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GUERRE USA. "EagleEye", nasce la nuova fabbrica di armi digitali, fusione tra Meta e Anduril

  • Immagine del redattore: LE MALETESTE
    LE MALETESTE
  • 10 giu
  • Tempo di lettura: 9 min

Simbiosi tra finanza, armamenti e tecnologia: cascata di fondi del Pentagono a due aziende Big Tech per trasformare i soldati Usa in "tecnomanti" invincibili


10 giugno 2025


Nelle ultime settimane l’amministrazione Trump ha moltiplicato gli attacchi contro la ricerca scientifica. Ne ha decurtato i fondi e censurato i risultati, sforzandosi di screditarne i centri più autorevoli. Allo stesso tempo, ha continuato a celebrare e finanziare l’innovazione tecnologica, evidenziandone il legame sempre più profondo con l’incremento dei profitti e il potenziamento della forza militare.


L’ultimo esempio di simbiosi tra finanza, armi e tecnologia è la cascata di fondi elargiti dal Pentagono a due aziende digitali, Meta (Facebook, Instagram, Whatsapp, Messenger) e Anduril (società americana di tecnologia di difesa specializzata in sistemi autonomi), perché sviluppino insieme una nuova classe di super-armi digitali che, in teoria, dovrebbe trasformare i soldati americani in “tecnomanti” capaci di sbaragliare sul campo ogni nemico.


Vere o false che siano le promesse, una divergenza così plateale tra scienza e tecnica non può che sorprendere.


La nuova alleanza tra Meta e Anduril è stata annunciata da una foto che sta dilagando sui social. Vi sono ritratti i Ceo delle due aziende, Mark Zuckerberg e Palmer Luckey, che ci guardano con espressione ebete e compiaciuta. È difficile sottrarsi all’impressione che la foto presenti due esemplari della nostra specie sciolti ormai da ogni rapporto autentico col mondo e refrattari a qualunque conoscenza di sé stessi. Il segreto del loro successo è proprio questa ottusità, che li rende idonei a mettersi al servizio di un’impresa puramente distruttiva.


Può darsi che, nel prossimo futuro, gli aspiranti ricercatori si troveranno a fronteggiare un difficile dilemma. Seguire le loro orme e offrire il proprio contributo, ben pagato, alla desolazione del mondo. O sforzarsi di ricomporre il legame tra il pensiero e la natura delle cose, anche a costo di intrecciare conoscenza e tecnica in forme che l’occidente moderno, finora, non ha saputo né voluto sviluppare. Sapendo che non c’è, al momento, né uno Stato né un privato disposto a pagare qualcosa per un simile sforzo.


Fonte: ilmanifesto.it - 10 giugno 2025



Palmer Luckey (Anduril) e Mark Zuckerberg (Meta)
Palmer Luckey (Anduril) e Mark Zuckerberg (Meta)

Meta, Anduril e il Futuro della Guerra Intelligente: un Patto Oltre il Business


di Filippo Sardella

8 giugno 2025


La Silicon Valley scende in guerra

La partnership tra Meta e Anduril Industries è molto più di un semplice contratto tecnologico: è l’ultimo passo di un processo in cui il confine tra Big Tech e settore della difesa si fa sempre più sottile. L’obiettivo non è solo innovare: è ridisegnare il futuro del campo di battaglia, della proiezione di potere, e del controllo cognitivo nelle guerre del XXI secolo.


Il Progetto EagleEye: La Nuova Frontiera della Guerra Cognitiva e Percettiva

Il progetto EagleEye, nato dalla collaborazione tra Meta e Anduril Industries, segna un salto di paradigma nella concezione moderna del combattimento: non si tratta più solo di potenziare le armi o migliorare l’addestramento fisico dei soldati, ma di trasformare radicalmente il loro modo di percepire, interpretare e reagire all’ambiente operativo.

Ampliamento delle capacità sensoriali

La dotazione di visori XR (Extended Reality) spinge oltre i confini tradizionali della percezione umana:

  • Vedere attraverso gli ostacoli: grazie alla sovrapposizione di dati provenienti da sensori multispettrali (infrarossi, radar, LIDAR), i soldati possono ottenere una visione “a strati” dello spazio operativo, vedendo dietro muri, dentro strutture o attraverso la vegetazione densa, un vantaggio cruciale negli scenari di guerra urbana e nei combattimenti asimmetrici.

  • Rilevamento di droni e minacce invisibili: i visori sono progettati per agganciare segnali deboli o anomalie nel campo elettromagnetico, individuando droni stealth o mine IED nascoste.

  • Identificazione avanzata dei bersagli: combinando dati ottici, sonori e termici con modelli di intelligenza artificiale per il riconoscimento facciale e oggetti, ogni soldato può identificare amici e nemici in tempo reale, riducendo il rischio di fuoco amico o errori critici.

Risultato: il soldato non è più solo un osservatore fisico, ma un hub sensoriale aumentato capace di leggere l’ambiente in modo potenziato rispetto alla sua fisiologia naturale.

Integrazione AI – Armi autonome

L’altro asse strategico del progetto è l’integrazione diretta con sistemi d’arma autonomi:

  • Decisioni più rapide: collegando il visore XR a droni armati, veicoli autonomi o torrette difensive gestite da intelligenza artificiale, il soldato potrà comandare e ricevere supporto con minimi input fisici, delegando funzioni complesse come il riconoscimento dei bersagli e la scelta della traiettoria ottimale a reti neurali addestrate.

  • Aumento della letalità: l’interfaccia uomo-macchina riduce drasticamente i tempi di reazione sotto stress, guadagnando microsecondi di vantaggio che possono determinare la sopravvivenza in uno scontro.

  • Minimizzazione del rischio: demandare a piattaforme autonome l’esecuzione di compiti ad alta esposizione preserva vite umane e massimizza l’efficienza operativa.

Risultato: il soldato non è più solo un utente di armi, ma parte integrante di una rete neurale bellica in cui uomo e macchina agiscono in sincronia.

Guerra basata sull’informazione

Con EagleEye, la dimensione informativa diventa il campo di battaglia primario:

  • Superiorità informativa: chi controlla più dati, in tempo reale e con maggiore precisione, vince. EagleEye trasforma ogni soldato in un nodo dinamico in una rete di raccolta, elaborazione e distribuzione di dati.

  • Combattimento reticolare: abbandonando il concetto tradizionale di unità militari gerarchiche, si passa a una guerra a nodi, dove ogni operatore può essere al contempo sensore, processore e attuatore.

  • Decisioni decentralizzate: grazie alla sovrabbondanza di informazioni filtrate dall’intelligenza artificiale, anche i soldati ai livelli più bassi della catena di comando potranno prendere decisioni tattiche complesse con livelli di autonomia prima impensabili.

Risultato: non si combatte più solo con la forza, ma con la gestione superiore dell’informazione. I dati diventano la nuova munizione strategica.

Verso la Guerra Cognitiva

Il vero significato di EagleEye va oltre la somma delle sue parti tecnologiche.

Non si tratta solo di potenziare il soldato.Non si tratta solo di collegarlo a macchine intelligenti.Non si tratta solo di dare accesso a più dati.

Si tratta di fondere l’essere umano con l’ambiente digitale di combattimento, creando una entità ibrida, un guerriero cognitivo.

La NATO e altre grandi potenze militari da anni teorizzano la Guerra Cognitiva: il dominio delle menti prima ancora dei corpi. Controllare la percezione, la cognizione e il processo decisionale dell’avversario è l’ultima frontiera strategica.

EagleEye è la prima implementazione concreta di questo paradigma: soldati capaci di percepire l’invisibile, reagire in tempo zero, influenzare e manipolare ambienti cognitivi.


Chi ne trae vantaggio?

Meta

  • Diversificazione strategica: Meta compie un passo fondamentale entrando formalmente nel settore della difesa, diversificando il proprio portafoglio industriale in un momento di difficoltà strutturale. Il fallimento commerciale del metaverso e il rallentamento della crescita di Facebook hanno spinto l’azienda a esplorare nuove linee di business.

  • Accesso a fondi pubblici: La difesa rappresenta una fonte stabile e crescente di finanziamenti statali. Con budget annuali in continua espansione, il Pentagono offre contratti pluriennali ad alto margine, garantendo a Meta una nuova rendita strategica indipendente dal mercato pubblicitario.

  • Riciclo reputazionale: L’ingresso come fornitore tecnologico militare permette a Meta di riposizionarsi, passando dall’immagine di “Big Tech controversa” a quella di “partner strategico per la sicurezza nazionale”. Un’operazione di rilegittimazione in chiave geopolitica.

  • Valorizzazione delle competenze interne: Gli investimenti nei Reality Labs e nello sviluppo di modelli avanzati di intelligenza artificiale (come Llama) trovano una nuova applicazione militare, monetizzando ricerche che fino a oggi erano viste solo come un costo.

Anduril Industries

  • Consacrazione come contractor strategico: Fondata da Palmer Luckey dopo la sua uscita forzata da Facebook, Anduril si è distinta per un approccio innovativo alle tecnologie di difesa, puntando su automazione, intelligenza artificiale e sistemi non convenzionali.

  • Espansione del network politico-industriale: L’accordo con Meta permette ad Anduril di consolidare il proprio posizionamento tra i contractor di nuova generazione, ampliando la propria influenza e accedendo a relazioni politiche di alto livello a Washington.

  • Autofinanziamento come modello di business: In un mercato dominato da colossi tradizionali come Lockheed Martin e Raytheon, Anduril dimostra che è possibile autofinanziare lo sviluppo tecnologico anticipando le esigenze del Pentagono, e l’alleanza con Meta fornisce nuove risorse finanziarie e tecniche.

  • Leadership nelle guerre tecnologiche private: L’operazione rafforza il concetto di “guerra privata high-tech”, dove aziende dinamiche e innovative soppiantano i contractor tradizionali nei segmenti più avanzati del combattimento digitale e autonomo.

Dipartimento della Difesa USA

  • Innovazione accelerata: La collaborazione con Meta e Anduril consente al Dipartimento della Difesa di ottenere rapidamente tecnologie all’avanguardia, superando le lentezze burocratiche e i costi elevati della ricerca interna.

  • Vantaggio competitivo sulle rivali globali: In un contesto di crescente competizione con Cina e Russia, avere accesso a sistemi come EagleEye permette di mantenere una superiorità tecnologica decisiva sui futuri campi di battaglia.

  • Riduzione dei costi e dei rischi di sviluppo: Grazie all’autofinanziamento iniziale di Meta e Anduril, il Dipartimento può beneficiare di prototipi pronti per l’impiego operativo, abbattendo rischi e costi tipici della fase di ricerca e sviluppo.

  • Incremento della guerra cognitiva: EagleEye offre strumenti ideali per il dominio della percezione e dell’informazione, cardini della nuova dottrina militare basata sulla guerra cognitiva e sull’integrazione uomo-macchina.

Industria bellica americana

  • Sinergia pubblico-privato: L’ingresso di colossi tecnologici come Meta nella difesa crea nuove alleanze industriali, integrando innovazione e capacità produttiva tradizionale. Questo riduce il rischio per le aziende storiche e accelera i tempi di commercializzazione.

  • Nuovi segmenti di mercato: Realtà aumentata, intelligenza artificiale militare, visori XR, sistemi di targeting avanzati: settori in forte espansione che diversificano l’offerta bellica statunitense.

  • Aumento del potere di lobbying: Con la Silicon Valley ormai coinvolta direttamente, la capacità di pressione sull’amministrazione e sul Congresso cresce ulteriormente, assicurando bilanci della difesa sempre più generosi.

Elite geopolitiche USA

  • Consolidamento del soft power militare: La superiorità tecnologica si traduce in una rinnovata capacità di influenza globale, indispensabile in un’epoca di competizione multipolare.

  • Proiezione di forza negli scenari chiave: In aree sensibili come l’Indo-Pacifico o l’Europa orientale, la disponibilità di soldati aumentati e sistemi cognitivi avanzati garantirà un vantaggio operativo decisivo.

  • Rafforzamento dell’ecosistema tecnologico-militare: L’integrazione della Silicon Valley nell’apparato di difesa rende l’intero sistema geopolitico americano più resiliente e adattabile alle sfide emergenti.


Perché le armi sono sempre un buon investimento

Il settore della difesa rappresenta da decenni uno dei comparti industriali più sicuri e remunerativi a livello globale. A differenza di altri settori soggetti a ciclicità economica, la domanda di armamenti e tecnologie militari risponde a logiche geopolitiche e di sicurezza che trascendono le normali dinamiche di mercato. Analizzando i principali fattori, risulta evidente perché le armi siano considerate un investimento “anticiclico” e strategicamente vantaggioso.

Domanda garantita

Il mercato della difesa gode di una domanda costante e strutturale. Gli Stati, specialmente le grandi potenze come gli Stati Uniti, allocano una quota consistente del proprio bilancio alla spesa militare. Nel 2024, ad esempio, il budget della difesa statunitense ha superato gli 877 miliardi di dollari, consolidando un trend di crescita che si protrae da oltre vent’anni.

Le spese militari, inoltre, sono generalmente resilienti alle crisi economiche: anzi, in contesti di instabilità internazionale, tendono ad aumentare per garantire la sicurezza nazionale. Le minacce mutevoli (terrorismo, cyberwarfare, conflitti ibridi) richiedono aggiornamenti costanti delle capacità militari, assicurando un flusso stabile di ordini per il comparto industriale.

Ricavi ricorrenti

A differenza di un prodotto di consumo che viene venduto una sola volta, un sistema d’arma genera entrate ricorrenti:

  • Manutenzione programmata: le piattaforme devono essere costantemente aggiornate e manutenute per garantire efficienza operativa.

  • Ammodernamenti tecnologici: i sistemi d’arma richiedono upgrade periodici, offrendo opportunità di business anche dopo la vendita iniziale.

  • Formazione e supporto: il training degli operatori e il supporto tecnico costituiscono ulteriori fonti di reddito.

Queste dinamiche creano un ciclo virtuoso di flussi di cassa stabili e prevedibili per le aziende del settore.

Rischio di default azzerato

Il principale acquirente di armi a livello globale è rappresentato dagli Stati sovrani, in particolare i governi delle maggiori economie mondiali. Gli Stati Uniti, la NATO, i Paesi del Golfo, e le grandi economie asiatiche sono clienti che:

  • Pagano regolarmente grazie alla disponibilità di risorse pubbliche.

  • Garantiscono stabilità finanziaria anche nei cicli economici recessivi.

Questo abbassa enormemente il rischio di insolvenza, rendendo l’investimento in industria bellica particolarmente sicuro rispetto ad altri settori B2B.

Geopolitica in fermento

Viviamo in un’epoca di crescente instabilità geopolitica:

  • La competizione strategica tra Stati Uniti, Cina e Russia impone un riarmo tecnologico continuo.

  • Le crisi regionali (Medio Oriente, Indopacifico, Europa orientale) mantengono alta la domanda di sistemi d’arma sofisticati.

  • Il ritorno della guerra a bassa intensità, i conflitti ibridi e il terrorismo internazionale assicurano un bisogno costante di nuove tecnologie, droni, cyber-defense, intelligenza artificiale applicata al settore militare.

In questo contesto, investire nel settore della difesa significa scommettere su un mondo instabile, dove la domanda di sicurezza non potrà che crescere.

Doppio uso e innovazione

Uno dei vantaggi meno visibili ma più importanti è la capacità delle tecnologie militari di generare spin-off civili:

  • InternetGPSdronimateriali compositi: tutte innovazioni nate da ricerca militare poi adattate al mercato civile.

  • Le tecnologie di realtà aumentataintelligenza artificiale e robotica sviluppate per scopi bellici trovano applicazione in settori come sanità, industria 4.0, telecomunicazioni.

Questo significa che gli investimenti in R&D militare non sono mai “a fondo perduto”, ma possono generare nuove industrie e flussi di ricavi anche nel mondo civile.


Fonte: iari.site - Istituto Analisi Relazioni Internazionali, 8 giugno 2025

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