell’accoglienza, rifiuto con fermezza questo sfregio di umanità e alla criminalizzazione di esseri umani contrappongo le nobilissime parole di un uomo di Dio, coerente con il Vangelo, padre Raffaele Nogaro, vescovo emerito di Caserta: Non possiamo rimanere indifferenti di fronte a una realtà abominevole: l’Italia chiude i porti e dispone i campi di sterminio in Libia e in Albania. Non possiamo né tacere, né restare indifferenti, né diventare complici di questa antiumanità, di questa lacerazione brutale della vita umana.
Fai strada ai poveri senza farti strada. Don Lorenzo Milani
Mauro Matteucci, collaboratore del Centro di accoglienza di Vicofaro – Centro Don Lorenzo Milani di Pistoia
Mauro Matteucci ha insegnato per quaranta anni nello Stato – nella media inferiore e superiore – scegliendo sempre scuole di frontiera in coerenza con l’esperienza di don Lorenzo Milani, l’incontro con il quale ha segnato le sue scelte di vita e professionali. Da quasi 30 anni lavora come volontario nell’insegnamento organizzando con il Centro Don Lorenzo Milani corsi di lingua italiana ai migranti.
Fonte: pressenza.com - 3 luglio 2025
Vicofaro, la polizia irrompe nella canonica e porta via gli ultimi migranti
di Lorenzo Carducci
La rabbia di don Biancalani: «Una vergogna, violata una casa di solidarietà». Il prete rischia la rimozione da legale rappresentante della parrocchia
02 luglio 2025 13:28
PISTOIA. Quando mancavano appena sei migranti da ricollocare, quando ormai la parrocchia di Vicofaro sembrava finire di svuotarsi in pace, alle 12,30 di ieri (martedì primo luglio) lo sgombero è stato ultimato con l’uso della forza. La forza per eseguire l’ordinanza notificata il 6 giugno dal sindaco Alessandro Tomasi, portando via coloro che dalla canonica non volevano separarsi e hanno provato a barricarcisi dentro, nonostante la Diocesi dica di averli rassicurati e accompagnati a visitare la loro destinazione.
La sensazione che potesse essere una giornata di tensione c’era, ma in mattinata non c’erano stati allarmi. Fino a quando le camionette sono arrivate nella piazza della chiesa e i reparti mobili della polizia di Firenze e Taranto hanno fatto irruzione nella canonica, una ventina di agenti in assetto antisommossa, come in uno scontro tra ultras fuori dallo stadio. C’era da far uscire gli ultimi giovani ospiti africani, di cui due hanno opposto resistenza, finendo con l’essere bloccati, ammanettati, portati giù per le scale e poi caricati sulle volanti. Uno dei due piange disperato, in preda alla paura, vedendo riaffiorare chissà quali mostri e quali ferite. Sono scene che straziano, nell’assistere viene da chiedersi se ce ne fosse davvero bisogno. Una domanda che apre altri mille interrogativi, a partire dal perché invece è dovuto succedere.
Basta scorgere l’espressione di qualche poliziotto, ancor prima di vederli in azione, per capire che da parte di chi esegue non c’è nessun accanimento e, anzi, non manca qualche parola di conforto. Però l’immagine rimane quella di un’operazione che forse coincide con la parola fine sulla comunità di Vicofaro, non più idonea a garantire un’accoglienza dignitosa e quindi chiusa d’imperio dalle istituzioni. Questa almeno è la versione “apolitica”, ci si creda o no. Com’era prevedibile, lo sgombero definitivo manda in escandescenza don Massimo Biancalani. Vedendo i poliziotti prendere di forza uno dei suoi ragazzi prova a salire le scale. «Non lo toccate» urla. Dopo poco va via in auto con due ospiti. «Vergogna, con questi poveri cristi, voi e tutto il governo. Contenti adesso?» e nella collera lancia una baguette su un cumulo di doghe in legno. Al suo ritorno, verso le 13,30, la canonica dove fino a qualche giorno fa alloggiavano oltre cento migranti è vuota e gli addetti stanno sigillando una ad una tutte le porte e le finestre, il continuo di quanto lo aveva fatto infuriare sabato.
«È una vergogna, una violenza ingiusta, è stata violata una parrocchia, una casa di solidarietà, un ospedale da campo – commenta il parroco – Sono scioccato, quest’azione di forza non me la spiego, avevamo iniziato un lavoro di ricollocazione e pensavo che con le persone più deboli ci fosse disponibilità al dialogo. I ragazzi non hanno commesso reati, sono persone in stato depressivo che qui avevano trovato la loro dimora. Alcuni sono scappati, dicevano questa è casa di dio e non può chiudere, invece mi sembra sia casa degli uomini e della loro cattiveria. C’è stata la volontà politica di fermare un’esperienza. Una battaglia persa, ma dopo la passione speriamo ci sia la resurrezione». Sulla sua probabile rimozione da legale rappresentante della parrocchia, glissa. «Questa è una decisione del vescovo (Fausto Tardelli), spetta a lui comunicarlo».
Aggirandosi nell’improvviso deserto se la rifà un po’ con tutti, per poi prendere il megafono. «È stata violata una casa di pace e solidarietà» esclama. Cita Papa Francesco e la chiesa dalle porte aperte. «Vergogna». Il sipario cala così, sotto il sole minacciato dai nuvoloni di martedì primo luglio. Adesso la parrocchia sarà oggetto dei lavori di adeguamento al termine dei quali, almeno inizialmente sembrava che la chiesa potesse tornare ad accogliere, seppur con numeri ridotti. Ma dopo ieri, tornare indietro è quasi impossibile.
Fonte: iltirreno.it - 2 luglio 2025
Vicofaro, fine dell'accoglienza migranti: sgomberata la chiesa di don Massimo Biancalani
Vicofaro, fine dell'accoglienza migranti: sgomberata la chiesa di don Massimo Biancalani
© FirenzeToday
“Hanno sgomberato Vicofaro”. Lo ha confermato don Massimo Biancalani ieri pomeriggio, dalla propria pagina Facebook. L'esperienza di accoglienza messa in atto dal “parroco dei migranti” negli ultimi anni (che in certi frangenti ha visto la presenza negli spazi della parrocchia di Santa Maria Maggiore di oltre un centinaio di ospiti) sembra insomma giunta al termine: nelle scorse ore, carabinieri, polizia e vigili del fuoco hanno raggiunto l'edificio religioso per invitare i pochi migranti rimasti a lasciare il posto.
Un'operazione che fa parte del progetto di ricollocamento degli ospiti in altre strutture di accoglienza della provincia pistoiese, anche a seguito dell'ordinanza di sgombero firmata nelle scorse settimane dal sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi. Operazioni, quelle che hanno visto la presenza delle forze dell'ordine, effettuate con il via libera della Diocesi di Pistoia: il vescovo Fausto Tardelli, ribadendo l'importanza di accogliere, aveva nei giorni scorsi esternato la necessità di effettuare una serie di lavori di ristrutturazione nei locali della parrocchia e l'impegno di trovare una nuova sistemazione per gli ospiti.
I residenti del quartiere (che hanno dato vita in questi anni a due comitati) avevano spesso puntato il dito contro la gestione dell'esperienza di accoglienza, alla quale imputavano episodi di degrado e micro-criminalità. E tra loro, c'è chi ha documentato con un video anche il momento drammatico dello sgombero: don Massimo, probabilmente sopraffatto dall'emozione (lui stesso ha più volte riconosciuto le criticità dell'esperienza di Vicofaro in passato, ma ha sempre rivendicato l'impegno profuso nel togliere dalla strada giovani migranti che altrimenti non avrebbero avuto un posto in cui stare e ha più volte espresso rammarico per il supporto a suo avviso carente ricevuto dalle istituzioni) ha impugnato un megafono urlando “vergogna” (riferendosi con tutta probabilità agli agenti impegnati nell'operazione).
“Vicofaro ha cercato di mettere in pratica, con poche risorse a disposizione, una richiesta esplicita del Magistero della Chiesa: soccorrere, curare, formare, integrare – aveva scritto don Biancalani pochi giorni fa - abbiamo avuto la grazia di incontrare in questi anni migliaia di persone. Molti di questi giovani oggi lavorano, si sono “sistemati”, fanno parte della nostra grande famiglia”. Ma sulla struttura d'accoglienza di Vicofaro, insomma, sembrano scorrere i titoli di coda.
Fonte: firenzetoday.it - 2 luglio 2025