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gordon parks

“La macchina fotografica è stata la mia arma contro razzismo, intolleranza e povertà”

"Siamo stati particolarmente rattristati nel vedere gli incendi, forse provocati da organizzazioni razziste, che hanno danneggiato la 'Gordon Parks High School' di St. Paul nella seconda notte di proteste per la morte di George Floyd. Stiamo utilizzando tutte le risorse disponibili per aiutare la scuola a risollevarsi. Proprio come Gordon non è stato fermato dal razzismo, il razzismo non ostacolerà il lavoro di continuare la sua eredità.

La Gordon Parks Foundation è stata fondata nel 2006 per proteggere e preservare la sua eredità come artista e attivista. Gran parte della sua eredità si trova all’interno dei nostri archivi nelle decine di migliaia di immagini che ci ha lasciato. Ma, come ci hanno ricordato le ultime due settimane di proteste, un’altra parte di questa eredità non è conservata in una stanza a temperatura controllata; è per le strade, è nei canti delle persone che marciano per assicurarsi che la morte di George Floyd sia l’ultima di questo genere".

(dalla lettera di Peter Kunhardt, Direttore Esecutivo della Gordon Parks Foundation, 24 giugno 2020)

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GORDON PARKS (1912-2006)

Gordon nasce a Fort Scott, Kansas, nel 1912 ed è il più giovane di 15 figli. Frequenta una scuola elementare dove agli studenti neri non era permesso fare sport o impegnarsi in attività extrascolastiche.

Dopo il diploma alla scuola superiore, Parks svolge una serie di lavori un pochino strani: giocatore di basket semi-professionista, cameriere e pianista in un bordello. Compra la sua prima macchina fotografica ad un banco dei pegni per 7,50$ e comincia la sua carriera scattando ritratti di donne afroamericane, per piccoli lavori legati al settore della moda.

Parks è un maestro nella narrazione fotografica ed essere nero gli ha permesso di accedere a storie che solo una persona di colore avrebbe potuto avvicinare, data la tensione costante di quel periodo. Il primo fotografo afroamericano a pubblicare su riviste come Vogue e Life, Parks si fa conoscere anche per il lavoro sulla “Grande depressione” per conto della Farm Security Administration.

 

Successivamente il fotografo rifletterà su questa esperienza e i suoi pensieri torneranno nuovamente alla questione dell’intolleranza e alle difficoltà che, come uomo, ha dovuto superare per riprendere anche chi potenzialmente è stato causa di atti di razzismo. Deciderà di prendere le distanze da questo pensiero.

l’ingresso riservato alle persone di col

In una sua intervista afferma: “La macchina fotografica è stata la mia arma contro razzismo, intolleranza e povertà”. Forte di questa riflessione esporrà i mali del razzismo, della povertà, la discriminazione e l’intolleranza mostrando le persone che hanno sofferto, a prescindere dal colore della pelle.

Lo stesso Roy Stryker, capo della divisione informazione della Farm Security Administration aveva espresso preoccupazioni per la reazione che avrebbero potuto avere gli altri, nell’agenzia fotografica così come in città, per la possibile assunzione di un fotografo nero.

Alla fine, fortunatamente desisterà e Gordon verrà assunto.

Nel 1948, diventa il primo fotografo nero dello staff della rivista Life, posizione che tiene per venti anni. Riempie la rivista con progetti fotografici sulla vita della gente nera nel sud segregato, del nord degli Stati Uniti e fotografa i grandi leader dell’era dei diritti civili, tra cui Martin Luther King, Malcolm X ed Eldridge Cleaver.

Malcolm X mostra una copia del quotidian

Nel 1955 la rivista Life chiede a Gordon Parks di recarsi in Alabama per fotografare le condizioni di vita delle famiglie afroamericane.

Parks ritrae famiglie a casa, al lavoro nei campi, in città, quando ancora la scritta che differenziava i luoghi adibiti solo a bianchi da quelli permessi anche a gente di colore campeggiava su muri e cartelloni

 

Quasi 60 anni dopo, nonostante i progressi ottenuti in termini di discriminazione e oppressione, fatti contemporanei come quelli che si sono verificati in America, raccontano una storia diversa. In tutti gli Stati Uniti sono scoppiate proteste a causa della morte di George Floyd, soffocato da un agente di polizia.

Poco dopo l’inizio delle proteste molte immagini cominciano a circolare online e la Gordon Parks Foundation, fondata nel 2006 da Gordon Parks stesso, inizia a pubblicare immagini su Instagram scattate da Parks durante gli anni Sessanta. Eccellenti immagini che sembrano essere lo specchio delle centinaia di proteste che accompagnano questi giorni.

 

 

Parks è morto da 14 anni ma siamo cert* che se fosse ancora in giro, continuerebbe il suo lavoro anche oggi.

La sua lotta rimane attualissima, non è finita, la segregazione razziale sembra viva e vegeta e la capacità di questo fotografo di dare voce a tutti sarebbe indispensabile in questo momento.

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Grazie al prezioso contributo di Sara Munari, 2020)

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Giordano

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Robert Walser

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Gordon

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Etienne Dolet

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Renzo Novatore

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Luigi

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Giulio C.

Vanini

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Nancy Cunard

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Paolo

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Voltairine

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Francisco Ferrer

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Francesca

Gargallo

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