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storie

AUGUSTO MASETTI, il soldato che disse "NO!" alla guerra.

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AUGUSTO MASETTI, muratore di San Giovanni in Persiceto, viene chiamato al servizio militare una prima volta dal novembre 1909 al settembre 1910, prestando servizio nella 10° compagnia di fanteria a Ravenna. Forse è proprio in questa fase che Masetti matura definitamente in sé l'idea anarchica e antimilitarista. A Bologna in quel periodo l'antimilitarismo anarchico è molto diffuso, così come lo è il giornale anarchico-libertario “Rompete le file”.

Richiamato una seconda volta nel settembre del 1911, fa parte di un gruppo di trenta militari estratti a sorte (non si trovavano volontari) la sera del 29 ottobre 1911 per essere imbarcati verso la Libia. Passa la serata in libera uscita, saluta i famigliari e si vede con l'anarchico Primo Rinaldi di S. Giovanni, che si trovava a Bologna per lavoro.

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Alle 6 di mattina del 30 ottobre 1911, mentre si trova nel cortile della caserma Cialdini di Bologna in attesa della partenza per la Libia, Masetti,  in un atto estremo di "insubordinazione con vie di fatto verso superiore ufficiale", spara un colpo di fucile contro il colonnello Stroppa, che stava parlando al reggimento schierato, istigando la truppa all’odio contro il popolo libico, ferendolo ad una spalla. Prima di venire fermato urla: «Viva l'anarchia, abbasso l'esercito!», e poi, rivolgendosi ai compagni commilitoni: «Fratelli, ribellatevi!».

Il colonnello è solo ferito alla spalla, e Masetti, arrestato, si rifiuta di collaborare con gli inquirenti rispondendo solo a monosillabi. Viene trasferito a Venezia per essere processato da un tribunale militare. Ma nel clima di tensione sociale che regna, le autorità, temendo di farne un martire dell'antimilitarismo crescente, preferiscono farlo passare per un " soggetto degenerato ".

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Così l'11 marzo 1912 scampa alla pena di morte, ma sarà internato in un ospedale psichiatrico, quello dove era morto Passannante, a Montelupo Fiorentino.

Giornali anarchici come " L'Agitatore " e " Rompete le file! " mobiliteranno l'opinione sul caso Masetti e ne faranno un simbolo contro la guerra dei padroni. Viene formato un Comitato nazionale "Pro Masetti" con a capo Armando Borghi.

Questa mobilitazione, a cui si uniranno oltre che anarchici anche socialisti, repubblicani e sindacalisti dell'USI, porterà inizialmente al suo trasferimento al manicomio civile di Imola nel gennaio 1914. Nel giugno 1914, l'agitazione antimilitarista intorno del suo nome porterà all'insurrezione della " Settimana Rossa ".

 

 

 

 

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Durante la guerra viene rimandato al manicomio di Padova, poi un nuovo trasferimento lo rimandò a Imola nell'aprile 1915. Fu solo nell'agosto 1919 che fu rilasciato, una famiglia imolese gli permise di reinserirsi e trovare una compagna, Concetta Pironi, con la quale avrà tre figli (Luisa, Cesare, Franco).

 

Nel settembre 1935 si rifiuta di partecipare alle adunate del regime fascista in favore della guerra d'Etiopia, ma viene condannato al confino per 5 anni a Thiesi (Sassari). Durante il trasferimento gli vengono nuovamente imputati squilibri mentali e per questo viene nuovamente richiuso nel locale manicomio, dove resta circa tre mesi.

 

 Liberato nel 1940, torna a Imola, ma il 14 settembre 1943 viene nuovamente arrestato dai nazisti.

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L'anno successivo (1944) muore in combattimento il figlio Cesare, partigiano nella 36a Brigata Garibaldi, e Augusto questa volta è davvero sconvolto dal dolore per la perdita del figlio, e viene nuovamente internato per "psicosi paranoide".

 

Fu solo il 1 maggio 1945 che riacquistò la libertà. Da quel momento e per tutto il dopoguerra, Masetti riprende la sua militanza libertaria e antimilitarista.

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Morì ad Imola il 3 marzo 1966 dopo essere stato investito da una motocicletta della Polizia Urbana.

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