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luigi galleani
“L'anarchico più pericoloso d'America”
(Vercelli, 12 agosto 1861 - Caprigliola, Massa-Carrara, 4 novembre 1931)
Divenuto anarchico quando era studente di legge all'Università di Torino, sotto la minaccia di procedimenti giudiziari si rifugiò in Francia, dove visse dal 1880 al 1900. Espulso dalla Francia per aver preso parte a una manifestazione di protesta, si trasferì in Svizzera.
Per aver partecipato, insieme con studenti dell'Università di Ginevra, a una commemorazione dei Martiri di Haymarket, anarchici giustiziati a Chicago nel 1887, fu espulso dalla Svizzera e tornò in Italia, venendovi arrestato nel 1895 e confinato a Pantelleria da dove riuscì a fuggire nel 1900, trovando rifugio in Egitto. Qui visse un anno finché, minacciato di estradizione, si trasferì a Londra e di qui s'imbarcò per gli Stati Uniti, dove giunse nell'ottobre del 1901, un mese dopo che l'anarchico statunitense di origine polacca Leon Czolgosz aveva ucciso il presidente William McKinley.
Stabilitosi a Paterson, nel New Jersey, una cittadina dove era una numerosa colonia di immigrati anarchici, Galleani divenne capo redattore della rivista anarchica «La Questione Sociale», appoggiando gli scioperi dei lavoratori della seta di Paterson nel 1902 e venendo ferito dalla polizia che sparò sugli scioperanti. Sotto minaccia di arresto, fuggì in Canada ma ritornò clandestinamente nel 1903 negli Stati Uniti, stabilendosi a Barre, nel Vermont e fondandovi, il 6 giugno, il periodico anarchico «Cronaca Sovversiva», diretta per qualche mese dallo scultore italiano Carlo Abate, qui emigrato alla fine dell'Ottocento, che disegnò anche la testata del settimanale.
Barre era il luogo giusto per loro: c’era una grossa cava di granito e vi si era insediata una popolosa comunità di cavatori e tagliatori, in gran parte di Carrara. Un’area, questa, con una tradizione radicale che dura tutt’oggi.
Nel 1912 si trasferì a Lynn (Massachusetts), continuandovi la pubblicazione del suo periodico nel quale denunciò, nel 1914, la guerra, polemizzando con l'anarchico principe Kropotkin, favorevole alla guerra a fianco dell'Intesa. L'entrata in guerra degli Stati Uniti, nell'aprile del 1917, gli procurò l'arresto con l'accusa di disfattismo (Galleani si oppose alla guerra con lo slogan “Contro la guerra, contro la pace, per la rivoluzione”), la chiusura del giornale e, il 24 giugno 1919, l'espulsione dal paese (Galleani e migliaia di altri anarchici e radicali non nati negli Stati Uniti erano di fatto sequestrati e deportati, senza imputazioni o processi di sorta, nel corso di spedizioni poliziesche note come "Palmer raids") , dove fu costretto a lasciare la moglie e i sei figli, per l'estradizione in Italia.
Stabilitosi a Torino, Galleani riprese la pubblicazione della «Cronaca sovversiva».
Con l'ascesa definitiva del fascismo, «Cronaca Sovversiva» viene soppressa e Galleani è condannato a quattordici mesi di carcere. La sua colpa è di aver pubblicato il 15 maggio 1920, un articolo intitolato "Soldato, fratello!". Tornato in libertà collabora, dall'Italia, con la rivista statunitense «L' Adunata dei Refrattari», poi è nuovamente incarcerato nel 1926 e mandato al confino a Lipari. In seguito è nuovamente incarcerato per sei mesi presso il penitenziario di Messina a causa di una serie di insulti diretti contro Mussolini. Viene liberato per motivi di salute all'inizio del 1930 e inviato al soggiorno obbligato nel paesino di Caprigliola, vicino ad Aulla, dove muore l'anno seguente, il 4 novembre, per un attacco cardiaco.
Luigi Galleani sviluppa un pensiero anarco-comunista fortemente antiorganizzatore, influenzato dall'approccio scientifico e naturalista dato all'anarchismo da Reclus e Kropotkin, che lo porta a sostenere che «il comunismo è semplicemente la fondazione economica con la quale l'individuo usufruisce dell'opportunità di autogestirsi e fare le sue funzioni» (da "La Fine dell'Anarchismo?"). Come Giuseppe Ciancabilla, pur essendo antiorganizzatore, non è un individualista giacché riconosce la funzione storica e rivoluzionaria del proletariato, ritenendo che gli anarchici non necessitino di un'organizzazione stabile, politica (federazione anarchica) e/o, sindacale.
Galleani, che abbraccia una particolare corrente definibile come «comunismo-anarchico antiorganizzatore», pensa che gli esseri umani siano intrinsecamente e naturalmente portati ad associarsi non gerarchicamente, per questo rifiuta ogni tendenza verso la delega, il centralismo e la burocrazia, che sono gli equivalenti del parlamentarismo e del governo.
tratta da Orazio, « Ut redeat miseris, abeat fortuna superbis », cioè « la fortuna lasci i potenti per andare dai miseri »
Intorno alla carismatica figura di Galleani e alla propaganda di «Cronaca sovversiva» si costituirono gruppi informali dediti all'azione diretta. Si ritrovavano in circoli e gruppi dai nomi che erano tutto un programma - Autonomia, Demolizione, Gli Insorti, 11 novembre (data dell'esecuzione dei martiri di Chicago), 29 luglio (data in cui Gaetano Bresci uccise Umberto I) - molto spesso per approfondire la conoscenza tra i vari militanti organizzavano feste di ballo, pic-nic, lotterie e giostre, nel corso delle quali altrettanto spesso si raccoglievano fondi per i compagni in carcere, in difficoltà o in attesa di processo. Esistevano anche piccole compagnie teatrali che mettevano in scena seguitissimi spettacoli sulla storia e i principi dell'anarchia.
Nonostante genericamente si definisca come galleanismo tutto quel movimento che ruotava intorno a Cronaca Sovversiva, esso non era affatto un movimento omogeneo. In generale, essi pensavano che attraverso la propaganda col fatto, la penna e la voce fosse possibile fornire alle masse gli strumenti per insorgere nei confronti della repressione di Stato indirizzata contro immigrati e anarchici, dal quale poi eventualmente far scoppiare la rivoluzione sociale. Nel 1905 Galleani stampò e diffuse un opuscolo dal titolo La salute è in voi!, nel quale si spiegava come fabbricare bombe artigianali) ed attaccare così i gangli vitali dello Stato.
Gli storici ritengono che i seguaci di Galleani cominciarono i loro attacchi dinamitardi nel 1914. Essi furono coinvolti in almeno due attentati a New York, uno dei quale progettato contro John D. Rockefeller per il 4 luglio ma che non andò in porto e causò la morte di Arthur Caron a causa della prematura esplosione della dinamite. Il 14 novembre 1914, una bomba fu collocata agli uffici del Magistrato Campbell, che aveva condannato un anarchico per incitamento alla rivolta. Nel gennaio del 1915, la polizia aveva scoperto un complotto volto a far saltare in aria la Cattedrale di San Patrizio di New York.
A fine aprile del 1919, almeno 36 trappole con bombe a dinamite vennero inviate per posta a diversi politici e funzionari vari. Gli ordigni, nelle intenzioni dei galleanisti, avrebbero dovuto giungere a destinazione in occasione delle celebrazioni del primo Maggio, ma la maggior parte furono intercettate e disinnescate prima che potessero esplodere.
Altri attentati ci furono il 2 giugno 1919, quando esplosero quasi simultaneamente ben otto bombe in otto differenti città statunitensi. La bomba diretta al Procuratore Palmer esplose prematuramente uccidendo Carlo Valdinoci, un ex-editore della «Cronaca Sovversiva» e collaboratore di Galleani. Ogni ordigno veniva accompagnato da un volantino intitolato «Parole semplici» (Plain words), spesso recante il seguente contenuto:
« La guerra, lo scontro di classe e voi siete stati i primi a portarci sotto le ali delle potenti istituzioni che voi chiamate ordine, nell'oscurità delle vostre leggi. Dovrà scorrere sangue; non ci faremo abbindolare; ci dovranno essere degli omicidi; noi uccideremo, perché è necessario; ci dovrà essere distruzione; noi distruggeremo per liberare il mondo dalle vostre tiranniche istituzioni. »
Monumento funebre a Luigi Galleani: Aulla, frazione di Albiano Magra, Cimitero, Strada Statale 330 (ingresso del paese, sulla sinistra dopo il Viadotto dell'Autostrada)
Su Luigi Galleani:
1 - Antonio Gramsci - Quaderni del carcere (Quaderno 1, 8 febbraio 1929).
"§ 〈2〉. Faccia a faccia col nemico, di Luigi Galleani, stampato negli Stati Uniti (Boston?) verso il 1910 dalle «Cronache Sovversive». È uno zibaldone compilatorio sui processi degli individualisti (Ravachol, Henry ecc.), poco utile in generale*.
2 - Quando Luigi Galleani torna in Italia e si stabilisce a Torino, riprendendo a pubblicare «Cronaca Sovversiva», sempre con la collaborazione di Raffaele Schiavina, e combattendo i germi fascisti che cominciano ad insediarsi della società italiana, si conosce la sua azione di antifascista in Italia grazie alla testimonianza del comunista Francesco Leone, uno dei più coraggiosi capi degli Arditi del Popolo del Vercellese:
«[...] Vedi, c'era un gruppo di anarchici. Qui c'era stato Luigi Galleani, che era stato in America e per un certo periodo poi era stato anche qui. Anzi, io credo che questo gruppo di anarchici si chiamasse il gruppo Galleani. E questo gruppo era composto da elementi molto decisi, molto decisi. Ricordo, per esempio, dopo quella lotta lì con i fascisti, io son sempre uscito tutte le sere, nonostante che ci fossero sempre scontri, una volta mi hanno anche sparato da un viale: a pochi metri di distanza non m'hanno preso. Ebbene, questi anarchici, a mia insaputa, dopo questo atto, si distribuivano la notte nei giardini proprio a mia difesa, senza che io neanche lo sapessi. [...]»
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