Reato di maternità surrogata. L’Italia, sede del Vaticano, è già in fondo alla classifica in Europa quando si tratta di libertà civili», scrive il New York Times .
di Eleonora Martini
Il giorno dopo il via libera definitivo al ddl Varchi che espande oltre il territorio nazionale il reato di maternità surrogata, con un azzardo giuridico ancora tutto da provare alla verifica della realtà, i riflettori di mezzo mondo si accendono sul conservatorismo oltranzista del nostro Paese. Mentre in Italia il dibattito rimane perlopiù segnato da toni populistici.
«Dal New York Times a Le Monde, dalla Bbc al Japan Times, la notizia dell’approvazione in Italia della legge che criminalizza i genitori che ricorrono alla Gpa fa il giro del mondo ed espone ancora una volta l’Italia a una figuraccia internazionale. Il coro è unanime: tutti criticano questa legge ingiusta e ridicolizzano il nostro Paese per questa caccia alle streghe contro famiglie, bambini e donne», fa notare Carolina Morace. L’ europarlamentare del M5S riporta quanto scritto dal Washington Post, secondo il quale «adesso molte famiglie italiane vivranno nell’ombra e nella paura di essere denunciate».
«L’Italia, sede del Vaticano, è già in fondo alla classifica in Europa quando si tratta di libertà civili», scrive il New York Times che vede nella nuova legge «un modo per la Sig.ra Meloni di affermare le sue credenziali conservatrici e fare appello alla sua base politica, che si oppone in modo sproporzionato alla maternità surrogata e all’adozione da parte di coppie gay». (...)
Record povertà, tagliati i sostegni, il governo offre un caffè al giorno
di Roberto Ciccarelli
In Italia nel 2023 c’erano 5,7 milioni di persone e 2,2 milioni di famiglie in condizioni di povertà assoluta a cui si aggiungono 8,5 milioni di persone e 2,8 milioni di famiglie che sono lavoratori poveri e vivono in una condizione di «povertà relativa».
Se i primi non riescono ad assicurare a sé, e alla propria famiglia, una vita dignitosa, i secondi non arrivano nemmeno alla fine del mese.
Così i figli di entrambi ereditano in maniera diversa la povertà che si manifesta in molteplici dimensioni: relazionale e dell’istruzione, senza contare quella energetica e l’altra legata all’impossibilità di affrontare spese impreviste perché i soldi non bastano mai.
Oggi la povertà colpisce maggiormente le famiglie numerose e con figli minori, le famiglie operaie, quelle del Mezzogiorno, quelle in affitto e i migranti.
È il ritratto che emerge dal rapporto annuale pubblicato ieri dall’Istat sulla povertà in Italia. Si tratta della fotografia di una situazione in transizione.
È probabile, infatti, che l’anno prossimo di questi tempi racconteremo una situazione peggiorata dal governo Meloni negli ultimi 12 mesi. (...)
Prato, operaio fa scoprire aziende di sfruttatori
di Riccardo Chiari
Grazie alla denuncia di un operaio cinese sfruttato, sono state scoperte due ditte di confezioni dove gli operai erano costretti a turni di lavoro di 13 ore, sette giorni su sette. Per giunta in luoghi privi delle minime cautele di sicurezza, senza riposi, ferie, malattia, costretti a dormire in alloggi di fortuna e con una paga di 13 centesimi per ogni capo di abbigliamento prodotto.
(...) Il procuratore pretese Luca Tescaroli con un comunicato stampa ha spiegato che la genesi dell’inchiesta è stata, appunto, la collaborazione di un operaio cinese senza documenti in regola, che aveva lavorato in una ditta di confezioni per abbigliamento gestita da un suo connazionale. Dopo che l’operaio ha fatto denuncia in procura, gli investigatori della finanza hanno localizzato nella zona dell’ippodromo di Prato il capannone dove l’uomo aveva lavorato. All’interno due aziende fra loro collegate, “di fatto gestite da due nuclei familiari di origine cinese (inquadrati quali meri dipendenti) (...)
Per questo i datori di lavoro, due imprenditori cinesi, sono finiti ai domiciliari, e per due loro familiari è stato disposto il divieto di dimora a Prato. Dalle indagini “sono emersi – in danno di almeno 24 extracomunitari (di cui quattro clandestini, irregolari sul territorio) occupati in tempi diversi, in prevalenza di nazionalità cinese – evidenti indici di sfruttamento lavorativo, quali turni massacranti fino a 13 ore, con punte di 14 ore, per 7 giorni settimanali, a fronte di stipendi mensili corrisposti in modo irregolare (in contanti e a nero), nessuna garanzia in termini di tutele sindacali ed in tema di malattia, riposi settimanali, tredicesima e ferie”.
(...) Intanto va avanti la mobilitazione dello “8×5 strike day” dei Sudd Cobas nel distretto, e dopo il successo della manifestazione di domenica scorsa a Seano – 3.000 partecipanti al corteo contro le aggressioni intimidatorie degli operai in sciopero alla “Lin Weidong” – la protesta per chiedere orari umani e salari equi si sta estendendo a a macchia d’olio.
Così, dopo che sono entrati in sciopero i lavoratori della W.I di via Galilei a Seano (la stessa della Lin Weidong), per quelli di una piccola azienda che confeziona elastici per pantaloni è stato ottenuto, dopo sole 24 ore di sciopero, la promessa della controparte aziendale all’assunzione nel rispetto del contratto di categoria. In tutto ora sono otto le aziende coinvolte dalla mobilitazione, e in sette di esse gli operai hanno riportato delle vittorie sindacali.
“E’ la dimostrazione che la lotta paga, come abbiamo più volte detto – osserva Sarah Caudiero dei Sudd Cobas – alle istituzioni chiediamo di non limitarsi al caso mediatico, e che ognuno faccia la propria parte”.
Fonte: ilmanifesto.it - 18 ottobre 2024