ITALIA CARCERI. In arrivo le celle-container per detenuti
- LE MALETESTE
- 2 apr
- Tempo di lettura: 7 min

1 aprile 2025, 15.58
Certo, le celle-container. Perché nessuno ci aveva pensato prima? Lampo di genio forse è troppo poco.
Guidato dal ministro alla Disumanità Carlo Nordio, il governo è finalmente riuscito a risolvere il problema del sovraffollamento. Pensate, lo spazio c’era già. Solo non riuscivamo a vederlo, convinti che anche i peggiori criminali potessero avere diritto a un po’ d’aria, all’aperto, una volta ogni tanto.
Invece no.
Quello spazio, necessario a immaginare anche solo un istante di libertà, la destra lo prende e lo trasforma in una distesa di container sul “modello Albania”, 6 metri per 5, in cui stipare, impacchettare, ammassare ancor di più i detenuti.
Tutto questo, vi chiederete, a che prezzo?
Una cifra modica, 83mila euro circa per ogni detenuto. Anche se ormai sarebbe più giusto dire per ogni “ostaggio”.
Perché di questo si tratta
fonte: https://www.facebook.com/profile.php?id=100044437656268 - 1 apr. 2025
Cosa sono le celle container per i detenuti volute dal governo Meloni, le opposizioni: “Piano disumano”
di Francesca Moriero
1 aprile 2025, 17.52
Il governo introduce moduli prefabbricati per affrontare il sovraffollamento nelle carceri, ma il progetto scatena critiche. Le opposizioni denunciano una misura disumana, inefficace e costosa, mentre il ministero della Giustizia la difende come una risposta rapida e necessaria.
Grandi sei metri per cinque, in calcestruzzo prefabbricato, pensati per ospitare fino a 24 detenuti per modulo. Sono le cosiddette celle container, la soluzione individuata dal Ministero della Giustizia che avrebbe l'obiettivo di affrontare il sovraffollamento delle carceri italiane.
Un piano che prevede l'installazione di 16 moduli nei cortili di nove istituti penitenziari, ancora da individuare, per un totale di 384 nuovi posti.
Un'operazione che avrà un costo di 32 milioni di euro, e che, affidata al Commissario straordinario all'edilizia penitenziaria Marco Doglio, sarà oggetto di gara pubblica il prossimo 10 aprile.
Secondo la relazione tecnica di Invitalia, anticipata nei giorni scorsi dal quotidiano Il Dubbio, ogni blocco sarà suddiviso in sei celle da quattro posti, affiancate da spazi comuni minimi.
Il costo medio per ogni detenuto sarà di circa 83mila euro, una cifra che ha acceso immediatamente le critiche delle opposizioni, dei sindacati e delle associazioni per i diritti umani. Il progetto, presentato dalla maggioranza di governo come una soluzione temporanea e già adottata in altri Paesi europei, viene insomma bollato come un "provvedimento che non affronta le reali criticità del sistema penitenziario italiano".
Le opposizioni: "Disumano e costoso, Nordio chiarisca"
Le reazioni politiche non si sono fatte attendere: prime tra tutte, quelle del Partito Democratico, che ha chiesto chiarimenti al ministro Carlo Nordio, sollevando dubbi sulla compatibilità del progetto con il dettato costituzionale: "I nuovi moduli detentivi saranno realizzati in totale dispregio delle indicazioni sulla sicurezza e sulla tutela della dignità delle persone? Nordio chiarisca", hanno dichiarato i senatori dem in Commissione Giustizia.
"Non si migliora la qualità della vita dei detenuti e del personale di sorveglianza, né si garantisce maggiore sicurezza negli istituti". Ilaria Cucchi, senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra, è ancora più dura: "Cubi di cemento roventi d'estate e freddi d'inverno, l'ennesima dimostrazione della politica repressiva e miope della destra in materia carceraria. Una disumanità vergognosa che costa pure cara".
Anche il Movimento 5 Stelle attacca frontalmente il ministro: "Se dopo mesi di inattività la soluzione sono i ‘blocchi detenzione', il governo Meloni dovrebbe ammettere di non avere idea di come affrontare l'emergenza carceri. Questi moduli aggiungeranno meno di 400 posti, sottraendo peraltro spazi destinati ad attività all’aperto e al trattamento rieducativo".
Il governo difende il progetto: "Tutto è a norma, meno sovraffollamento"
Il sottosegretario alla Giustizia con delega alle carceri, Andrea Delmastro (Fratelli d’Italia), liquida le critiche: "Abbiamo un commissario straordinario che sta accelerando la costruzione di nuovi posti detentivi. Alcuni saranno ricavati da vecchi padiglioni, altri con nuovi moduli prefabbricati. Tutto è assolutamente rispettoso della normativa e ci consentirà di ridurre il sovraffollamento".
Poi attacca le opposizioni: "Coloro che ci criticano sono gli stessi che hanno lasciato le carceri in queste condizioni". Ma il dibattito non sembra placarsi: anche per i sindacati della polizia penitenziaria, l'aggiunta di moduli prefabbricati non è la soluzione efficace se non accompagnata da un potenziamento del personale: "Ammesso che il progetto aumenti la capienza di qualche posto letto, chi gestirà questi detenuti? Dove sono i nuovi ingressi di agenti di polizia penitenziaria?" chiede Gennarino De Fazio, segretario della UilPa.
Gli esperti: "Celle minuscole e violazioni della Costituzione"
Anche un architetto, Cesare Burdese, esperto di edilizia penitenziaria, boccia il progetto senza mezzi termini e a Repubblica dice: "Stiamo parlando di container, poco più che baracche di cantiere. Ovvero, recinti. Aggiungiamo il dato che in Italia un detenuto passa all'aria, in un giorno, solo 4 ore se va benissimo, altrimenti. Se già tenere in gabbia degli animali vuol dire esasperarli, farlo con gli esseri umani, al di là delle gravi violazioni della Carta Costituzionale, produrrà l'aumento di aggressività, violenze e ribellioni".
A confermare le criticità è anche l'associazione Nessuno Tocchi Caino, che denuncia condizioni di sovraffollamento già insostenibili in molti istituti: "Abbiamo visitato carceri dove di notte un solo operatore deve gestire 100 detenuti. Chi parla di soluzioni ‘a norma' ignora la realtà". Samuele Ciambriello, rappresentante dei garanti territoriali dei detenuti, punta il dito contro la visione punitiva della detenzione: "Se siamo arrivati a discutere di container dove stipare ‘quelli di troppo', significa che non si è compresa la gravità della situazione. Servono più educatori, più assistenti sociali, più sanità e mediazione culturale. Non baracche di cemento".
Il carcere come "discarica sociale"
Per Michela Di Biase, deputata Pd in Commissione Giustizia, il piano del governo Meloni è una scorciatoia che peggiorerà la situazione: "Tre metri quadrati a detenuto sono inadeguati al rispetto della dignità umana. Spazi comuni ridotti al minimo, nessuna prospettiva di reinserimento. Questo non è un piano di riforma, è la trasformazione delle carceri in discariche sociali".
Secondo le opposizioni, la soluzione per il sovraffollamento dovrebbe dunque passare per un ampliamento delle misure alternative alla detenzione, una maggiore assistenza psicologica e sanitaria e una revisione delle politiche carcerarie. Ma il governo sembra voler tirare dritto: il bando è pronto, e salvo imprevisti, il progetto partirà, appunto, tra meno di un mese.
fonte: fanpage.it - 1 apr. 2025
Celle container senza dignità. Coro di no. Il governo accelera
di Eleonora Martini
2 aprile 2025
Il nuovo piano-sperpero di edilizia penitenziaria da 32 milioni di euro per la realizzazione di appena 384 nuovi posti detentivi – nelle carceri sovraffollate come ai tempi della condanna Cedu – arriva al suo primo giro di boa. E scalda gli animi, con la protesta delle opposizioni e la difesa ad oltranza del sottosegretario Delmastro.
Mentre il Dap naviga a vista, in attesa da oltre tre mesi di un nuovo capo la cui nomina è ostacolata ormai solo dalle imposizioni dell’esponente biellese di Fratelli d’Italia, numero due di via Arenula, che considera il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria feudo personale. In questo contesto e con un sovraffollamento che conta attualmente circa 16 mila detenuti in più rispetto ai posti regolamentari, a giorni, il 10 aprile, scade la gara pubblica avviata dal commissario straordinario Marco Doglio e gestita dalla centrale di committenza Invitalia per la costruzione e la messa in opera di 16 blocchi detentivi prefabbricati realizzati in moduli di calcestruzzo da posizionare all’interno della cinta muraria di nove carceri del Paese entro la fine dell’anno, data di “scadenza” prevista anche del commissario straordinario nominato nel settembre scorso dal ministro Nordio.
DOPO L’ANNUNCIO (anticipato dal manifesto il 23 marzo scorso), ieri «fonti di governo» hanno riferito all’Ansa la notizia di «sopralluoghi già effettuati negli istituti ad Opera e Voghera» per avviare il progetto targato Nordio che, «nelle previsioni», intende realizzare «gradualmente i primi 1.500 moduli» detentivi «con l’installazione già di 400 in via sperimentale». Numeri di cui non si trova traccia nella relazione tecnica firmata dall’ingegnere Enrico Fusco di Invitalia. Dalla cui lettura però «emerge una visione della vita in carcere, di chi è detenuto e di chi ci lavora, a cominciare dalla polizia penitenziaria, non in sintonia con la necessità di rispettare la previsione costituzionale», come affermano i dem Bazoli, Mirabelli, Rossomando e Verini che chiedono a Nordio di riferire in Senato.
«IN OGNI MODULO che non deve esprimere alcun pregio architettonico – scrive il Pd nell’interrogazione – dovranno trovate ospitalità 4 detenuti per una superficie complessiva di 30 mq ricomprendendo nella metratura anche i servizi igienici con una superficie indicativa di 3 mq, assolutamente inadeguata per garantire dignità della persona ed insufficiente per ospitare tutte le necessità, comprensive degli effetti personali dei detenuti. Inoltre, nei blocchi di detenzione le 24 persone detenute oltre al personale penitenziario potranno disporre di soli 30 mq per la socialità, l’attività fisica, la biblioteca e non viene fatto alcun riferimento progettuale per l’impianto antincendio e tanto meno viene segnalato quali tipologie di detenuti dovranno ospitare».
LA RELAZIONE TECNICO illustrativa preliminare prevede infatti la realizzazione di 5 blocchi per 120 posti letto complessivi da collocare nei perimetri delle carceri di Alba, Opera Milano e Biella; altrettanti a sud, negli istituti di Frosinone, Palmi e Agrigento; sei invece i blocchi destinati a L’Aquila, Reggio Emilia e Voghera per 144 posti in tutto. Ogni blocco è costituito da 12 moduli smontabili «di dimensioni indicative pari a 6 metri per 5 metri». Quelli «denominati A1» ospiteranno 4 posti letto e un bagno; stesse dimensioni per i moduli adibiti alle sale polifunzionali, ai servizi e alla zona agenti. Ogni blocco detentivo, munito di cortili di passeggio delimitati anche da pareti in cemento armato, sarà recintato da una cancellata metallica zincata alta «almeno 5 metri». Ma a giudicare dall’annuncio dettato ieri all’Ansa da «fonti del governo», il piano che andrà a gara «al ribasso» tra qualche giorno
non è che una prima sperimentazione di un nuovo tipo di detenzione.
PER IL SOTTOSEGRETARIO Delmastro, «tutto è assolutamente rispettoso della normativa e consentirà di non avere più il sovraffollamento che c’è oggi». Ma non convince neppure il M5s. Che protesta per la “trovata” del Guardasigilli: «Se la sua unica azione concreta, dopo mesi di nulla, sono i “blocchi detenzione” – attaccano i parlamentari pentastellati – è meglio che il governo Meloni dica a tutta Italia che non sa come affrontare l’emergenza carceri». E se alcuni sindacati di polizia penitenziaria condannano le celle-container e lo «spreco di denaro pubblico» che preferirebbero fosse investito in nuove assunzioni, per il portavoce dei Garanti territoriali nulla cambierà, e i detenuti continueranno ad avere «meno metri quadrati a disposizione di quanto prevede la normativa per la custodia di cani e animali feroci». E invece tra le soluzioni possibili Samuele Ciambriello chiede «un provvedimento deflattivo per le 8000 persone che devono scontare meno di un anno senza reati ostativi, o almeno per i circa 3000 che devono scontare meno di sei mesi. Serve questo e non altri edifici».
fonte: ilmanifesto.it - 2 apr. 2025