VAL DI SUSA. Dopo gli espropri, arrivano gli sfratti per il TAV, ma la gente resiste
- LE MALETESTE

- 20 nov
- Tempo di lettura: 5 min

In Val di Susa sono iniziati gli sfratti per la TAV
di Valeria Casolaro
20 Novembre 2025 - 9:00
Sono iniziati ufficialmente ieri, 19 novembre, gli sfratti degli inquilini della Val di Susa le cui abitazioni dovranno essere abbattute per far posto ai cantieri dell’Alta Velocità. A San Giuliano, infatti, vedrà la luce la stazione internazionale della TAV Torino-Lione, costruita da TELT – la società incaricata di portare a termine la grande opera. Nella giornata di ieri, quindi, funzionari dell’azienda, accompagnati da agenti della Digos e delle forze dell’ordine, hanno iniziato a prendere possesso degli immobili, che nei prossimi giorni verranno abbattuti. «Oggi si è scritta una delle pagine più buie della storia del popolo valsusino», ha commentato il Movimento in un comunicato.
Il decreto di esproprio era stato emesso nel 2023. Il 9 ottobre 2024, quindi, erano iniziate le convocazioni dei proprietari dei terreni. Come spiegato da TELT, infatti, nei prossimi anni l’area servirà prima per la logistica dei cantieri di «valorizzazione dei materiali del tunnel di base» e, successivamente, vedrà il sorgere della stazione internazionale di interscambio tra l’alta velocità verso Parigi, le linee ferroviarie regionali e la mobilità verso l’alta Val di Susa e le stazioni sciistiche.
E ieri come un anno fa, le operazioni sono avvenute nell’usuale contesto di militarizzazione della valle, alla presenza di un nutrito gruppo di agenti delle forze dell’ordine, riferisce il Movimento.
Sono tre le abitazioni che verranno abbattute, dodici le persone che hanno dovuto trovare altrove un luogo dove andare a vivere. L’estensione complessiva dei terreni espropriati è di circa quattromila metri quadrati, per un totale di oltre un migliaio di proprietari. Tanti erano stati, infatti, gli attivisti che nel 2012 avevano comprato una porzione di territorio a testa. L’iniziativa era stata denominata Compra un posto in prima fila: allora la costruzione della stazione internazionale era soltanto un’ipotesi, ma i cittadini della Valle avevano scelto di muoversi per tempo, per rendere più difficoltosa per le aziende l’appropriazione dei terreni.
«Perdere una casa non è solo una questione economica: significa vedere cancellata una parte della propria vita. Quello di stamattina è stato l’ennesimo atto imposto con la forza in un territorio che da oltre trent’anni resiste a un’opera inutile, costosa e distruttiva, già obsoleta ancora prima di essere completata», scrive il Movimento, che aggiunge: «il “progresso” che TELT e le istituzioni cercano di imporci si traduce da anni in espropri forzati, abbattimento di case e violazione dei nostri legami affettivi e comunitari. Il loro “progresso sostenibile” è solo retorica e propaganda, è distruzione e violenza camuffate da sviluppo».
Fonte: L'INDIPENDENTE (https://www.lindipendente.online/2025/11/20/in-val-di-susa-sono-iniziati-gli-sfratti-per-la-tav/) - 20 nov. 2025
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San Giuliano: Telt prende possesso delle case, ma la valle non si arrende
di Notav.info
19 Novembre 2025 at 17:40
Questa mattina Telt è entrata ufficialmente in possesso delle abitazioni di San Giuliano di Susa che verranno abbattute per far spazio al cantiere della stazione internazionale del Tav Torino-Lione.
Dietro le fredde parole della burocrazia – “presa di possesso”, “esproprio” – la controparte sembra ignorare la presenza di persone in carne e ossa, famiglie che per decenni hanno vissuto quelle case, costruendo ricordi e intrecciando legami tra quelle mura. La Valsusa, le persone che la abitano e le loro storie sono solo un’ “interferenza”, un sacrificio sull’altare del progresso, per un’opera che va fatta ad ogni costo, il cui prezzo verrà pagato interamente da chi abita questo territorio.
La prima abitazione ad essere stata consegnata è quella di Franco Leschiera (visibilmente commosso mentre accompagnava i funzionari verso la sua residenza) seguita subito dopo dalla dimora della famiglia Zuccotti. La signora Ines Riosecht, 88 anni, residente a San Giuliano dal 1959, non è riuscita a trattenere le lacrime di dolore, salutando per sempre il luogo in cui ha trascorso 55 anni della sua vita.
Nel frattempo, un camion con gru della ditta locale Effedue, che da anni in Val di Susa fa il lavoro sporco per la lobby del Tav e la magistratura di Torino, ha avviato i lavori di protezione della casa dei Leschiera, difesi dai Carabinieri di Susa e dalla Digos di Torino.
Quando alcune persone del Movimento No Tav sono entrate nel cortile per stringersi vicino alla signora Ines, i funzionari di Telt hanno intimato loro – con la solita arroganza che li contraddistingue – di rimanere fuori dalla loro proprietà. Uno schifo difficilmente descrivibile.
Oggi si è scritta una delle pagine più buie della storia del popolo valsusino. Perdere una casa non è solo una questione economica: significa vedere cancellata una parte della propria vita. Quello di questa mattina è stato l’ennesimo atto imposto con la forza in un territorio che da oltre trent’anni resiste a un’opera inutile, costosa e distruttiva, già obsoleta prima ancora di essere completata. Ciò che è successo ci porta alla mente ciò che è accaduto e accade tutt’ora in Palestina, dove i coloni cacciano impunemente le persone dalle proprie case, protetti da una legge ingiusta.
Il “progresso” che Telt e le istituzioni cercano di imporci si traduce da anni in espropri forzati, abbattimento di case e violazione dei nostri legami affettivi e comunitari. Il loro “progresso sostenibile” è solo retorica e propaganda, è distruzione e violenza camuffate da sviluppo.
Ci stringiamo attorno a coloro che sono stati costretti a lasciare la propria casa, perché la forza del nostro Movimento è sempre stata quella di essere prima di tutto comunità. Continueremo a difendere la nostra terra, la nostra storia e il nostro futuro. E laddove cercheranno di rubarci la nostra dignità, la nostra identità, noi sapremo come riprendercela.
Perché dove voi distruggete, noi continuiamo a costruire resistenza. Da 20 anni a oggi.
A San Giuliano non è finita.
Fonte: NOTAV. INFO (https://www.notav.info/post/san-giuliano-telt-prende-possesso-delle-case-ma-la-valle-non-si-arrende/?fbclid=IwY2xjawOLtlRleHRuA2FlbQIxMQBzcnRjBmFwcF9pZBAyMjIwMzkxNzg4MjAwODkyAAEel3SnNg4FgwChwp43KLuCl6Tc67rJg1CnUJ8TjcyXiZDJRCGD6NDqvIu8Ifc_aem_74H1HdiU5gzvlmEBbCGmxQ) - 19 nov. 2025
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Di case sacrificate al TAV, agavi resistenti, alberi in catene, bandiere
martedì 18 Novembre 2025
Case di San Giuliano. Case amate e difese, che hanno sfidato il tempo e accolto vite e storie, nell’avvicendarsi delle generazioni. Ora sono vuote, forzatamente espropriate e a breve saranno abbattute.
Proprio qui, alle porte di Susa, in questa frazione condannata a morire di TAV, è previsto lo sbocco del tunnel ferroviario di base e la trasformazione del territorio in discarica a cielo aperto per lo stoccaggio del materiale di scavo, pietrisco velenoso di amianto e uranio.
La tristezza di questa piovosa domenica pomeriggio pesa come un macigno su questi luoghi che già hanno conosciuto l’impatto dei cantieri autostradali ed ora sono a rischio di devastazione ad opera dell’ennesima grande, mala, inutile opera.
Angoscia delle abitazioni silenziose, abbandonate. Muri che cominciano a scrostarsi, finestre come orbite vuote, rottami di traslochi forzati.
Negli orti resiste qualche cespo d’insalata insieme a ciuffi di menta e piante di rosmarino.
Una bellissima, rigogliosa agave si appoggia alla facciata a sud di una delle case, quasi a sostenerla. Le sue dimensioni, le grandi foglie carnose, testimoniano della sua vita lunga e tenace, capace di sfidare venti, gelo, siccità. Si prepara fiduciosa al lungo inverno. Nulla sa della ruspa in agguato.
La casa più vecchia è anche la più cara al cuore del movimento NO TAV. L’abitavano una anziana signora e i suoi figli. Si opposero fino all’ ultimo, tenacemente, all’esproprio. Infine furono costretti a cedere, per disperazione.
Sulla facciata sopravvive il murale di Blu: un mostro ferrigno dalle cento pale avanza contro un grande albero. I rami dell’albero sono braccia possenti che spezzano le manette strette intorno alla verde chioma. Dal tronco spuntano mani arboree che brandiscono tronchesine, tagliano reti, impugnano mattarelli, reggono maschere antigas, sventolano bandiere: sono gli attrezzi della nostra lotta, la metafora di una ribellione che dura, della natura che con noi si difende.
Ormai si fa sera. la pioggia è cessata. da uno squarcio tra le nubi si affaccia la luce rossa del tramonto.
Anche la vecchia casa sorride: all’improvviso, quasi per magia, ai balconi, finestre, cancello sono fiorite le bandiere NO TAV.
Fonte: SERENO REGIS. ORG (https://serenoregis.org/2025/11/18/di-case-sacrificate-al-tav-agavi-resistenti-alberi-in-catene-bandiere/) 18 nov. 2025
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