ITALIA/Giochi di guerra. Missili milionari inesplosi da recuperare sui fondali marini della Sardegna
- LE MALETESTE
- 2 giorni fa
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Quel pericolo di giocare con i missili in Sardegna
Uno Stinger e un Aster 30 mancano il bersaglio e ora giacciono sul fondale
di Costantino Cossu CAGLIARI
20 giugno 2025
Lanci due missili contro un drone in volo sul Tirreno ma sbagli e manchi il bersaglio. I missili quindi non esplodono e cadono in mare. Per evitare incidenti devi chiudere al traffico marittimo le aree dove gli ordigni sono precipitati e affidare a squadre addestrate al recupero di armi nei fondali marini il compito delicatissimo di riportare a galla le testate inesplose. È successo nel poligono di Quirra durante Joint Stars, l’imponente manovra militare della Difesa italiana che ogni anno si svolge in Sardegna.
Il primo dei due lanci sbagliati è avvenuto il 29 maggio. Dal poligono è partito, contro un Mirach 40 alto sul mare, uno Stinger, un piccolo missile terra-aria (lungo un metro e mezzo per un diametro di 70 centimetri) a corta gittata (massimo duecento metri). È un’arma portatile: per lanciare, devi caricarti il dispositivo di tiro su una spalla, mirare un bersaglio a vista e schiacciare un pulsante. A Quirra è successo che un militare in addestramento ha mancato il target e lo Stinger è finito a 150 metri dalla battigia della spiaggia di Murtas, teatro di giochi di guerra eccetto che a luglio e ad agosto. Quest’estate, sino a quando non sarà recuperato lo Stinger, l’apertura a stuoie e ombrelloni è a rischio.
L’altro episodio è invece di qualche giorno fa. E qui la faccenda è più seria. Il missile andato fuori bersaglio, infatti, è un Aster 30, un’arma sofistica capace intercettare missili balistici e ipersonici. Il costo di ciascun pezzo è di un milione di euro. Mancato il drone verso il quale era stato indirizzato dagli operatori del poligono, l’Aster 30 lanciato a Quirra è precipitato in mare a un chilometro e mezzo dalla costa, in una zona fuori dai traffici commerciali e passeggeri ma frequentata da pescatori e da diportisti.
Per evitare incidenti, la Capitaneria di porto di Arbatax ha emesso un’ordinanza per vietare il transito di qualsiasi imbarcazione nella zona dove il missile si è inabissato. Al momento una squadra di specialisti dell’esercito sta provvedendo a localizzare con precisione l’Aster 30, che pare si trovi adagiato su un fondale di seicento metri. Le operazioni di recupero saranno molto complicate e lunghe. E sino a quando non saranno terminate, nessuno potrà avvicinarsi al tratto di mare interdetto.
Nella partita del riarmo europeo, gli Aster 30 testati in Sardegna non sono un’arma qualsiasi. Missili di nuova generazione, dovrebbero andare a equipaggiare il sistema di difesa Samp/T Ng, un programma franco-italiano destinato a garantire la protezione dei cieli contro caccia, missili e droni. Sono in grado, gli Aster 30, di intercettare vettori ipersonici come quelli in dotazione alle forze armate di Mosca. Ma possono anche neutralizzare missili balistici come quelli lanciati dall’Iran contro Israele.
C’è poi un altro aspetto. Nel promuovere il Samp/T Ng, Italia e Francia sono alleate contro un piano di scudo “salva cieli” concorrente, sostenuto dalla Germania ed equipaggiato da un tridente missilistico composto da Arrow 2 israeliani, Patriot americani e Iris-T tedeschi. A favore del loro sistema Roma e Parigi portano argomentazioni geopolitiche. Secondo Meloni e Macron, la soluzione Aster 30 avrebbe il vantaggio di dare al problema della difesa antimissilistica dei cieli Ue una soluzione al 100 per cento europea: Usa e Israele sarebbero tagliati fuori. Europei, insomma, uniti nel riarmo, ma divisi (in questo caso) nelle soluzioni, con implicazioni anche di business.
Fonte: ilmanifesto.it - 20 giugno 2025

Due milioni affondati a Quirra: il missile disperso e l’illusione del riarmo europeo
di Massimiliano Piga
17 giugno 2025, 18.20
Al largo del Poligono di Quirra, in Sardegna, è andato disperso un missile Aster 30 da due milioni di euro, ancora carico. Non è un frammento, non è un residuo inoffensivo: è un ordigno intero, attivo, che giace in fondo al mare o vaga nei fondali, come se fosse un giocattolo dimenticato dopo una giornata di guerra simulata. E invece è l’ultima (ma non certo l’unica) dimostrazione della pericolosa deriva che sta prendendo la corsa agli armamenti in Europa.
Il missile, testato durante esercitazioni militari in risposta a un ipotetico attacco straniero, fa parte del programma di riarmo europeo. Un progetto che, tra proclami di difesa comune e cooperazione strategica, sta rapidamente diventando una macchina mangiasoldi opaca, tecnocratica, e profondamente scollegata dai bisogni reali dei cittadini europei.
L’Ordinanza della Guardia Costiera, che segnala la presenza del missile e vieta la navigazione e la pesca nella zona, non è solo un atto precauzionale: è il segno tangibile di una contraddizione scandalosa.
Spendiamo miliardi in armamenti di precisione per poi perderli in mare come se fossero bottiglie alla deriva. Il tutto nella più totale assenza di dibattito pubblico, trasparenza, o assunzione di responsabilità politica.
Mentre in tutta Europa aumentano le disuguaglianze, mancano fondi per la sanità, l’istruzione e la riconversione ecologica, il sistema difensivo europeo butta milioni nelle onde, letteralmente.
E la Sardegna, come sempre, ne paga il prezzo ambientale, sociale e simbolico: terra colonizzata militarmente, campo di prova per i conflitti altrui, pattumiera armata del continente.
Cosa sarebbe successo se il missile fosse esploso? Chi si assume la responsabilità del disastro evitato per caso? E soprattutto: quanto ci costa ancora la follia del riarmo, in nome di una sicurezza che non protegge ma militarizza?
Il caso dell’Aster 30 disperso non è un incidente: è una metafora perfetta del fallimento di una politica che preferisce l’esibizione della forza alla costruzione della pace. E intanto il mare sardo, che dovrebbe essere culla di vita, viene trasformato in deposito di morte ad alta tecnologia.
Fonte: gazzettasarda.com - 17 giugno 2025